Please select your default edition
Your default site has been set

Westbrook non si ferma più, Lakers ok a Chicago

NBA
Russell Westbrook e il suo ex allenatore Scott Brooks (Foto Getty)

Quarta tripla doppia consecutiva per la point guard dei Thunder, che vincono all'overtime. Rinviata Philadelphia-Sacramento per condensa sul campo, Boston cade in casa contro Detroit e tornano alla vittoria gli Spurs nel derby texano contro Dallas.

Oklahoma City Thunder–Washington Wizards 126-115 OT – Un’altra perla nell’incredibile inizio di stagione di Russell Westbrook. La sua quarta tripla doppia consecutiva (nona in questa stagione, sesta nelle ultime 8 partite) viene impreziosita dal modo in cui domina il finale di gara, segnando la tripla del pareggio (l’unica mandata a segno in una partita in cui ha tirato 12/35 dal campo) per mandare la partita al supplementare e poi mettendo 14 dei suoi 35 punti nell’overtime, che si aggiungono a 14 rimbalzi e 11 assist per la 46esima tripla doppia della sua carriera, superando LeBron James al sesto posto all-time. Non esattamente un regalo di bentornato per il suo ex allenatore Scott Brooks – accolto con una standing ovation dal pubblico di Oklahoma City – che ha avuto sette giocatori in doppia cifra guidati dai 31 punti di Bradley Beal e dalla doppia doppia da 15+15 di John Wall. I Thunder, grazie anche ai 25 con 6 rimbalzi e 6 assist di Victor Oladipo, sono alla quarta vittoria consecutiva e attualmente al quinto  posto a Ovest con un record di 12-8.

Chicago Bulls–Los Angeles Lakers 90-96 – Importante vittoria in trasferta per I Lakers, tanto per il valore dell’avversario quanto per la rimonta effettuata. Dopo essere andati anche sotto di 14 punti nel primo quarto, i gialloviola hanno avuto il solito apporto dalla panchina (18 punti a testa per Lou Williams e Jordan Clarkson, migliori marcatori della gara, più i 12+11 di Larry Nance Jr.) e soprattutto una doppia doppia da 13 punti e 20 rimbalzi (massimo in carriera) per Julius Randle, autore del sottomano decisivo a 45 secondi dalla fine. I Bulls hanno vissuto una pessima serata al tiro – 35% dal campo e 4/21 da tre con Jimmy Butler da 4/22 – e non hanno saputo capitalizzare sulle 23 palle perse dei Lakers (privi di D’Angelo Russell e Nick Young) e sulla quasi tripla doppia di Robin Lopez (10 punti, 9 rimbalzi e 8 stoppate, career-high). È la prima volta in stagione che i Bulls perdono una partita in cui hanno tenuto gli avversari sotto i 100 punti segnati.

Boston Celtics–Detroit Pistons 114-121 – Dopo aver perso otto delle precedenti nove trasferte, i Pistons ci hanno preso gusto: la sera dopo aver sbancato Charlotte, la squadra di Stan Van Gundy si è ripetuta a Boston grazie a un eccellente lavoro di squadra. Ben quattro giocatori hanno toccato quota 20 punti (Caldwell-Pope 25, Harris 21, Morris 20, Drummond 20 e 17 rimbalzi) a cui si aggiungono i 19 con 8 assist e 8 rimbalzi di Ish Smith. Detroit ha stravinto la sfida a rimbalzo (52-33) e ha tirato col 45% da tre (9/20), guidando la partita a lungo fino a un parziale di 11-0 dei Celtics che si erano portati in vantaggio nell’ultimo quarto. A quel punto un contro-parziale di 9-0 a cinque minuti dalla fine ha rimesso le cose a posto per gli ospiti, che con questa vittoria tornano a un record del 50%. A nulla sono valsi il massimo stagionale di Kelly Olynyk (19 punti) e i 27 di Isaiah Thomas, autore però di un circus shot memorabile.

 

Toronto Raptors–Memphis Grizzlies 120-105 – Senza sei giocatori da rotazioneMike Conley, Vince Carter, Chandler Parsons, Zach Randolph, Brandan Wright e James Ennis – per infortuni e problemi personali, i Memphis Grizzlies hanno dovuto affidarsi ai “Nasty Nine” (definizione di coach Fizdale) rimasti a disposizione per affrontare i Raptors. Non è bastato il massimo in carriera di Andrew Harrison (21 punti) per cogliere la settima vittoria consecutiva in trasferta, anche perché i Raptors hanno avuto il solito contributo dalle guardie (29+8 di Lowry, 24 di un DeRozan sotto i 30 punti per la sesta partita di fila) e dalla panchina (season-high di Cory Joseph con 16, doppia doppia da 14+13 per Patrick Patterson) nonostante le 20 palle perse, massimo stagionale per il secondo miglior attacco della lega.

Dallas Mavericks–San Antonio Spurs 87-94 – Giorni fa Gregg Popovich aveva espresso tutta la sua frustrazione per il modo in cui la sua squadra aveva “mancato di umiltà e rispetto” nei confronti dei Mavs. La rivincita ha avuto lo stesso risultato della prima partita – una vittoria, l'undicesima consecutiva in trasferta, anche senza i “vecchietti” Parker, Ginobili e Gasol – ma gli Spurs hanno avuto bisogno di un ultimo quarto da 15 punti di Patty Mills (23 punti) e dei 21 di Kawhi Leonard per risalire dalla buca che si erano scavati. Nel terzo quarto, infatti, i padroni di casa hanno attraversato una bonaccia di 13 possessi senza un punto segnato, perdendo il parziale 26-18 con i 26 punti di Wesley Matthews (massimo stagionale) e i 17 di Harrison Barnes. Ma un parziale di 11-2 nell’ultimo quarto ha permesso loro di riportarsi avanti senza più voltarsi indietro, per la soddisfazione di coach Pop: “Siamo andati sotto, non abbiamo frignato, siamo rimasti lì e abbiamo ribattuto colpo su colpo fino a quando non abbiamo trovato un modo per vincere”.

Phoenix Suns–Atlanta Hawks 109-107 – Continua l’andamento rapsodico della stagione degli Hawks. Dopo aver vinto sei partite in fila, Atlanta ha perso sette delle ultime otto di cui quattro consecutive in un tremendo tour a Ovest che ha incrinato molte delle loro certezze. L’ultima è arrivata a Phoenix, dove nonostante il massimo in carriera di Dennis Schröder (31 punti di cui 14 nell’ultimo quarto) e gli apporti di Kent Bazemore (22), Tim Hardaway Jr. (21) e la doppia-doppia da 17+14 di Dwight Howard, è stata la panchina a tradire coach Budenholzer. Le riserve dei Suns hanno segnato 54 punti guidate dai 23 di Brandon Knight e i 17 di Jared Dudley, ribaltando uno svantaggio in doppia cifra accumulato nel primo quarto e ringraziando gli 8 punti nell’ultimo parziale di Leandro Barbosa, prima che il canestro del +5 di Eric Bledsoe (solo 5/17 al tiro) chiudesse i conti a 28 secondi dalla fine.

Portland Trail Blazers–Indiana Pacers 131-109 – Dopo aver perso sei delle ultime otto, i Blazers avevano bisogno di una vittoria per ritrovare un po’ di fiducia. È arrivata abbastanza comodamente contro il loro ex allenatore Nate McMillan, ancora privo di Paul George e travolto dai 73 punti nel primo tempo dell’attacco dei Blazers, miglior prestazione stagionale così come i 131 punti finali. A guidarli il solito Lillard autore di 28 punti con 10 assist, 5 rimbalzi e 4 recuperi, a cui si aggiungono i 23 di Maurice Harkless e altri quattro giocatori in doppia cifra. Per Portland è la quinta vittoria consecutiva contro Indiana, che ha avuto 25 punti da Jeff Teague e 19 con 10 rimbalzi da Myles Turner, ma non è mai sembrata realmente in partita.

Philadelphia 76ers–Sacramento Kings RINVIATA – I postumi della partita di hockey dei Philadelphia Flyers ha lasciato postumi indesiderati al Wells Fargo Center. La condensa che si è formata sul parquet dei Sixers – colpa di un caldo umido inusuale per fine novembre – ha impedito che si disputasse la partita con i Kings, costringendo la Nba a rimandare la sfida tra Joel Embiid e DeMarcus Cousins. Il quale, peraltro, ce l’ha messa davvero tutta per giocare, arrivando anche a pulire il pavimento in prima persona.