Cosa serve a Ferrari, secondo l’IA, per uscire dal tunnel

La Ferrari è il team più iconico della Formula 1, con una storia leggendaria e una base di tifosi tra le più fedeli al mondo. Tuttavia, il digiuno dal titolo mondiale costruttori e soprattutto da quello piloti è ormai diventato un’ombra lunga e pesante. Dopo anni di cambiamenti, promesse e delusioni, la domanda sorge spontanea: cosa dovrebbe logicamente fare la Ferrari per tornare al vertice della Formula 1? IA: 1. Stabilità tecnica e gestionale Uno dei problemi storici della Ferrari è stata la mancanza di continuità. Team Principal che cambiano ogni pochi anni, rimpasti tecnici frequenti, e una pressione mediatica costante hanno impedito la costruzione di un progetto a lungo termine. La logica suggerisce che per vincere serva costruire una squadra solida e stabile, dare fiducia ai tecnici e ai piloti, e lasciar loro il tempo di sviluppare un'auto vincente. Mercedes e Red Bull hanno vinto così. CV: Vero! Jean Todt, arrivato nel 1993 ha iniziato a vincere il primo campionato nel 1999 e 2000 . Horner ha vinto dopo 5 anni con Red Bull e Wolff alla quinta stagione. Todt è rimasto 15 anni in Ferrari, Domenicali 6 anni, Arrivabene 4, Binotto 4 e Vasseur da poco più di due, alla terza stagione. Stella è diventato team principal McLaren nel dicembre 2022, ha bruciato le tappe, ma stava già da tempo organizzando il lavoro internamente. In più in McLaren c’è Zak Brown a capo di McLaren Racing dal 2018. Fate voi i conti. La stabilità è la parola chiave, ma in rosso, numeri alla mano, con via vai di tecnici, come non mai negli ultimi anni, mal rispettata… Si sta ancora ricostruendo e i successi in Formula 1 non arrivano dall’oggi al domani. IA 2. Investire nella galleria del vento e nei simulatori In una F1 moderna dominata dall’aerodinamica e dalla simulazione, la Ferrari deve massimizzare l’efficienza degli strumenti tecnologici. Un simulatore aggiornato e una galleria del vento precisa sono strumenti fondamentali per interpretare correttamente i dati e sviluppare una monoposto competitiva. La correlazione tra dati del simulatore e pista, negli ultimi anni, non è sempre stata perfetta a Maranello. CV: Vero! Altrimenti non ci si spiega proprio su quali basi sono arrivate le così ottimistiche dichiarazioni di inizio stagione. Il simulatore è stato da poco rifatto ed è sicuramente innovativo, restano dei dubbi quindi sui tools utilizzati, fondamentale lo sviluppo per avere il massimo della precisione e della correlazione… Il nodo è la galleria che inizia a essere ‘obsoleta’ rispetto a quelle più recenti, soprattutto di McLaren. Mezzi e persone, aggiungo io. A oggi la Ferrari dispone di meno personale tecnico rispetto ad alcuni diretti concorrenti e resta l’unica scuderia a farsi tutto in casa, auto e motore. ‘Problema’ che avrà anche Red Bull, ma che ad esempio non ha Mercedes con due aziende ben distinte. Dal punto di vista degli investimenti, l’acquisto di Hamilton non lascia dubbi sul fatto che volendo i soldi ci siano. IA 3. Strategia e operazioni ai box Le strategie sbagliate e i pit stop lenti hanno spesso penalizzato la Ferrari anche quando aveva il potenziale per vincere. Serve una revisione profonda del team strategico, magari integrando profili esperti da altri team, e allenamenti più intensi e rigorosi per i meccanici. Ogni secondo perso ai box può costare una gara, e a lungo termine, un campionato. CV Nì! Sì, anche questa stagione è iniziata con qualche dubbio su alcune scelte, soprattutto in Australia e Cina, ma No, i pit stop sono diventati un punto di forza della squadra. A volte si percepisce tanta, ma tanta analisi, ma poca lettura della gara e delle condizioni. Si sente un po’ la mancanza dei famosi ‘pistaioli’ di Arrivabene , aveva ragionissima! IA 4. Gestione dei piloti Con l'arrivo di Lewis Hamilton nel 2025, la Ferrari avrà una coppia stellare , ma dovrà evitare che la rivalità interna danneggi il team. Serve una gestione chiara e meritocratica, in cui sia stabilito fin da subito chi è il pilota di riferimento o in cui entrambi siano messi nella condizione di correre ad armi pari, ma con regole condivise per evitare frizioni. CV: Nì! D’accordo sulla coppia stellare, non credo ci sarà rivalità, ma coesione. La rivalità potrebbe sfociare solo in caso di lotta a due. Hamilton è stato preso per dare un riferimento alla squadra e anche a Charles, se vogliamo, ma Charles è stato scelto per essere il pilota Ferrari a vita. IA 5. Cultura del miglioramento continuo La Ferrari non deve inseguire la Red Bull copiando, ma trovando una propria filosofia vincente, valorizzando il talento interno e puntando sulla creatività ingegneristica. Serve una mentalità da ‘startup vincente’: innovare, testare, fallire in fretta e migliorare. La cultura dell’eccellenza non si costruisce con slogan, ma con processi, disciplina e ambizione. CV: Nì! Guardare alle strutture meglio organizzate - e cara IA non è solo la Red Bull e forse non lo è più viste le tante persone perse, ma lo è la McLaren - sicuramente serve. Poi certo bisogna, come un allenatore di calcio, adattarsi alle persone e ai mezzi che hai rispetto alla concorrenza. Serve non over reagire, ma agire con freddezza e soprattutto ‘onestà’, ossia accettare di sbagliare, altrimenti inizia il giro del cane che si morde la coda e la tanta italica abitudine del gioco dello scarico barile che a dire il vero, per ora, Vasseur, francese, non sta perseguendo. IA: Conclusione Ferrari ha risorse, passione e talento per tornare al vertice. Ma per farlo, deve uscire dalla logica dell’emergenza e dell’improvvisazione, e abbracciare una strategia di lungo periodo, incentrata su stabilità, innovazione e disciplina. I tifosi meritano di sognare di nuovo, ma per trasformare i sogni in realtà, a Maranello serve più logica e meno romanticismo. CV: cara IA, sono perfettamente d’accordo con te!

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