Il flop della Ferrari

È evidente a tutti che la stagione Ferrari sia fallimentare, ma sorge il dubbio che non sia evidente a loro? Gli obiettivi dichiarati a inizio stagione erano eloquenti, tanto che sarebbe stata “una cocente delusione”, se non si fossero trovati ingaggiati per entrambi i campionati, parole loro. Siamo entrati nell'ultimo quarto del campionato e la bocciatura è arrivata già dall’inizio. In questa fase finale, sette gare e tre sprint, c’è la necessità di evitare la debacle più totale e di rientrare nelle pagine più buie della storia del cavallino in Formula 1. Al momento i podi sono cinque. Su un totale di 76 stagioni, solo in 14 di queste è stato fatto di peggio, ma l’aggravante è che ben tre stagioni delle ultime cinque, due con Binotto e una con Vasseur, rientrano in quelle più disastrose. Se si seguisse il trend di questo ultimo lustro, la Ferrari avrebbe il numero di vittorie di una Renault o di una Brabham, 35, invece che 248. Portare a casa una vittoria in più o aumentare almeno il numero di podi sarebbe un contentino per gli indomiti tifosi, ma servirebbe più a Vasseur, all’amministratore delegato Vigna e ovviamente al presidente Elkann, l’unico presente in tutte e tre queste annate al comando della Ferrari dalla scomparsa di Marchionne nel 2018. La SF25 è stata “ridisegnata al 90%”, per esprimere più potenziale di quella che si è giocata il costruttori fino all’ultima gara. Nata con papà Cardile è stata subito un flop e anche squalificata in Cina. Il nuovo papà delle Ferrari, Loic Serra, ha iniziato 8 mesi fa, partecipando all’importante lavoro di rifacimento della sospensione, per ora un altro flop. Vasseur ha fiducia nel gruppo. Il 2026 è un’occasione con il cambio integrale del regolamento. Da fuori è difficile dare fiducia a un gruppo che per ora non ha mai fatto quello che è riuscito a Mercedes, Red Bull, Mclaren o a alla stessa Ferrari agli inizi degli anni 2000. Vasseur rassicura che non c’è il fuggi fuggi generale, ma sono stati fatti tanti innesti, non pubblicizzati, che lo soddisfano. L’ora delle scuse, il vento, il traffico, la luna cadente, l’allineamento dei pianeti, è finita. Esternamente ci può anche stare come atteggiamento per difendere i propri, ma la cosa drammatica è se questo succede anche tra le mura di Maranello. La mancanza di consapevolezza non fa crescere e progredire, ma fa galleggiare e tenere la poltrona, finché dura. Quest’anno 5 podi su 34 conquistabili, 22 in meno di Mclaren e 3 in meno sia di Red Bull e sia di Mercedes. L’ultimo risale al Belgio, quattro gare fa. Tutti conquistati da Leclerc, nessuno da Hamilton, che è già alla sua striscia negativa di sempre di gare senza podi. Le sue peggiori stagioni in tal senso? L’anno scorso con Mercedes , nel 2013 e nel 2009, con una e due vittorie, per un totale di 5 podi. Mai ha chiuso l’anno dal 2007 a oggi con meno di 5 podi a stagione. Solo due anni, 2022 e 2023 , non ha vinto un gran premio. Difficile pensare che riuscirà a salvarsi dal suo peggior anno di sempre. Hamilton è un problema? No, ma può essere un equivoco. Perché la Ferrari, che ha sempre puntato tanto e tutto su Leclerc da quando era bambino, come la Red Bull con Max, sembra non fidarsi di lui e ha preso Hamilton? Lo abbiamo spiegato e i motivi erano tutti ottimi: stimoli per la squadra, metodologia di lavoro, alzare ulteriormente l’asticella di Charles, che un po’ nell’oblio sta guidando una delle sue migliori stagioni. Adesso, anche dopo le sue parole, “la Ferrari dovrebbe prendere un altro pilota”, di frustrazione certo, ma pesantissime, il rendimento non cambia: 14 a 3 in qualifica con Charles. E Sainz, Hulkeberg e anche i rookies Antonelli e Hadjar, tutti a podio al loro primo anno con nuove scuderie, prima di Lewis. Il mondo alla rovescia. La Ferrari si troverà costretta a fare di tutto perché Lewis trovi un podio, forse anche a discapito delle prestazioni di Charles, perché non può permettersi una figuraccia così con un 7 volte campione del mondo. Per non parlare di tutto il mondo dei motori britannico inferocito, che poi però deve esaltare l’Italia perché sta facendo vincere la Mclaren. Tutti i tecnici italiani che hanno lasciato la Ferrari, invece, sono diventati vincenti. Non si spiega. Negli anni hanno fallito campioni come Vettel, Alonso e Prost, alla fine non campioni del mondo con Ferrari ma almeno autori di podi e vittorie. Era meglio investire quei soldi su Newey? Il tempo lo dirà… Sembra che su Ferrari sia stata lanciata una maledizione pesante, ma “la sfortuna non esiste, esiste solo l’incapacità dell’uomo di fare o prevedere”. Lo diceva… Enzo Ferrari.

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Carlo Vanzini