F1, c'è un nuovo giallo; ecco cos'è il 'T-Tray gate' tra Red Bull e McLaren

analisi tecnica

Un altro caso agita il paddock per una soluzione che permetterebbe alla RB20, in regime di parco chiuso, di modificare l'altezza da terra del fondo, nella parte anteriore - il T-Tray - tra qualifica e gara. La McLaren (e non solo) vuole vederci chiaro per uno stratagemma che potrebbe essere piuttosto impattante. Qui la posizione dei team, a cominciare dalla Red Bull e cosa dice il regolamento

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Il campionato di Formula 1 2024 è molto combattuto in pista, ma recentemente si sta accendendo anche dietro le quinte, dove l'aspetto politico spesso diventa anche più rilevante di quello sportivo, battagliando sui tavoli tecnici per ottenere un vantaggio o privare il rivale di qualche soluzione ingegnosa. Ad aprire ufficialmente le danze è stata la questione relativa alle ali anteriori flessibili, con Red Bull che continua a chiedere test più restrittivi e severi per il prossimo anno in merito alla flessione del primo componente aerodinamico che investe una vettura di F1. La battaglia è entrata poi nel vivo però a Baku, con l'esplosione del caso McLaren con quell’effetto chiamato 'mini-DRS'.

Il caso delle ali della McLaren 

La specifica di ala posteriore da basso carico della MCL38 infatti vedeva l’estremità del flap DRS sollevarsi dal main plane quando l'ala mobile era ancora chiusa, raggiunte determinate velocità. Un movimento che andava principalmente contro quello che è lo spirito del regolamento. La FIA è intervenuta dopo la protesta che si stava alzando da parte dei rivali, chiedendo al team di Woking di modificare tale soluzione, che rivedremo probabilmente solo a Las Vegas, eliminando questo movimento di flessione del flap DRS. Questo avvenimento però è stata una miccia, che Andrea Stella e i suoi uomini non hanno preso sottogamba ed hanno risposto immediatamente, puntando a loro volta il dito contro i rivali della Red Bull una sola settimana dopo.

Il nuovo giallo in F1: il caso T-Tray

Negli ultimi mesi a Woking sono arrivati diversi ingegneri da Milton Keynes, in quello che è il normale 'turnover' che c'è nelle squadre. Alcuni di questi però hanno portato preziosi informazioni alla squadra di Zak Brown che, dopo essere stata accusata di andare oltre le regole col Mini-DRS, ha risposto indicando alla FIA la possibilità che sulla RB20 vi sia un dispositivo capace di modificare l'altezza da terra del fondo, nella parte anteriore della monoposto, in regime di parco chiuso. La Red Bull ha subito rispedito al mittente tali accuse precisando che "il dispositivo esiste ed è disponibile per tutte le squadre" ma che il suo scopo è diverso da ciò che è stato indicato dai rivali e riportato poi dagli organi di informazione. Il componente finito sotto la lente di ingrandimento appartiene agli OSC, gli Open Source Components, ossia è sviluppato da un team che però non ne detiene la proprietà intellettuale, pubblicando su un server accessibile sia alla FIA che alle altre squadre, che possono a loro volta implementarlo.

F1, Austin, Red Bull caso T-Tray

La difesa di Red Bull

Gli uomini di Christian Horner si sono difesi affermando che "una volta montata la macchina il dispositivo è inaccessibile e servirebbe smontare almeno 3 macrocomponenti della parte anteriore per poterci agire". Tale dispositivo è situato nella zona della pedaliera della RB20, dunque nella zona anteriore dell'abitacolo, un punto in cui è effettivamente complesso lavorare e dove si rende necessario smontare componenti.

Il vantaggio di questa soluzione

L'utilità di questa soluzione sta nel poter settare ottimamente la monoposto all'altezza da terra ideale sia in qualifica che in gara, quando normalmente si deve scegliere invece un compromesso. Ayao Komatsu, Team Principal di Haas, ha spiegato che questo potrebbe essere un vantaggio soprattutto in gara. In qualifica infatti l'ideale è avere una monoposto radente al suolo per ottenere il massimo della prestazione, mentre in gara - qualora fosse possibile - sarebbe ottimale alzare leggermente il fondo così da proteggere lo skid (la tavola posta sotto il fondo) limitandone l'usura che poi, a fine gara, viene controllata e deve rispondere a requisiti di usura ben precisi dettati dal regolamento.

A cura di formu1a.uno