Formula 1, GP Germania: Hamilton investigato, ma nessuna penalità. Resta vincitore, la ricostruzione

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Tra incertezze e decisioni prese con ritardo, c'è solo un'ammonizione per il britannico della Mercedes per la manovra al 54esimo giro del GP di Germania: si era incamminato verso la corsia box per cambiare le gomme in regime di Safety Car e su indicazione del team, poi una manovra opposta a tagliare la zona d'erba. Ecco cosa hanno valutato i commissari e la ricostruzione di Carlo Vanzini

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Nessuna penalità ma solo una reprimenda per Lewis Hamilton, messo sotto investigazione - a fine gara ad Hockenheim - dalla Direzione corsa per aver oltrepassato la linea che separa la pit-lane dalla pista, mossa vietata dal codice sportivo internazionale. Il pilota Mercedes ha ammesso l'errore ma si è giustificato ricordando che "c'era confusione". I commissari lo hanno solo "ammonito" considerato, hanno spiegato, che non c'era alcun pericolo per gli altri piloti.

La ricostruzione di Carlo Vanzini

A 14 giri dalla fine, nel pieno caos generato dalla pioggia e soprattutto dall'incidente con conseguente Safety Car di Sebastian Vettel, la Mercedes richiama ai box Lewis Hamilton per il cambio gomme. Ma il pilota prima e la scuderia dopo, decidono di restare fuori perché Raikkonen non si è fermato. In quel momento Hamilton rispetta la nota inviata dal direttore di gara di entrare in pit lane restando alla destra del paletto che delimita l'ingresso rispetto alla pista, salvo poi tornare repentinamente in pista e seguire Raikkonen. Il direttore di gara, Charlie Whiting, ritiene non necessario segnalare ai commissari la manovra di Hamilton, tanto che l'investigazione non compare nelle informazioni sul monitor dei tempi; per il direttore di gara, dunque, la manovra non è degna di nota. Al termine del Gran Premio, evidentemente sulla scia di altre segnalazioni, i commissari decidono di mettere sotto investigazione Lewis Hamilton per approfondire il fatto: dopo aver sentito il pilota, decidono con le varie motivazioni del caso di applicare la sanzione precedentemente inflitta a Raikkonen per un caso simile -anzi meno evidente - di Raikkonen a Bakù. In quel caso però il direttore di gara aveva specificato che per motivi di sicurezza quella manovra non si poteva fare, non essendoci in questo caso la specifica si è rimandato il tutto a una valutazione dei commissari, evidentemente influenzati dalla non segnalazione di Whiting.

Le motivazioni

La direzione gara, nel fornire le motivazioni, ha spiegato che "l'infrazione c'è stata, ma il team ha spiegato l’errore con la confusione all’interno della squadra e il pilota ha ammesso l’errore, avvenuto durante regime di Safety Car. In nessun momento c’è mai stato alcun pericolo per qualsiasi altro concorrente". 

Errori e incertezze

Il regolamento che lascia libertà d’interpretazione, anche questo caso farà giurisprudenza, vista la mancata e non tempestiva comunicazione di Charlie Whiting, perché altrimenti non si spiega l’uscita così tardiva dell'investigazione; questo il primo errore e per mettere una pezza a quello errore del direttore di gara. Da qui è stata decisa una sanzione minima, appellandosi anche al fatto che Hamilton non ha arrecato danno a nessuno. Come sempre, dunque, ci troviamo a discutere un regolamento troppo legato alla discrezionalità dei commissari, con il grosso limite che a ogni gara sono diversi.

Commissari

Tra questi anche Mika Salo, ex pilota Ferrari che proprio Hockenheim ha sacrificato la possibilità di vincere un gran premio di Formula 1 per ordini di scuderia. Riesaminando quanto scritto in precedenza, si può quindi dire che hanno applicato una giusta sanzione, considerando questo caso meno grave rispetto a quello di Raikkonen a Baku. La sensazione, però, è che non se la siano sentita di andare contro l'attenzione del direttore di gara e con così colpevole ritardo togliere la vittoria ad Hamilton.