New leader – Lando Norris, il moderno James Hunt

Il Gran Premio del Messico ha fatto storia: dopo 15 Gran Premi, mai nessun pilota ha perso il Mondiale con così tante giornate da numero 1, Lando Norris ha riconquistato la leadership del Mondiale. Un solo punto su Oscar e 36 su Max, nulla per stare tranquillo, ma con l’abbrivio in volata dalla sua. Quel che succederà lo vedremo in pista, ma chi è il nuovo leader del campionato? Provo a descriverlo in una frase, molto forte per ovvi motivi. “Ha lo spirito libero di James Hunt e il sorriso di Valentino Rossi. Corre per vincere, ma vive per divertirsi. E in un mondo che corre troppo, Norris è la velocità umana di un cuore che batte forte.” Per quanti di voi stanno già vedendo l’irriverenza nel confronto con Hunt e Vale nazionale, ci arriveremo. Dietro alla visiera e all’immagine che diamo e viviamo in pista ci sono tante umanissime contraddizioni in lui, c’è molto più di un pilota. C’è un personaggio moderno, un ragazzo libero, ironico, ricco, bello, simpatico, ma solo quando le cose girano, con i piedi per terra e la sofferenza dentro per un commento feroce sui social. Un ragazzo fortunato, come tanti, ma meglio di tanti figli di papà. Lando, ragazzo del ’99 nato a Bristol, città ricca di storia, porto e porta nel sud est dell’Inghilterra e cresciuto a Glastonbury, cittadina famosa per l’abbazia e per essere citata da Dan Brown nel Codice da Vinci, da madre belga e padre britannico. Fin da bambino aveva due passioni: la velocità e il disegno. E’ cresciuto in una famiglia ricca, benestante, ma anche solida. Il padre, Adam, un imprenditore che ha sempre creduto nella sua determinazione e si è baby pensionato a 38 anni per seguire Lando in tutto e per tutto; la madre, Cisca, quella dei saluti a cuore spammata a Spa, l’equilibrio e la dolcezza che lo hanno tenuto con i piedi per terra. A otto anni, già sfrecciava sui kart; a dodici, batteva ragazzi più grandi di lui. Ma anche allora, tra una gara e l’altra, trovava il tempo per giocare alla PlayStation, disegnare caschi e ridere con gli amici. Era competitivo, ma non ossessivo. Il talento, sì. Ma sempre con leggerezza. Ha sempre corso così, più forte nei momenti di poca pressione, dove tutto ciò che veniva era una festa, quasi un gioco, mentre sotto pressione, quando il contesto si faceva più pesante, dove il risultato era necessario e giudicato più severamente. Alti e bassi, ma il suo l’ha fatto. Campione MSA 2015, 3 campionati nel 2016 e F3 euro al primo colpo nel 2017, per poi incrociarsi con Russell e Albon in F2, arrivando secondo... tutti i campionati kart vinti... L’amore del pubblico, soprattutto giovanile e femminile, è esploso prevalentemente nel periodo Covid quando Lando, come molti suoi colleghi ripiegano sul simulatore e scoprono Twitch. A differenza dei suoi colleghi Lando stava in live per ore anche per comunicare emozioni distanti dal volante. In fondo è un grande sentimentale. Durante la pandemia, ha costruito una community di milioni di persone: ride, scherza, gioca a F1 2025, Valorant, Call of Duty, e parla come se fosse uno di loro. Le sue live non sono solo intrattenimento, ma un nuovo modo di fare sport: spontaneità totale, zero filtri, un pilota che si apre e parla dei propri errori, delle proprie ansie, dei momenti no. È questo che lo ha reso amatissimo. Un ragazzo normale che guida auto straordinarie. Indimenticabile anche la scenetta della mamma che durante una gara di Formula 1 virtuale gli stacca la spina della rete per attaccare l’aspirapolvere… Quando British Vogue lo ha messo in copertina, anche la mia visione è cambiata: Norris può essere più di un atleta, può essere un simbolo culturale. Le foto lo mostrano elegante, moderno, magnetico — tra il fascino vintage e la spensieratezza di una pop-star. Nell’intervista parla di emozioni, di solitudine, di sogni e responsabilità. “Voglio essere ricordato per la mia autenticità”, dice. “Essere veloce non basta. Voglio essere vero”. Una frase semplice, ma potentissima. Perché nel mondo dei riflettori, la verità è la rarità più preziosa. Ama il mare, le giornate lente, le grigliate con gli amici. Spesso trascorre l’estate tra Monaco e la Costa Azzurra, dove alterna la calma della spiaggia a qualche gita in moto d’acqua. È goloso - lo ammette con orgoglio. La sua passione? La pasta al pesto, il pollo teriyaki e le colazioni infinite con pancake e Nutella. A volte, nei weekend liberi, cucina lui: “Non sono uno chef, ma so fare un buon piatto di spaghetti. È già qualcosa”. In cuffia, invece, suona un mix curioso: Arctic Monkeys, Drake, The Weeknd, e un po’ di house inglese. C’è chi lo paragona a James Hunt, il ribelle che nel 1976 conquistò il mondo con la McLaren e con il suo fascino selvaggio. E dai non ha torto. Hunt è uno dei più grandi personaggi della Formula 1, più prestigiosa la vittoria con Esket quasi del Mondiale vinto di fatto per “assenza di Lauda”… Proviamo a metterla così: Norris ha lo stesso carisma ‘rock’, ma in versione digitale. Hunt beveva champagne e fumava sigarette, Norris scherza su Twitch e sfreccia col sorriso: due epoche diverse, ma la stessa energia. Entrambi hanno riportato la McLaren in prima linea con stile e leggerezza. E poi c’è Valentino Rossi, il suo idolo assoluto. Norris è cresciuto guardandolo, imitando i suoi gesti, la sua ironia, la sua capacità di unire il pubblico. Come Vale, anche lui ha costruito un’identità fuori dalla pista: colori, loghi, merchandising, risate e sincerità. Ha capito la lezione di Rossi? Divertirsi deve fare parte della vittoria. Lando sembra molto frenato dalle papaya rules e dall’etichetta F1, ma già sul podio è uno che sbatte la bottiglia è uno che si diverte e sa divertire, ma che ha avuto anche i suoi momenti di depressione e di fatica, forse tipico di chi ha tutto… Con i primi insulti sui social e le pressioni in pista è andato in tilt. Contro sua natura ha chiuso con i social e se li fa gestire. Lando è un vero amante delle auto, ma non colleziona per vanità, colleziona per passione. Lando le usa e le fa usare e ogni modello del suo garage racconta qualcosa di lui: · Ferrari F40 – “il regalo più bello che mi sono fatto”. Una leggenda anni ’80, due turbo, cambio manuale, zero filtri. Un gioiello da preservare sempre che non la guidi un amico e gliela sbatti in modo banalissimo. · Lamborghini Miura P400 – pura arte italiana. Lando la usa nelle giornate di sole, solo per “ascoltare il rombo che sembra cantare”. · Porsche Carrera GT – motore V10 e anima corsaiola. La guida solo lui, perché “una macchina così non perdona, ma ti insegna il rispetto”. · McLaren 765LT Spider – la più personale: vernice su misura, dettagli del suo casco, interni in fibra di carbonio. È la sintesi perfetta tra pilota e persona. · Land Rover Defender restomod – un richiamo alla libertà, quella vera. Perfetta per Monte-Carlo o un weekend tra amici. E poi c’è la piccola Fiat 500 Jolly, la più umile e ironica del gruppo. Sedili in vimini, tetto in tela, motore minuscolo. “È la mia vacanza su ruote”, scherza Norris. “Dopo una gara a 320 all’ora, ho bisogno di andare piano e sorridere”. Quella ‘microcar del relax’ è il suo modo di dire che, anche nel mondo dei milioni, lui resta un ragazzo semplice, ma al tempo stesso difficile. Ora Norris è davanti a tutti, ma 4 gare sono ancora tante, l’abbrivio è dalla sua e dopo il Messico forse anche l’opinione pubblica. Quattro gare, un punto di vantaggio, un sogno che brucia. “Ha lo spirito libero di James Hunt e il sorriso di Valentino Rossi”

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New leader – Lando Norris, il moderno James Hunt

Carlo Vanzini