MotoGP, Di Giannantonio: "Tra i primi ci sono anche io. La pressione è su Pecco e Marc"

Fabio, impostiamo la macchina del tempo e torniamo al 2018. Prima gara della storia qui a Buriram, Moto3, ci sei tu sul gradino più alto del podio. "Sì, è vero. Questa pista mi riporta alla mente bei ricordi. Prima gara in Thailandia, prima vittoria. È stato un momento molto sentito". Sempre in quella stagione: vittoria di Bagnaia in Moto2 e di Marquez in MotoGP. Guarda caso, tutti i tre piloti Full Factory... "Sono contento. Quest'anno è una super opportunità per fare bene in pista. Bellissimo avere da Ducati la stessa moto e lo stesso supporto degli altri, è una grande soddisfazione". Tu sei un ragazzo profondo nelle sue analisi. Quali sono stati i tuoi pensieri nel pre stagione, anche pensando all'infortunio? "Il 2024 è stato un anno bellissimo. Ho ritrovato il piacere di guidare la moto e di affrontare il weekend di gara. Non che l'avessi persa ma nella stagione precedente erano cambiate un po' di cose. Il team VR46 mi ha accolto in maniera fantastica e li ringrazio. Abbiamo vissuto tante emozioni positive, anche qualche momento negativo, ma in generale è stata una delle mie annate preferite della carriera". Sepang, primo giorno di prove. Rientri dopo l'infortunio, giri anche abbastanza bene, fai un'impennata per festeggiare, cadi e ti fai male. Cosa hai pensato in quel momento? "Lì per lì mi sono colpevolizzato, anche perché non mi ero spiegato come fosse successo. Ogni pilota è abituato a impennare quando esulta. In realtà poi abbiamo analizzato la dinamica e abbiamo scoperto che è stato solo un colpo di sfortuna, perché c'è stato un problema tecnico che ha causato la caduta. Un vero peccato, sia per i danni 'gratuiti' alla moto sia perché mi sono infortunato di nuovo. Insomma, inizio la stagione con carica e voglia di fare bene ma con il sorriso a metà per via degli acciacchi". Alessio Salucci in una sua massima ha detto che "Il pilota nasce impennando". "Ringrazio Ale e tutto il team, perché quando sono caduto nessuno mi ha colpevolizzato. Non è una cosa banale, l'ho apprezzato tanto. Mi hanno sempre difeso e hanno aspettato prima di fare tutti gli approfondimenti del caso". Ti ha fatto più male questo incidente o quello che hai avuto nel 2024, che poi ha portato alla scelta di fermarti? "Quello dell'anno scorso ha fatto male perché eravamo in un momento di crescita pazzesco, avevo fatto quinto a Silverstone a soli 8 decimi da Marc e Pecco. Ci ha un po' stroncato la stagione. Anche questo non ci voleva proprio. Il recupero alla spalla è stato molto lungo, e ancora non ero al 100%. Fermarmi di nuovo è un colpo pesante". A Barcellona con Ducati hai fatto solo i test, sei praticamente digiuno di questa moto. Come te la immagini? "È la migliore moto che Ducati ha a disposizione, con il pacchetto più veloce per scendere in pista. Penso sia la moto migliore del mondo. L'anno scorso lo è stata, questa stagione non penso sia tanto lontana. Credo sia pazzesca. Non vedo l'ora di salirci e di ottenere dei risultati". Durante la tua convalescenza, non potendo lavorare sulla moto, cosa pensavi? "Sono stato sempre in contatto con Gigi e tutto il team, mi hanno tenuto aggiornato su ogni passaggio. Mi trovo totalmente in linea con loro, nel senso che dopo aver guidato per tre stagioni una moto 'vecchiotta' trovarmi con una Ducati elaborata da Pecco, Marc e tutto il team va benissimo. Sarà di certo una super moto". In cosa ti dovrebbe avvantaggiare in base al tuo stile di guida? "L'anno scorso il mio forte, che consiste nell'entrare a centro curva con tanta velocità e poi mantenerla, era un po' limitato. Questa moto credo possa farmeli ritrovare, anzi potrebbe anche spingermi ancora più al limite. Sono convinto possa esaltare i miei punti di forza". Voi motociclisti, a differenza di altri sportivi, non avete la possibilità di allenarvi. Dovete cercare delle alternative. Jorge Martin in questo modo si è fatto male, ma non è il primo a cui è successo. Tu di che filosofia sei? "Fin da piccolo ho sempre pensato che serve saper fare un po' di tutto e differenziare il tipo di allenamento. Per esperienza però niente ti prepara davvero per una MotoGP, perché sono mezzi troppo estremi. Ultimamente ho girato un po' di più sulle moto stradali, quello aiuta ma fino a un certo punto. Il focus di un pilota, secondo me, dovrebbe essere allenarsi come un atleta. A gusto personale farei cross tutti i giorni, anche se è molto pericoloso. Il flat track aiuta nella gestione del gas, il motard in altro. Ogni specialità serve, ma nessuna ti allena in maniera specifica per la MotoGP". In questi giorni non sei salito in moto. Più per scelta, per paura, per scaramanzia? "Solo per questioni di tempistiche. Sono passati 17 giorni dall'intervento. Un osso per saldarsi ha bisogno di sei settimane. La clavicola non si è ancora sistemata del tutto, c'è una placca che la tiene insieme. Fare una prova in pista sarebbe stata una mossa azzardata, abbiamo preferito concentrarci sulla riabilitazione per arrivare qui il più pronti possibile". Hai tutti i dati di Ducati a disposizione. Studierai le mosse di Pecco e Marc? "Ovviamente sì. Pecco è stato campione del mondo fino a pochi mesi fa, e ha vinto due titoli in MotoGP. Marquez è un talento incredibile, abbiamo visto quanto bene ha fatto la stagione scorsa con la stessa moto che ho usato fino al 2023. Ma anche loro credo abbiano preso qualcosa da me, perché diciamo che non vado proprio malissimo. Qualche mio dato l'avranno visto anche loro. L'obiettivo rimane diventare il numero uno, pertanto gli avversari vanno studiati". Per il Mondiale forse se la giocano più loro, tu in cosa speri? Qualche podio? "L'obiettivo è fare bene, divertirci. La pressione ovviamente ce l'hanno i 'rossi', che sono i Factory veri. Faremo il meglio con il pacchetto che abbiamo ma non mi butterei del tutto fuori da questo gruppetto di testa". Bello ritrovarti così sorridente. Un pregio e un difetto? "Pregio: sono cresciuto, adesso ragiono con più calma. Difetto è che, nonostante tutto, ho sempre fretta, troppa fretta. Devo imparare a rallentare". Con le tue prestazioni e il tuo modo di fare hai conquistato la 'realtà gialla', perché non eri della nidiata dei piloti VR. È una bella soddisfazione... "Ne sono orgoglioso. Lo dico con sincerità. Anche perché siamo sempre stati rivali in pista, con il team e i suoi piloti. Esserci entrato adesso e sentirmi così apprezzato è un grosso motivo di orgoglio. Alla fine ci siamo trovati. Forse hanno visto in me anche una bella persona". Pensa come cambiano in fretta le cose. Un po' di tempo fa sembrava non ci fosse quasi posto per te in MotoGP, ora guidi una moto ufficiale. Una bella storia da raccontare. Cosa diresti a qualcuno che non ti conosce? "Gli direi che è proprio vero. Che Fabio Di Giannantonio è una persona e un pilota che non molla mai. Questa è la caratteristica che mi ha portato fino a qui. Poi vedremo dove riuscirò ad arrivare". Una panoramica sulla Roma? Come sta andando? "Siamo in ripresa, ne sono contento. Quando posso seguo le partite. Con Claudio Ranieri ci siamo risollevati, adesso siamo noni in classifica. Il mister mi piace tanto. Poi sono stato qualche volta a Trigoria. L'ambiente è bello, c'è più serenità adesso. È bello vedere la Roma così in forma".

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Sandro Donato Grosso