MotoGP, GP Catalunya 2018: "Un podio, tre campioni del mondo", l'editoriale di Guido Meda

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Guido Meda

A Barcellona non si va sul podio per caso. L’assenza di Lorenzo era un’anomalia, oggi sanata. Lui, Marquez e Rossi sono tre pianeti in collisione, ma sono i migliori. E Valentino, nonostante una moto ancora indietro, è un’altra volta aritmeticamente l’unico vero contendente per il titolo

GP OLANDA, GUIDA TV

Max Biaggi, un ex di lusso che la sa parecchio lunga, guarda verso il podio della MotoGP e afferma semplicemente: “Guardate chi c’è lassù”. E senza dire altro dice in verità moltissimo: lassù, sul podio, ci sono in effetti tre campioni del mondo. Dopo la variegata sfuriata iniziale il motomondiale ci ha restituito il proprio meglio. Perché su piste vere come questa (e come il Mugello) e il tema delle gomme che con il caldo si fa delicatissimo, la MotoGP obbliga tutti ad un salto di qualità che è affrontabile solo da chi è attrezzato di talento, esperienza e titoli. Lorenzo, Marquez e Rossi insieme ne fanno venti. E non può essere un caso. Al di là delle simpatie o antipatie reciproche, nessuno è come loro tre, nemmeno il grande Dovizioso stavolta sbattuto in terra troppo presto da una foga targata Lorenzo che fa a pugni con la sua razionalità.

L’anomalia, grave, era piuttosto Jorge assente dalle zone alte di questa porzione dell’era Marquez. Ci eravamo abituati, ma è molto più normale così. Più giusto che stia lì, a vincere o a provarci da vicino con la Ducati, per quanto destinato altrove, con probabili mal di pancia bolognesi. Il vero Lorenzo dunque è questa cosa qui che va e vince. Marquez è quell’altra cosa favoritissima, portata a strafare e a rinunciare quando strafare non serve. Rossi è quella cosa unica di cui si è già detto tutto, che alla settima gara sta al secondo posto del mondiale, in ragione di una costanza e di una applicazione che gli fanno ottenere il meglio sempre; anche quando vincere non è possibile per oggettive lacune tecniche. E con gli altri parimarca piuttosto defilati.

Ciascuno per il suo verso sono tre pianeti tra i quali è impossibile mettere pace, perché la pace non è contemplata, non qui purtroppo, ma per davvero. Tra grandi campioni in attività le distensioni aprono varchi nei quali è troppo pericoloso lasciare infilare chiunque. In ogni ambito. Qui non si vince solo di serbatoi nuovi, ma anche di egoismo, di rivincite, di orgoglio. Lorenzo ha vinto su tutta la linea e ne sanno qualcosa in Ducati dove festeggiano sentendone già la mancanza e beccandosi le critiche di chi esercita il senno del poi. Ma il Mondiale oggi ha una faccia autentica. Anzi, ne ha tre.