James Vowles: "Nel 2026 la Williams sarà competitiva. Ora aspettatevi un Sainz diverso"

Sono passati poco più di dieci giorni ormai ma il sorriso dal volto di James Volwes non riesce a spegnersi. Il podio conquistato a Baku da Carlos Sainz non è stato il primo né per il pilota spagnolo né nella carriera del team principal della Williams, ma è stato il primo sigillo da quando ha i gradi da capitano della squadra britannica, iniziando un’operazione di rinnovamento e ricostruzione utile a farsi trovare pronti alla grande sfida del 2026. I più lo conoscono per essere stato una delle spalle di Toto Wolff negli anni in cui la Mercedes ha stravinto, monché responsabile delle strategie per 13 anni. Lui, pur abituato a vincere, in Azerbaijan ha guardato Sainz gioire dal terzo gradino del podio, ma soprattutto i tanti membri della sua squadra tagliare un traguardo per molti inedito , emozionandosi come fosse la prima volta. James, ora che sono passati alcuni giorni, che significato hai dato al podio di Baku? "Prima di tutto è stato vitale per Carlos. Aveva bisogno di ritrovare la giusta fiducia e sono convinto che d’ora in avanti vedrete un Carlos diverso. C’è tanto del suo e della sua bravura in quel podio ma è stato altrettanto importante per me e per tutti. Abbiamo messo il trofeo in bella mostra in reception a Grove e quando lunedì sono andato in fabbrica e ogni volta che passavo di lì vedevo dieci, venti persone in fila per toccarlo e fare una foto mi ha reso orgoglioso. Per me non era certo la prima volta ma per tanti di loro sì. È stato significavo vedere la loro felicità, le loro espressioni, e sono sicuro che d’ora in avanti molto cambierà. Quando raggiungi un risultato come quello che abbiamo raggiunto noi a Baku solo grazie alle nostre forze e alla nostra bravura può essere trasformativo. Può essere un nuovo inizio". Pensi che questo risultato possa cambiare la mentalità di alcuni di voi? "Sì, ci credo davvero, soprattutto ora che siamo nel bel mezzo della costruzione della macchina dell’anno prossimo. È aria fresca, energie nuove. Il minimo indispensabile che può fare è darci una forte fiducia nelle nostre capacità e mezzi, che siamo sulla strada giusta. Un vero podio e un trofeo che puoi tenere in mano sono una cosa tangibile, più significativi delle mie parole". A Baku hai avuto una cena con Carlos a inizio weekend. Cosa gli hai detto che lo ha sbloccato? "Gli ho semplicemente ricordato che ha qualcosa di speciale, è veloce, ma anche di non schiantarsi ovviamente. Gli ho elencato tutte le aree in cui ci ha aiutato come squadra quest'anno perché deve riconoscere e rendersi conto che è incredibile in quello che fa. Abbiamo rianalizzato insieme ogni singolo incidente o problema che abbiamo avuto finora e abbiamo deciso di creare una struttura intorno a lui che gli dia maggiore sicurezza d’ora in avanti in determinate situazioni. Il vero motivo per cui ho voluto fare quella cena era per ricordargli di quanto sia incredibile come pilota e di quello che è stato in grado di fare in passato e che poteva rifarlo senza problemi, anche con noi. Dimostrarlo di nuovo a tutti. E’ stata una cena utile anche per me, per capire cosa dobbiamo migliorare come squadra. Ci siamo motivati a vicenda e direi che il risultato non è stato niente male". Le stagioni di Carlos e Lewis sono state simili nelle loro difficoltà? "Sì, penso di sì. Penso che ciò che ho imparato molto attraverso Carlos sia quanto sia diversa la nostra auto, probabilmente abbastanza simile anche per motivi ovvi con Mercedes, ma la Ferrari è un pacchetto decisamente diverso. Anche in termini di come è possibile trovare il tempo, quando Carlos ha iniziato a spiegare alcuni dei dettagli ho cominciato a capire perché sta impiegando tempo per la transizione. La stessa cosa sta succedendo a Lewis: impiegherà tempo. Non si tratta tanto del motore dove ci sono delle differenze, ma riguarda più il comportamento della monoposto, specialmente in frenata, nell'ingresso in curva e nel modo in cui si porta velocità in curva". Per voi il 2025 doveva essere un anno di transizione e invece siete quinti in classifica. Più di quanto ti aspettassi? "Sinceramente sì perché sapevo di quanto sarebbe stata serrata la lotta a centro gruppo. Mi aspettavo una Racing Bulls forte e lo è stata e continua a esserlo. Sapevo che l'Aston Martin sarebbe stata veloce ma non mi aspettavo che facessero un po’ i gamberi e hanno ammesso anche di non aver fatto un buon lavoro. Sinceramente mi aspettavo che fossimo tra il sesto e il settimo posto. Siamo stati invece bravi a massimizzare tutto in alcune gare come Imola e Miami, lì siamo stati molto forti e non l’avevo previsto. Ma ci sono altre gare e Baku è stato l’esempio di come possiamo fare ancora di più. È stato questo che non avevo previsto: quanto avremmo avuto la possibilità di estrarre dall'auto". Sei preoccupato che la Red Bull abbia di nuovo gli occhi su Albon? "No, per niente, anche perché abbiamo un contratto pluriennale con lui. Ma al di là dei pezzi di carta so che Alex può vedere quello che stiamo creando intorno a lui, quanto stiamo migliorando e che avrà l'opportunità di vincere anche delle gare con il tempo ed è ciò che voleva. Voleva far parte del nostro progetto più di ogni altra cosa. Anzi, sarei deluso se anche altri non fossero interessati ai miei piloti, perché vorrebbe dire che ho scelto i piloti sbagliati. Penso che entrambi siano dove vogliono essere". Quanto sei fiducioso per il 2026? Il motore Mercedes sarà il vostro segreto? "Non penso che qualcuno lo sappia davvero. Chiunque stia lavorando sul proprio motore, anche i team, non sa al 100% quale potenza sta producendo in diverse aree. Quindi per ora sono solo tutte supposizioni. Non penso che avremo di nuovo un 2014 quando Mercedes partì con un grande vantaggio su tutti. Sarei davvero sorpreso se Ferrari e Honda non fossero in una posizione simile a quella della Mercedes. Ci saranno differenze, ma in una posizione simile. Per quanto ci riguarda so che faremo un passo avanti rispetto a dove siamo oggi. Quest’anno abbiamo rinunciato ad alcune cose per concentrarci sul 2026. Siamo partiti tutti da un foglio bianco, nemmeno un bullone di quest’anno sarà portato all'anno prossimo. Quindi è sicuramente una grande opportunità per sistemare cose che nono sono state al posto giusto per dieci o quindici anni. Ma non penso che sarà un campionato totalmente Mercedes". Sarete la nuova McLaren? Potete fare lo stesso? "È sicuramente il nostro obiettivo, stiamo investendo tutto per quello. McLaren è un'ispirazione per noi perché hanno chiaramente un'eredità e un background molto simile ai nostri. Non sono caduti così in basso come è successo a noi ma sono riusciti a dimostrare al mondo che nel modo giusto è possibile ricostruirsi. Deve essere anche il nostro traguardo e il mio compito è realizzarlo. È difficile, ne sono consapevole. Ora ci sono quattro squadre che sono in lotta tra loro per vincere gare quest'anno. Spero che noi saremo la quinta". Come ingegnere non sei sorpreso di quello che sono riusciti a ottenere alla fine di un ciclo regolamentare? "Sì un po’ lo sono. Ma sono pronto anche a dire che se avessimo un altro anno con queste macchine molte squadre li raggiungerebbero perché tutti abbiamo capito molto di più negli ultimi dodici mesi. La loro bravura è stata capire certe cose prima di altri. Questo è in realtà uno dei miei rimpianti ora che anche noi abbiamo capito meglio certe cose. Non vedo l'ora del prossimo anno, ma penso che con altri dodici mesi con le attuali regole avremmo vissuto una grande stagione". Nel 2026 dovremo essere tutti ingegneri per capire cosa succede? "Non sarà così, state tranquilli. Penso che la Formula Uno stia facendo un ottimo lavoro dietro le quinte per evitare questo. Ne abbiamo parlato già parlato tutti insieme in diverse riunioni, perché tra noi è giusto che sia una sfida tecnica, ma non deve essere una sfida tecnica spiegarlo al mondo. Dobbiamo assicurarci di fare un buon lavoro in merito. Già nell’uso delle parole e dei termini dovremo fare uno sforzo per semplificare le cose e far capire come i nostri piloti stanno guidando. Penso che non sarà difficile da spiegare, ma richiederà un po' di tempo. Far capire ad esempio che in una zona di frenata puoi quasi riempire totalmente la batteria e in un rettilineo quasi esaurirla e che le squadre avranno le loro strategie per farlo. Quindi potresti avere situazioni in cui ti trovi a sorpassare in posti che non ti aspettavi. Anche noi dovremo aiutarvi nella narrazione perché le corse devono rimanere al centro di tutto non i regolamenti e la tecnologia". Più fine settimana, ma di due giorni. È la tua ricetta per il futuro della F1? "È una mia personale idea perché credo che in questo momento facciamo troppe prove. Le variabili così diminuiscono. Logico che per i rookie potrebbe essere più complicato ma sarà compito delle squadre aiutarli. Eliminare il venerdì e due sessioni di libere creerebbe più varabili e questo è un punto. Accorciare i weekend di un giorno inoltre permetterebbe di accorciare le settimane di lavoro, stare in giro meno giorni, e aggiungere uno o due gare. Quindi senza inventarci chissà che cosa. Lo abbiamo già sperimentato in passato per cause di forza maggiore e non è stato così male. Il mio è un invito a pensarci". Dopo un podio, Singapore per? "Singapore per quattro giorni . Sappiamo che non sarà Baku. Dove il carico aerodinamico torna a essere importante noi soffriamo e sappiamo anche perché. Ma ne eravamo consapevoli e abbiamo volontariamente deciso di sacrificare certe cose per pensare al prossimo anno. Non penso ci sia stata una gara quest'anno in cui non abbiamo avuto la possibilità di essere almeno in lotta per i punti. E lo stesso vale qui. Dobbiamo fare un lavoro migliore rispetto ai nostri avversari diretti e cercare di metterci in vantaggio. E non dimentichiamoci che su un circuito cittadino può succedere di tutto. Proveremo a essere più furbi e bravi degli altri ad approfittare di tutto ciò che può succedere. A Baku ci siamo già riusciti".

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Mara Sangiorgio