Es o Super-io? Psicoanalisi della lotta al titolo in MotoGP

Sì, ma cosa c’entra tutto questo con la MotoGP? In tutte le competizioni sportive, l’atleta deve affrontare non solo la prestazione, che di per sé già comporta un pesante carico di stress psicofisico, ma tutta una serie di variabili ambientali e umane circostanti. Da questo punto di vista il motomondiale sta regalando grandi spunti e il sogno sarebbe quello di portare Sigmund Freud a fare un giro nel paddock. Nato a Freiberg, nella regione austriaca della Moravia nel 1856, Freud si trasferì con la famiglia all’età di quattro anni a Vienna, dove compì gli studi e gran parte della sua carriera. Come avrebbe interpretato la situazione al Red Bull Ring? La lotta al titolo è sempre più definita dal dualismo Bagnaia-Martin, con Bastianini e Marquez aritmeticamente ancora in gioco. La classifica ricompone quel poker d’assi che la Ducati ha dovuto sfoltire, creando nuovi equilibri e dinamiche. Ma per capire meglio bisogna sempre analizzare il passato... Il Mugello è stato teatro del colpo di scena: con una mossa del tutto inaspettata, Marquez ha occupato la sella destinata per il 2025 a Jorge Martin che, di conseguenza, si è accasato in Aprilia - dopo il secondo grande rifiuto, visto che nel 2023 gli era stato preferito Bastianini . Pramac, la squadra satellite principale, ha deciso di migrare verso Yamaha. In definitiva, la Ducati ha sacrificato un team e due piloti all’altare di un otto volte campione del mondo: plausi e critiche, fusi in una tensione che solo i risultati potranno eventualmente sciogliere. Per quanto riguarda il capitale umano, i riflettori si sono accesi su Martin: svanito definitivamente il sogno di diventare un pilota ufficiale per la Rossa, un calo psicologico sarebbe stato comprensibile; invece, ha continuato a essere l’antagonista principale di Bagnaia, portandosi anche in testa alla classifica, salvo il controsorpasso di Pecco in Austria. Tra i due si è, anzi, instaurato un duello che si rinnova in ogni gara, sempre più ricco di sfumature. Non solo tecniche: questa lotta al titolo si sta giocando molto sul piano mentale. Una guerra di nervi dove si scontrano le personalità, esasperando le potenzialità intellettive del pilota. Martin e Bagnaia, l’Es e il Super-io. Uno istintivo ed esplosivo, l’altro razionale e chirurgico. Uno re delle Sprint, l’altro dominatore delle gare lunghe. Ma, ultimamente, qualcosa è cambiato: il confronto costante ha rimescolato le istanze delle personalità, spostando i termini del conflitto. Martin ha smesso di commettere errori di impeto, Bagnaia pare esaltarsi sempre di più in situazioni al limite. Come in Austria, dove ha stampato il giro veloce proprio nel bel mezzo dello scontro diretto con il rivale. Per stessa ammissione dei piloti, si è arrivati al punto in cui vince chi non commette sbagli, all’interno di un circolo virtuoso di prestazioni sportive portate all’estremo. Il mondiale andrà, insomma, a chi avrà avuto l’Io più dominante. Ma la struttura psichica del campione del mondo in carica non è alle prese solo con la leadership. Dalla notizia del passaggio di Marquez nel team ufficiale della Ducati, Pecco vive il presente in continua stimolazione del futuro. Il monito più caustico, tanto quanto autorevole, è arrivato da Dani Pedrosa, ex compagno di Marquez in Honda: “Bagnaia sta ottenendo grandi risultati anche perché ha una struttura creata apposta per lui. E ripete costantemente che nessuno dovrà cambiare questo status. Ma la prima cosa che farà Marquez sarà proprio colpire il punto debole di Pecco”. C’è chi parla di una sorta di prova del nove per Bagnaia e chi come Valentino Rossi ritiene che Pecco non debba dimostrare più niente a nessuno: “Ha vinto 3 campionati del mondo, di cui 2 consecutivi in MotoGP con la Ducati, non ha bisogno di avere Marquez nel suo team per dimostrare di essere il più forte”. Per ora il diretto interessato pare imperturbabile e concentrato solo sulla lotta al titolo. Ma sa che la prossima stagione sarà molto diversa da quelle passate con accanto Bastianini. Non sappiamo come Marquez approccerà il box Ducati, ma certamente lo spagnolo ha più volte dimostrato in passato di essere maestro dei cosiddetti mind game. Ma gli schemi comportamentali vanno anche filtrati attraverso eventi oggettivi: in questo caso, quattro operazioni al braccio, il rischio di non tornare, un lungo periodo di stop durante il quale il motociclismo e gli avversari sono cambiati, cresciuti, raggiungendo livelli forse mai toccati prima; tanto che per ora Marquez è impegnato nell’affannosa ricerca di ciò che prima gli veniva meglio di qualsiasi altra: la vittoria. Il ‘principio di piacere’, ovvero la realizzazione immediata e istintiva dei desideri, si scontra con il principio della realtà. A tutti i livelli e per chiunque. In Austria, al Red Bull Ring, di fronte alla Ducati, a Bagnaia, a Martin o a Marquez, Sigmund Freud avrebbe probabilmente detto: “Raccontatemi i vostri sogni”.

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