Vettel a Sky: "Campione è la parola in italiano che sogno nel mio futuro. Con la Ferrari"

Formula 1

L'intervista di Federica Masolin al pilota tedesco della Ferrari reduce dal successo a Singapore e alla vigilia della gara di Sochi: "Dopo Marina Bay ho dormito più tranquillamente. Guardo gara dopo gara, ma quando sarò grassottello e vecchio parlerò di quanto sia stato bello far parte di questa famiglia. Io come un bomber che torna al gol? Spero di esserlo nelle prossime gare". E c'è una parola in italiano che sogna nel suo fututro: "Campione, campione con la Ferrari"

LA DIRETTA DEL GP DI RUSSIA

Sebastian Vettel è tornato al successo a Singapore dopo un lungo digiuno (22 gare) e nel weekend in Russia è pronto ad allungare la striscia di sucecssi consecutivi di un Ferrari che, dopo la sua vittoria e quelle di Leclerc a Spa e Monza, è sempre salita sul gradino più alto del podio. Il tedesco ha parlato di tutto questo e non solo nell'intervista esclusiva di Sky Sport F1 realizzata da Federica Masolin e che si conclude con una parola in italiano che il 32enne pilota Heppenheim sogna per il suo futuro: "Campione. Campione con la Ferrari".

Quanto è stato speciale vincere a Singapore?

"Lo champagne a Marina Bay? Dopo una gara così bere qualcosa di così freddo è stato molto piacevole. Sicuramente me la sono goduta, abbiamo lavorato parecchio per arrivare a vincere dopo un bel po' di tempo che non accadeva. Ed è stato più semplice riposare domenica notte dopo la gara".

L'emozione sul podio: messaggio a chi pensava che avevi mollato?

"Non do peso a questi messaggi. Ho fatto gare buone o altre meno. In generale se sei sincero con te stesso sai quando hai dato il massimo. Sono il primo a criticare me stesso quando sbaglio e non ottengo i risultati che mi aspetto".

Da Monza a Singapore

"Sicuramente mi ha dato entusiasmo il supporto di chi crede in me, sia in Italia che a Singapore. È stato bello e mi ha dato forza. Ho ricevuto tanti messaggi personali che parlavano delle loro esperienze per gestire alti e bassi. Questa è la mia passione, ma ascoltare gente che parla della sua vita ti riporta con i piedi per terra e mi ha dato energia. Anche perché ho la fortuna di fare un lavoro che è la mia passione, la mia vita”.  

La bandiera Essere Ferrari a Marina Bay

"Cosa vuol dire per me Essere Ferrari? Un giorno, quando sarò grassottello e vecchio, penserò com'è stato bello aver fatto parte di questa faiglia. Sarò orgoglioso di aver fatto parte di questo team. Mi rendo conto che il mio sport è andare in una macchina da solo e guidare, ma so di essere parte di qualcosa di più grande. Ed è quello che conta per ora. Quando sarò vecchio, penserò a questa storia".

Com'è cambiato Vettel?

"Da quando ero campione del mondo ad oggi con la Ferrari? Sono sempre la stessa persona. Mi diverto come mi divertivo allora per molti aspetti. Sicuramente sono in una posizione privilegiata per le tante gare fatte e i campionati vinti. Ma sento che mi manca di vincere un titolo in Ferrari. Poi, sicuramente, sono diventato più esperto e più intelligente. Più bello non lo so... Però sono sempre lo stesso e mi diverto ancora a guidare, a provare il brivido".

Com'è cambiata la sua F1

"La vita è cambiata rispetto a quando avevo 20 anni. Certamente non sono la stessa persona per alcuni versi, quindi ho una visione diversa delle cose. Quando fai questo lavoro conduci uno stile di vita diverso rispetto a tutti gli altri. Quando ho cominciato a correre i miei amici del liceo si sono laureati, si sono costruiti una famiglia e hanno trovato un lavoro. Tutto cambia".

Una stagione difficile

"Questa non è la prima stagione difficile, diciamo che non è andata come immaginavamo. Ci siamo resi conto che le cose non sono andate come ci aspettavamo. Qui (in F1, ndr) è come una bolla, non ci rendiamo conto di come passa velocemente il tempo. Siamo focalizzati sul momento e facciamo di tutto per migliorare e vincere le gare, a fare del nostro meglio. Ma non ci rendiamo conto della velocità del tempo. La sfida è raggiungere la perfezione e vincere le gare. Tutto è incentrato sul raggiungere la perfezione. Se ci penso, la gara in Australia non mi sembra così lontana (prima della stagione, ndr), il tempo trascorre più velocemente di quanto immaginiamo. Le cose però sono migliorate per noi, e sono passati sei mesi.  Anche se non sembra. Però guardi sempre avanti, alla gara successiva".

Il GP a Monza 

"Pensavo di fare meglio. La macchina era buona, Leclerc ha dimostrato che era migliorata. Per certi versi ero contento. Poi era una gara piena di aspettative per la Ferrari è stato bello per il team vincere. Ma di certo deluso perché non ho fatto ciò che speravo di fare".

Come un bomber che ritrova il gol

"Per me è come se nulla fosse cambiato. Dopo Monza ho cercato di capire se c'era qualcosa che non andava. Poi, invece, ho realizzato che non c'era qualcosa che non andava, ma che avevo commesso un errore. E non doveva succedere, pretendo di più da me stesso e per questo ho subito guardato avanti, alla gara successiva. Non sono arrivato a Singapore pensando a Monza. Poi è stato bello tornare a vincere, certo. Come un bomber che ritrova il gol? Di sicuro ho ritrovato la fiducia nei miei mezzi, ma alla fine è una questione di essere consapevole sul cosa fare. Speriamo ci sia un effetto bomber, e spero di esserlo anche nelle gare che restano fino alla fine del Mondiale". 

Il team radio dopo Singapore 

"I complimenti ai ragazzi del team? Non ricordo cosa ho detto esattamente nel team radio. Il riferimento era ai ragazzi che erano al circuito, ma non dimentico chi lavora in Italia, a Maranello, quelli che hanno contributo a creare il pacchetto che ci ha permesso di fare quel salto. Anche loro fanno parte del team, ognuno fa la sua parte. I pezzi che ci hanno permesso di vincere a Singapore fanno parte di un lavoro cominciato tempo fa. C'è tanto lavoro dietro. Il loro contributo non si è visto solo dopo questa vittoria, ma arriva da lontano".

Il podio di Singapore

"Se avrei diviso quel podio con qualcuno? No, perché ti godi il momento. Certo il team è con te. Non mi sentivo solo. C'era Charles e tutti i ragazzi della squadra. Ma sinceramente mi sono goduto il momento".

Cosa non cambieresti mai della Ferrari?

"La macchia rossa, il mito. Spero rimanga sempore".

Un messaggio ai meccanici

"Se ho qualcosa da dire vado giù e glielo dico (scherza Vettel). Ciò che non capisce la gente è il lavoro e la passione che abbiamo. Gente che lavora fino a tardi la notte. Sono fortunato perché noi piloti possiamo andar via ad una certa ora, mentre loro restano la notte a lavorare. Il bello è che non vorrebbero cambiare quello che fanno. Adorano le gare e vogliono esserci sempre. Difficile da capire, ma è lo spirito della F1 e la rende speciale. Fanno tante cose per me. In griglia ci guardiamo negli occhi con quelli che sono accanto o nello specchietto con chi è dietro. E questo mi dà fiducia. Sono piccoli momenti. A Singapore avevo il sedile bagnato per la seconda volta e pensavo ad uno scherzo... ma era la bottiglia dell’acqua. Loro sono molto simpatici".

Le qualità di Seb

"Non guardo mai a me stesso dicendo "wow", ma in generale penso che l'onestà sia imporante e non mi piace quando le persone sono avare di soldi e di emozioini".

Una parola in italiano per il tuo futuro

"Campione, campione per la Ferrari".