Lando Norris ha trovato la password per far funzionare sé stesso

Lando Norris si è ripetuto. Dopo l’incredibile performance di Città del Messico, il pilota britannico ha dominato anche in Brasile. Ha vinto sprint e gara della domenica, prendendosi definitivamente il titolo di ‘favorito’ nella corsa al Mondiale. Ma attenzione: come ricordiamo da settimane, e a ben vedere abbiamo fatto bene, il campionato non è finito finché non è finito. Questo ci insegna la storia della F1 e dello sport in generale. Certo è che il Lando visto ultimamente sembra più che mai infermabile. E la sensazione è proprio che sia riuscito a trovare la password per far funzionare sé stesso. Tutti gli sportivi ricercano per anni la miglior modalità mentale, fisica e di attitudine per far sì che il proprio talento e il proprio lavoro possano essere massimizzati. Ed evidentemente ora Lando ha trovato tutto questo. In quest'ultimo periodo si è visto quanto sia cambiato nell'attitudine, nell'approccio e nella gestione delle emozioni, delle interviste e dei fattori positivi o negativi. Sembra essersi chiuso in una bolla dove è concentrato solo punto su punto, per raggiungere un obiettivo. È focalizzato su un singolo momento, e nulla di quello che succede prima o dopo sembra importargli. La sessione di prove libere, il secondo turno di prove libere, il Q1, il Q2, il Q3, la gara: pensa ogni cosa come se fosse a compartimento stagno, ed evidentemente così è riuscito a superare le sue difficoltà. Non c'è una regola uguale per tutti o una ricetta magica, ognuno funziona in maniera differente e non esiste un consiglio da dare, per questo lui è stato bravo a capire come tirar fuori il massimo da sé stesso. Credo che tutto questo sia scattato quando ha perso il campionato in Olanda. Sì, perso. Perché lui in Olanda, al termine della gara, aveva praticamente perso il Mondiale. Il suo compagno di squadra, Oscar Piastri, aveva vinto quella gara, mentre Lando aveva chiuso con uno zero e così il britannico si ritrovava a -34 punti. In quel momento della stagione Piastri sembrava più veloce, più concreto e incapace di sbagliare. Tutto il contrario di Norris, che invece incappava in errori o in sfortune. Insomma, tutto sembrava saldamente nelle mani di Piastri. E in quel momento Norris deve aver provato il dolore della sconfitta. Dopo l’Olanda è tornato a casa con il dolore di chi in quel momento aveva perso il campionato. Un dolore così profondo che lo ha portato a un cambiamento, inconscio o conscio che sia, che gli ha permesso di trovare la password per far funzionare sé stesso. E adesso Norris è un pilota privo di lacune che sembra inarrestabile. Il contrario di Piastri, che sembra essere andato in tilt da un bel po' di gare a questa parte: ha perso velocità, efficacia e lucidità, vale a dire tutte quelle caratteristiche che aveva messo in campo all'inizio della stagione. Ma oltre alla lotta Mondiale, il Gran Premio del Brasile ha un altro protagonista: Kimi Antonelli. Questo weekend, ma anche in Messico, il pilota italiano ha superato vari esami. Il primo è aver dimostrato di essere veloce in modo ripetuto: questo è il primo esame che ogni pilota deve affrontare e non è scontato superarlo. Il secondo è l’essere uscito da un momento buio: nella parte centrale della stagione ha subito difficoltà, pressioni e voci negative intorno a lui, ma Kimi ha superato questo momento negativo ed è tornato più forte di prima. È poi riuscito a prendersi la squadra e a farla sua dal punto di vista tecnico: adesso non è più lui che segue la squadra e le direzioni tecniche che il team prende, ma è lui a dirigere le situazioni tecniche sulla sua macchina a suo favore. Infine, ha superato l'esame ‘Max Verstappen’: l’olandese ha provato ad attaccarlo negli ultimi giri di gara, ma Kimi ha resistito, superando questo momento di pressione con le spalle larghe e non facendo sembrare di essere al primo anno. Kimi ha quindi superato tantissimi esami e lo ha fatto nella sua prima stagione. Una cosa non scontata: ci sono piloti che superano questi esami al secondo, al terzo, al quarto o anche al settimo anno in F1, ma c’è anche chi non riesce mai a farlo. Lui invece ha già messo questi tasselli nel suo anno da rookie e questo rende noi italiani pieni di orgoglio e speranza, adesso siamo felici e consapevoli di avere un pilota italiano di talento che ci farà divertire in futuro. In attesa anche di vedere cosa accadrà nel 2026 con il nuovo regolamento: al momento si vocifera sia buono per la Mercedes, quindi chissà…

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Matteo Bobbi