Entrambi veneti, entrambi talentuosi ma con un pizzico di sorte che finora per Luca Ghiotto non è girata nel verso giusto. Per il 24enne di Arzignano sono per ora sfumati successi che erano alla sua portata in Formula 2, ma se il paragone con Patrese regge, per lui ci sarà una carriera luminosa e piena di occasioni
Luca Ghiotto come Riccardo Patrese? Tutti conoscono la storia del padovano: 257 gran premi disputati, 256 partenze, 6 GP vinti, 37 podi, 8 pole position, 13 giri veloci e 281 punti ottenuti in Formula Uno fra il 1977 e il 1993. Numeri importanti ma non sufficienti a scacciargli di dosso la ‘fama’ tutta negativa di pilota sfortunato. Ora, che al volante di un mostro da 300 km/h e più possa essere la sfiga a fare sempre la differenza è dura da far credere, eppure certe circostanze, certe coincidenze lasciano pensare… Già all’inizio della sua pur soddisfacente carriera automobilistica, Riccardo perse grandi occasioni che forse avrebbero potuto modificare il corso degli eventi e la sua storia a venire. Perse un GP del Sudafrica nonostante fosse saldamente al comando, si ritrovò spesso nella squadra giusta per far bene ma nel momento sbagliato (un’Alfa senza senso, una Brabham in fase discendente, una Williams che cambiava i motori Honda per prendere i Judd, lo sviluppo da zero della Renault che poi fece la fortuna di Mansell), nei team maggiori fu sempre considerato un secondo (prima di Piquet e poi di Mansell) mentre negli anni in cui era potenzialmente il più forte era la macchina a lasciare a desiderare.
Luca Ghiotto è veneto anche lui (dev’essere l’aria), di Arzignano in provincia di Vicenza. Quando debutta nelle categorie propedeutiche, nel 2014, dopo un lungo apprendistato in formule minori e nei kart è subito convincente e ottiene immediatamente una pole position in GP3, l’anno dopo ne colleziona cinque ma perde il campionato proprio nelle ultime due gare cedendo il passo al francese Esteban Ocon, che lo beffa per otto lunghezze. Tutto quello che non gli era accaduto nel corso della stagione gli accade nelle ultime manches. Lo contatta il Red Bull Junior Team che lo mette persino sul simulatore, per poi scaricarlo senza tanti complimenti.
Sale in GP2 e nella prima stagione vince una gara, centra tre podi e chiude ottavo. Nel 2017 sale in auto in corsa, una vittoria e quarto posto finale. Poi nel 2018 va a podio quattro volte ed è ottavo alla fine del campionato. Quest’anno già due pole e due volte viene centrato (Mick Schumacher e Boccolacci), una retrocesso per un contatto (con Sette Camara) e nella seconda e terza gara lo tradiscono il cambio e il software della partenza che lo privano di successi ampiamente alla sua portata, come negli anni precedenti segnati da contatti subìti, penalità, problemi meccanici e di motore. Verrebbe quasi da appallottolare tutto il faldone del 2019 se non fosse velocissimo e in grado di riprendersi con orgoglio e coraggio. Sfortunato come Patrese? Beh, magari. Vorrebbe dire avere davanti ancora una carriera luminosa e piena di occasioni… Forza Luca, non ti abbattere, non ha proprio nulla da perdere. Ora proprio no.