Formula 1, GP Belgio: l'analisi della telemetria del giro veloce di Leclerc

Formula 1

Federico Albano

L'analisi del giro velocissimo nelle seconde prove libere del monegasco, in special modo l’andamento del suo pedale dell’acceleratore combinato con la velocità lungo il giro, dimostra che non basta solo la tecnica per affrontare il circuito belga

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Il circuito di Spa-Francorchamps è ormai soprannominato “l’Università della Formula 1”. Questo per la sua natura allo stesso tempo veloce e tecnica, e per la grande difficoltà che piloti e squadre affrontano nella gestione di un giro così lungo e così complicato. Una particolarità è che con la sofisticazione delle Power Unit odierne i tecnici riescono a modulare l’erogazione della potenza grazie a complessi software che gestiscono appunto l’erogazione di coppia ai vari regimi di rotazione e soprattutto il cosiddetto “deploy” della parte ibrida, ormai componente fondamentale del propulsore della massima serie. Grazie a questo i piloti hanno un aiuto importante nella guida in alcune piste particolari come appunto quella di Spa-Francorchamps. Abbiamo quindi analizzato il giro velocissimo nelle Prove Libere 2 di Charles Leclerc, in special modo l’andamento del suo pedale dell’acceleratore combinato con la velocità lungo il giro.

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Guardando il grafico si vede come per due lunghissimi tratti del tracciato (circa 1.7 km entrambi) il pilota monegasco tenga premuto fino in fondo il pedale dell’acceleratore senza alzarlo mai. La cosa notevole è che questi tratti non sono rettilinei puri. Il primo infatti comprende le splendide e famosissime curve di Eau Rouge e Radillon, mentre il secondo i curvoni velocissimi di Blanchimont. Infatti guardando la linea in alto, quella della velocità, si nota come questa non sia in costante crescita ma abbia delle flessioni nei punti delle curve più marcate. Allo stesso tempo però tali flessioni non sono accompagnate da un rilascio del pedale del gas che rimane appunto sempre premuto a fondo. Questo è possibile grazie alla possibilità di modulare l’erogazione della potenza da parte della Power Unit a seconda del punto del tracciato, che permette quindi al pilota di rimanere “full gas” per tutto il tratto impegnandosi nelle curve ma senza dover alzare il piede.

Solo tecnica? No anche coraggio

Il bello di questa pista però è che la tecnica e il software non sono comunque sufficienti per ottenere questi risultati: la prestazione in questi tratti velocissimi è data dalla combinazione di potenza, traiettorie e rischio, con il pilota che avverte forze G notevoli in tutte e 3 le direzioni ma che al tempo spesso deve tenere giù il piede e spingere fino al limite. Questo quindi si riassume sia nella fiducia nel proprio mezzo ma anche nel semplice coraggio che un pilota di Formula 1 deve avere per affrontare piste impegnative come quella delle Ardenne. Ed è anche per questo che quella di Spa è una pista così famosa e leggendaria. Le sue caratteristiche mettono infatti insieme la difficoltà puramente tecnica e ingegneristica a quella più romantica del semplice coraggio dei piloti. Oggi Leclerc è apparso in splendida forma sotto entrambi i punti di vista, vediamo se lui e la Rossa sapranno domani e domenica confermarsi. Nel frattempo buona Spa a tutti!