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GP Brasile 1984, il complicato esordio di Ayrton Senna sul circuito di Interlagos

SENNA DAY

Niccolò Severini

Il 21 marzo del 1984 un giovane pilota brasiliano debuttò ufficialmente in F1 sulla Toleman. Dopo mesi senza aver trovato un team, e un po’ di incertezza sul futuro, Senna inizia l'annata nel Circus proprio nel suo Brasile, a Jacarepaguà. La prima gara non si concluse nel migliore dei modi, ma già si era capito che stava per succedere qualcosa di magico 

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Qualcosa di magico è sempre entrato nella sua leggenda. Casualità e coincidenze, ma soprattutto l’eterna ciclicità della storia che si ripete e che sa far gioire, disperare e restituire. Ayrton Senna non è stato solo un vincente, un idolo, un’icona. È stato un uomo che ha anche dovuto incassare, subire ed essere oggetto di maledizioni. Alcune sfatate e altre no. Nel 1983 Ayrton da Silva ha 23 anni è al debutto in F2, stagione che ha 20 gare in calendario. Dodici vittorie, quindici pole e tredici giri veloci. Numeri che portano ad un’ineluttabile vittoria del campionato e gli occhi della Formula 1 su di lui. Già queste statistiche bastano per non essere confusi, per essere unici, ma Ayrton non vuole che il suo cognome così comune in Brasile possa generare errori e decide di adottare quello materno: Senna

L'arrivo in F1 tanto sofferto quanto desiderato

A fine campionato già due top team come McLaren e Williams propongono dei test prestagionali a Senna, ma Ayrton nel corso della stagione ha stretto contatti con Bernie Ecclestone, allora patron della Brabham campione del mondo (con Piquet, ndr). Il futuro numero uno del circus ha individuato nel brasiliano il pilota giusto per dar continuità alla sua storia vincente e alla brasilianità, ma il main sponsor della scuderia preme per avere un pilota italiano. Così il primo contratto della sua vita in Formula 1, Ayrton lo firma con la Toleman. E già dalla preseason il mondo comincia a conoscere il Senna pilota, ma fuori dalla pista. Quello vero e verace, schietto nelle interviste: "Ho avuto paura di non poter arrivare in F1. Ho aspettato quattro, cinque mesi il contratto ma non arrivava. Dovevo andare in Brabham ma poi per motivi finanziari e politici non se n’è fatto nulla perché Parmalat ha preferito un italiano a un brasiliano".

E poi ci pensò il destino...

E il destino è lì. Il giorno del suo compleanno, 21 marzo, comincia il primo weekend ufficiale in F1. Non nella sua San Paolo, ma a Jacarepaguà dove si corre il Gran Premio del Brasile fino al 1989. Già dalle prove libere Senna dimostra il suo talento, rimanendo in quinta posizione per diversi minuti. Il giorno dopo la pole position la segna De Angelis sulla Lotus con Ayrton 17° che becca più di cinque secondi, ma riesce comunque a rifilarne due al compagno di scuderia, il venezuelano Johnny Cecotto, due volte campione nel Motomondiale prima di mettersi al volante della Toleman. Auto che Ayrton sa bene avere dei limiti: "Abbiamo una macchina che non può vincere le corse, è da centroclassifica". I ritardi nella messa a punto portano i due piloti a correre le prime quattro gare con l’auto dell’anno prima la TG183B.

Era solo questione di tempo

La domenica Senna recupera una posizione per la squalifica della RAM di Palmer, ma durante lo schieramento l’abitacolo della sua Toleman si inonda di carburante. Al via, però, la Ligier di De Cesaris rimane piantata in griglia così la direzione gara interrompe la procedura di partenza ordinando un secondo giro di formazione. All’effettivo start della gara Senna ha un buono spunto e riesce a risalire fino alla tredicesima posizione. All’ottavo giro però comincia il conflittuale rapporto con il Gran Premio casalingo e arriva il primo dei cinque ritiri. Questione di tempo, perché, nel 1991 poi Senna riuscirà a vincere una gara quasi mitologica per la guida eroica con cui riuscirà a tagliare il traguardo. Storia di sette anni più tardi però. Il primo weekend di Ayrton in Formula 1 finisce con un DNF per le bizze del suo Turbocompressore del motore Hart. 

Debutto amaro, ma era solo l'inizio

Sprazzi di talento, comunque, che al secondo appuntamento stagionale portano i primi della carriera e a Montecarlo danno inizio alla leggendaria rivalità con Prost. Solo questione di tempo. In fondo, a fine 1984, nel paddock si diceva: "Al termine della stagione tutti sapevano. All’inizio nessuno sapeva niente".