F1 2022, è stato un Mondiale tra illusioni e conferme. Ma anche di sorprese

Formula 1

Andrea Sillitti

La partenza super dal sapore di rinascita per la Ferrari, poi il dominio della Red Bull fino alla conferma di Verstappen campione del mondo. Ma il 2022 verrà anche ricordato per la caduta della Mercedes. E cresce l'attesa per il 2023, che per la Rossa avrà pure a che fare con la cabala...

IL CALENDARIO 2023 - LE PRESENTAZIONI DELLE MONOPOSTO

Il 2022, l’anno dei “due” si può dividere proprio in… due: inizio e fine, mondi e mondiali diversi. Dopo la terza gara, in Australia, si parlava quasi di fuga per Leclerc, forte di due vittorie e un secondo posto mentre Verstappen era stato costretto a due ritiri. Poi sono cominciati i problemi ma fino a luglio la rossa è rimasta in lotta con la Red Bull, vincendo ancora due gare e sfiorando altri successi. Da agosto in poi si è assistito a un altro film: Super Max ha macinato vittorie e record, battendo il primato di punti e di vittorie in una stagione: chi l’avrebbe detto dopo la terza gara…

Nonostante il dominio finale della Red Bull è stato un mondiale divertente e spettacolare. Il primo della nuova era con le macchine a effetto suolo ha mantenuto le promesse. Superare è diventato un po’ più facile perché è possibile seguire la macchina davanti più da vicino senza perdere carico aerodinamico e quindi attaccare più facilmente: anche grazie a questo abbiamo assistito a duelli fantastici come quelli tra Leclerc e Verstappen nelle prime due gare della stagione. E il riscontro di pubblico è stato eccezionale: in molti weekend si è registrato il tutto esaurito e in quasi tutti i circuiti è arrivato il record di presenze. In qualche modo i tifosi della Ferrari non si sono mai annoiati: prima l’esaltazione per l’inizio, poi la disperazione per le rotture (Barcellona e Baku) quando Leclerc era in testa. Quindi le polemiche per gli errori di strategia: Monaco uno dei momenti più caldi della stagione ma a Silverstone si è raggiunto l’apice, con il primo successo in carriera di Sainz oscurato da quanto successo a Leclerc: dopo una gara da leone da primo a quarto per la decisione di non richiamarlo ai box. E poi il finale di stagione con le polemiche per il budget cap sforato dalla Red Bull e l’addio di Binotto ad animare le discussioni dei tifosi. 

Che qualcosa non funzionasse nel team era palese e non sarà semplice per Vasseur riuscire a risolvere tutto in pochi mesi. Tanti gli aspetti su cui lavorare: su tutti le strategie e la capacità di sviluppare la macchina nel corso della stagione. C’è poi la questione piloti: nel 2022 di fatto non è stata fatta una scelta tra prima e seconda guida e Leclerc ne ha pagato le conseguenze. Vasseur, che ha già lavorato in passato con Charles, potrebbe cambiare linea ma non sarà facile. Perché Sainz sarà anche stato battuto dal compagno in ogni aspetto (classifica, numero vittorie, numero pole) ma, dopo un inizio difficile, nelle ultime gare è sempre stato molto vicino, e qualche volta davanti, a Leclerc. In più i due, nonostante la rivalità, finora hanno collaborato e rompere quel sottile equilibrio potrebbe portare a guerre interne che non fanno mai bene.

Il 2022 verrà anche ricordato per la caduta della Mercedes. Dopo 8 titoli costruttori di fila i dominatori dell’era ibrida hanno vissuto una stagione di alti e bassi, proprio come la W13 che a inizio stagione andava su e giù, vittima del fenomeno del “porpoising”. Piano piano, soprattutto dopo l’estate grazie all’introduzione della direttiva tecnica 39 che ha costretto un po’ tutti a alzare le macchine, la Mercedes è tornata a lottare per la vittoria ma è rimasta un enigma fino alla fine. Perché subito dopo il ritorno al successo con la doppietta in Brasile, nell’ultima gara ad Abu Dhabi ha fatto di nuovo un passo indietro. La progressione nella seconda parte di stagione indica comunque che l’anno prossimo ci saranno anche loro a lottare per il mondiale. E sarà interessante capire come Toto Wolff gestirà la coppia Hamilton-Russell: quest’anno George è stato l’unico a cogliere una vittoria e ed è arrivato davanti al compagno in classifica. Ma contava relativamente. E Lewis, dopo un inizio di stagione molto difficile, è tornato di prepotenza nel finale facendo capire di avere ancora molta fame.

Come lui anche Fernando Alonso, autore di alcune gare strepitose ma spesso sfortunato e lasciato a piedi dalla sua Alpine. Anche per questo lo spagnolo ha scelto di cambiare e di passare in Aston Martin, al posto del ritirato Vettel. Seb ha lasciato nel migliore dei modi, disputando un’ottima seconda parte di stagione e chiudendo l’ultima gara a punti in quello che è stato un finale emozionante per tutti: perché il tedesco ha lasciato una grande impronta, non solo per i risultati strepitosi ma anche per la sua grande umanità. Ha un unico rimpianto, come del resto Alonso, quello di non aver vinto un titolo con la Ferrari. Del resto sono ormai passati 15 anni dall’ultimo trionfo, quello di Raikkonen: la rossa in tutti questi anni ha affrontato varie rivoluzioni ma non è riuscita a tornare vincente. L’ultimo cambiamento però porta in dote delle coincidenze che fanno sperare i tifosi: Vasseur è francese come Todt, l’ultimo team principal ad aver conquistato un titolo piloti. E nel 2023 gli anni di digiuno diventeranno 16… esattamente come il numero di Charles Leclerc.