NBA Preview: Warriors-Raptors, sfida al vertice
NBAI Toronto Raptors e i Golden State Warriors sono le due migliori squadre NBA, il meglio che questi primi due mesi di regular season possano offrire (in diretta dalle 4.30 su Sky Sport 2), nonostante sposino due filosofie di gioco diametralmente opposte: scopriamole insieme più nel dettaglio
“La sfida degli attacchi”, il titolo sul marquee della Oracle Arena è fin troppo facile da indovinare. Golden State Warriors (27-5, miglior record di lega) e Toronto Raptors (22-8, secondi a Est dietro solo ai Cavs) si affrontano forti di una efficienza offensiva che non ha eguali nella lega: tutti ormai abituati alla potenza di fuoco dei californiani (e di una squadra che può contare su Steph Curry, Klay Thompson e Kevin Durant), capace di produrre 113 punti per 100 possessi, la vera sorpresa è che i canadesi al momento fanno addirittura meglio, a quota 114.3. Il merito principale è da ascrivere alla incredibile stagione offensiva del loro realizzatore DeMar DeRozan (con lui in campo i Raptors viaggiano a 121.3 punti per 100 possessi), ma tutta la squadra di coach Casey sta dimostrando una efficienza offensiva inattesa a inizio anno. Gustosi sottoclou alla sfida tra i due migliori attacchi NBA anche il duello tra due backcourt micidiali — quello tanto celebrato degli “Splash Brothers” composto da Steph Curry e Klay Thompson, e la coppia DeMar DeRozan-Kyle Lowry, presenza ormai fissa all’All-Star Game nella selezione della Eastern Conference — e tra due stili di gioco che non potrebbero essere più distanti, come ben evidenziato dal dato sui passaggi. Gli Warriors infatti guidano la lega per assist a partita (31.1, in 21 occasioni ne hanno distribuiti almeno 30, il record è 20-1), mentre i Raptors sono quartultimi, a fronte di un totale assistenze fermo a 20 (peggio di loro solo Dallas, Utah e Phoenix). Un dato che li allontana ancora di più se si analizza la percentuale di assist: del 71.9% quella della squadra di coach Kerr (i secondi nella lega sono al 64.1%), solo 49.3% quella di Toronto, penultima in tutta la NBA.
Casa dolce casa — Golden State arriva al match interno contro i canadesi dopo un giro di trasferte che li ha visti andare a Brooklyn, Detroit e Cleveland (8 delle ultime 11 gare sono stare disputate lontano da casa). Circostanza che amplifica ancora di più l’ottimo record di squadra, dato che solo due altre squadre NBA hanno giocato finora più volte in trasferta e solo tre hanno avuto meno dei 14 incontri casalinghi degli Warriors. Un dato destinato a cambiare visto che con la gara contro Toronto Golden State inaugura una serie di cinque gare interne consecutive, nove delle prossime dieci, con l’unica trasferta senza uscire dai confini della California (Sacramento). Brutte notizie per i Raptors, che a Oakland non vincono dal 2004 e hanno perso gli ultimi 11 incontri esterni contro Golden State.
Primi in (quasi) tutto — I primati di squadra per efficienza offensiva e altruismo nei passaggi dei californiani sono solo la punta dell’iceberg di una squadra che sembra nuovamente destinata a dominare la lega: gli Warriors sono attualmente primi anche per Net Rating (+12.3) recuperi (9.63 a sera), stoppate (6.22), percentuale dal campo (49.5%) e punti in contropiede (20.5), ma è l’eccellenza difensiva abbinata che spaventa di più il resto della lega: miglior difesa per percentuale concessa agli avversari, tanto dal campo (43.0%) che da tre punti (32.5) e secondo miglior Defensive Rating NBA dietro solo di un nulla ai Grizzlies (100.8 punti concessi su 100 possessi, contro i 100.7 di Memphis).
Come te nessuno mai – I Toronto Raptors però, non sono da meno, soprattutto nella metà campo avversaria in cui sottraggono lo scettro agli Warriors sul trono del miglior attacco NBA: primi, anzi primissimi visto che nella storia NBA mai nessuno ha concluso la regular season mantenendo una produzione del genere. Il quintetto più funzionale tra quelli schierati con maggior continuità da coach Casey è quello composto da Lowry-DeRozan-Carroll-Patterson-Valanciunas: una macchina stritola-avversari che genera un Net Rating di 32.1. Per intenderci, il Death Lineup 2.0 (o Hamptons 5 che dir si voglia) di Golden State si ferma “soltanto” a quota 26.5. Un concentrato di tutto ciò che sta funzionando in casa Raptors, a partire dallo straordinario DeMar DeRozan di questo primo terzo di regular season, cannoniere da midrange in un mondo in cui tutti tirano o da più vicino o da più lontano. Per il losangelino cresciuto nel mito di Kobe Bryant invece, le analytics sembrano non contare: 27.5 punti di media tirando pochissimo da tre (e con modesti risultati) e mandando a bersaglio nel 75% dei casi conclusioni non assistite.
I due arcieri dei Raptors - Un rebus, come spesso e volentieri è Patrick Patterson per le difese avversarie nei 29 minuti scarsi in cui viene utilizzato: l’equilibratore nelle due metà campo del quintetto di Toronto. +14.2 di Net Rating quando c’è sul parquet rispetto a quando sta seduto, in grado di cambiare all’occorrenza sul pick&roll in difesa (non la specialità della casa per Valanciunas, usare un ampio giro di parole) e utile nell’allargare il campo grazie alle sue doti di tiratore da tre punti. La differenza dall’arco però la sta facendo Kyle Lowry, il quale ha migliorato la sua capacità nel tiro dalla lunga distanza in maniera impressionante: il numero 7 sta mettendo a referto cifre che non si erano mai viste accostate al suo nome in un tabellino, sia in termini di quantità (7.4 tentativi) che di percentuale realizzativa (45%), ben al di sopra della sua miglior prestazione in carriera fissata non più di sei mesi fa al 38.8%. Un’arma in più che ha cambiato totalmente lo scenario offensivo in casa Raptors, l’ennesimo passo in avanti per provare a migliorare la passata stagione da record.
Obiettivi - I canadesi arrivano alla sfida contro Golden Sate a una sola vittoria di distanza dal primo posto della Eastern Conference occupata dallo spauracchio Cleveland Cavaliers , unici in grado di battere già due volte i Raptors in questa stagione.Gli Warriors hanno già avuto la meglio contro i canadesi nella sfida del 17 novembre scorso, corsari all’Air Canada Center grazie ai 65 punti del duo Curry-Durant, sette in più di quelli realizzati da Lowry e DeRozan. Esattamente lo scarto di punti che sarebbe servito per sovvertire il 127-121 finale. Dimostrare di essere all’altezza e di poter colmare quel gap è il vero obiettivo dei Raptors, unico modo per avanzare definitivamente la candidatura a pretendente al titolo NBA.