Monza consacra Charles Leclerc: il pilota monegasco riporta la Scuderia di Maranello sul gradino più alto del podio del Gran Premio di casa dopo 9 anni. Il team si gode il nuovo che avanza, ma deve fare i conti con la gara deludente di Vettel
VIDEO. GLI HIGHLIGHTS DELLA VITTORIA DI LECLERC
PAROLE: LECLERC - VETTEL - HAMILTON
Emozione, tensione e liberazione: c’è tutto questo e tanto altro nell’urlo di Charles Leclerc che a Monza ha costruito un capolavoro. Dalla consacrazione davanti alla piazza milanese di mercoledì a quella definitiva sulla pista che per motivi affettivi conta di più: il monegasco ha gestito il fine settimana italiano in maniera impeccabile riconsegnando al popolo rosso una vittoria che a casa mancava da nove anni. Una vittoria, la seconda consecutiva dopo la sua prima volta in Belgio, gestita ma anche sofferta con la stoffa del campione. Perché dopo la partenza la Mercedes è stata sempre e costantemente un’ombra minacciosa dietro alla rossa di Charles, prima quella di Hamilton, poi a staffetta quella di Bottas. Cedere alla pressione di un mastino come Lewis sarebbe stato facile o forse comprensibile, che ci ha provato e riprovato e che aveva a un certo punto persino la gomma più calda e prestazionale. E’ servito tutto il suo sangue più freddo per non fare più sbavature dopo l’avvertimento della bandiera bianca e nera e tutti gli occhi puntati addosso. Ma questa volta anche la strategia Ferrari è stata perfetta, con la scelta della gomma dura contro la media della Mercedes. Il fatto che tutti, compreso Hamilton e Bottas, abbiano fatto degli errori fa capire quanto tirata e tesa sia stata la gara. Ingiustificato invece il testacoda in solitaria di Vettel al sesto giro e ancor più ingiustificato il suo rientro in pista, che gli è infatti costato una penalità. Alla festa Ferrari è mancato ancora una volta lui, tredicesimo. Nel risultato e nel morale. Bisognerà pensare a come recuperare il campione Vettel, ma ora è solo il momento, per la Ferrari, di festeggiare un nuovo fresco e potenziale campione.