Il ritorno del figliol prodigo Franco Morbidelli

Dopo i primi due weekend della stagione 2025 i riflettori sono puntati sul dualismo Ducati tra Marc Marquez e Pecco Bagnaia, e sulla sorpresa Alex Marquez, fin qui velocissimo. Spostando leggermente lo sguardo a lato, però, c’è un’altra stella che sta brillando, oltre alle tre appena citate: Franco Morbidelli. Vederlo lì davanti non è una sorpresa. Morbidelli, che nonostante sia uno dei piloti più esperti del lotto ha solo 30 anni, nella sua carriera è stato campione europeo superstock 600, campione Moto2 nel 2017 ma soprattutto vice campione del mondo MotoGP nel 2020, al tempo con Yamaha. Parliamo di un pilota sfortunato: in quella stagione, per esempio, accorciata a 14 gare a causa della pandemia, ruppe il motore a Jerez mentre era al terzo posto, lasciando punti decisivi nella lotta al titolo contro lo spagnolo Mir ; ma parliamo anche di un pilota che avrebbe potuto essere campione del mondo, o quantomeno di un pilota che ha già dimostrato di potersi sedere allo stesso tavolo con i big della categoria. Per tornare al punto della sfortuna: nel 2021 si infortuna seriamente al ginocchio, saltando parecchi Gran Premi. Ritorna, ma si trova a dover lavorare con una Yamaha in grave difficoltà tecnica, oltre a dover assimilare il cambio di capo tecnico, una figura fondamentale per ogni pilota. Così Morbidelli ‘sparisce’ dalla scena, o quantomeno dalle prime posizioni. Lo ritroviamo nel 2024, quando passa alla Ducati Pramac, una moto veloce e performante con cui rilanciarsi. Ma ci si mette di mezzo di nuovo la sfortuna: altro brutto infortunio, altro lungo stop durante i test pre stagione e un inevitabile ritardo che gli preclude tutta la prima parte di campionato, dovendo al rientro fare i conti con un feeling da costruire da zero e con la concorrenza di piloti che sono molto più avanti dal punto di vista sia fisico sia mentale. Dopo un 2024 interlocutorio, dove ha alternato alti e bassi, Morbidelli ha iniziato la stagione 2025 come meglio non poteva: quarto in Thailandia, terzo in rimonta in Argentina, sempre nel gruppo di testa con i fratelli Marquez e con Pecco Bagnaia. Come a dire: “Ci sono anche io quest’anno”. Da questo avvio sembra che Morbidelli abbia ritrovato l’equilibrio in pista, la spinta giusta per tornare protagonista. Merito anche del team VR46, di cui fa parte, dove sta avendo modo di lavorare e interagire con Valentino Rossi e Uccio Salucci, che conosce bene. L’ambiente familiare del VR46 è ciò che di meglio poteva sperare per ritrovare autostima. Perché Franco Morbidelli è un ragazzo a tratti introverso, che ha bisogno di sentirsi circondato di persone che gli vogliono bene per rendere al meglio. Sa lavorare sulla moto, ha le conoscenze, non è uno di quei piloti che sale in sella e dà gas: per andare forte deve capire quello che sta facendo e cosa sta succedendo intorno a lui nel box. Solo con questa tranquillità può andare a caccia dell’obiettivo, e la solidità ‘umana’ che ha trovato nel team VR46 lascia pensare che ha tutte le carte in regola per essere un protagonista della stagione 2025. Passando alla pista, non bisogna dimenticare che il team VR46 ha preso il posto di quello Pramac: la moto di Morbidelli è una versione aggiornata delle Ducati del 2024, molto competitiva anche contro la 2025 di Bagnaia, Marquez e Di Giannantonio. Insomma, è un mezzo che Franco già conosce, con cui può essere competitivo nell’immediato e farci divertire. E chissà che magari non possa essere un outsider per le posizioni di vertice del campionato. Bentornato!

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Il ritorno del figliol prodigo Franco Morbidelli

Mauro Sanchini