GP Brasile, Verstappen nel club dei miti: il commento della gara capolavoro

Formula 1
Andrea Sillitti

Andrea Sillitti

©IPA/Fotogramma

Mancava una gara capolavoro per annoverarlo nel club dei più grandi e finalmente è arrivata: in Brasile Verstappen domina, lasciando solo le briciole agli avversari, come Senna nel '93, Schumacher nel '95 o Hamilton nel 2018. Il quarto titolo è ormai alle porte

VERSTAPPEN CAMPIONE SE...

I numeri lo mettevano già tra i più grandi della storia, a Max Verstappen però mancava una gara-capolavoro di quelle che restano nella memoria collettiva, meglio se sul bagnato quando emergono di più le qualità del pilota. Come l’indimenticabile prova di Senna a Donnington 1993, con quel primo giro ribattezzato “The lap of God”, da quarto a primo in poche curve per poi vincere con oltre 1 minuto e 20 sul secondo e tutti gli altri doppiati; O Schumacher a Spa '95, capace di ridicolizzare Hill, avvantaggiato dalle gomme da bagnato rispetto a quelle d’asciutto del kaiser. E poi Hamilton, un altro mago della pioggia, impressionante la sua furiosa rimonta a Hockenheim 2018, con Vettel sotto pressione portato all’errore e mondiale indirizzato in modo irreversibile.

La Maxterclass in Brasile

In Brasile lo scenario è stato simile: mentre Max volava, Norris sbagliava, una sentenza sul titolo ancor più forte della distanza in classifica. Ma più in generale l’olandese ha fatto un altro sport rispetto a tutti gli avversari chiarendo in modo definitivo chi è il numero 1. Perché se nel 2022 e 2023 ha vinto anche grazie alla macchina migliore, quest’anno il merito è tutto suo. La prova di forza di Interlagos resterà il simbolo del quarto titolo in carriera ma non solo: finalmente Super Max ha una gara-capolavoro di cui ci si ricorderà anche fra 30 anni.