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NBA, anticipo di playoff a Est: è Cleveland-Boston

NBA
LeBron James, 29.7 punti di media in carriera contro i Celtics (Foto Getty)
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Stanotte alle 2 (diretta Sky Sport) si affrontano la prima e la terza miglior squadra della Eastern Conference. I Cavs hanno vinto le ultime dieci con LeBron James in campo, i Celtics sei delle ultime sette: chi è "The Beast of the East"?

Si sono già incontrate ai playoff nel 2015, non è detto che non succeda ancora: Cleveland Cavaliers (23-7, primi a Est, secondi nella lega) contro Boston Celtics (19-13, terzi nella conference) per molti potrebbe essere un’anticipazione della prossima finale della Eastern Conference (Raptors permettendo…). Nel 2015 era diverso: alla prima apparizione in postseason sotto coach Brad Stevens, i Celtics avevano fatto notizia perché — pur perdendo 0-4 — avevano dato una serie ai Cavs, testa di serie n°2, meritandosi espliciti lodi niente meno che da “King” James. Oggi è diverso: Isaiah Thomas è diventato nel frattempo un All-Star e da Atlanta è arrivato Al Horford, e Boston non si accontenta più di semplici apparizioni a playoff, belle parole e vittorie morali, ma vuole vincere sul serio — o almeno provarci. Qualcosa è cambiato anche dall’altra parte: vicini al titolo ma sconfitti in finale al termine di quei playoff inaugurati col cappotto rifilato ai Celtics, Cleveland nel frattempo l’anello se l’è messo al dito e oggi più che mai è la squadra da battere. Impresa non facile per nessuno, e nemmeno per Boston, che delle ultime otto sfide contro i Cavs (playoff 2015 inclusi) ne ha perse sette, compreso anche il primo incontro stagionale del 3 novembre scorso, una vittoria 128-122 di Cleveland decisa dai 23 punti in contropiede dei Cavs (contro solo 6 degli ospiti), dagli 11 di Kevin Love nel quarto quarto (26 per lui), dai 23 di Kyrie Irving e dai 30 (20 nel solo terzo quarto) con 12 assist e 7 rimbalzi di LeBron James. Una delle nove occasioni in cui i Big Three dei Cavs hanno toccato contemporaneamente quota 20 o più punti (8-1 il record). 

Attenzione a LeBron — I 30 punti del “Prescelto” nel primo episodio della serie stagionale non devono stupire. Sono i biancoverdi, infatti, la squadra che l’uomo di Akron gradisce punire più di qualsiasi altra nella lega, come dimostra la media punti nei 43 incontri di stagione regolare disputati contro Boston: 29.7, la più alta comparata a qualsiasi altra franchigia. In questa stagione in particolare poi, James e soci sembrano non aver pietà proprio per le squadre della Atlantic Division, contro cui sfoggiano un sonoro 9-0 (compresi tre successi contro Toronto) e lasciano pochissime chance a chi si avventura alla Quicken Loans Arena, dove hanno fin qui vinto 16 gare su 18, buone per il miglior record interno di tutta la NBA. At the Q i Cavs sono un’impressionante macchina offensiva: segnano 114.5 punti di media (115 su 100 possessi, terzo dato NBA) e solo una volta sono stati contenuti sotto i 100, forti di un pubblico che ha fatto segnare il tutto esaurito nelle ultime 120 gare disputate. 

Dentro e fuori — Cleveland guida la Eastern Conference per triple a segno (13.2 a sera, in 26 delle 30 gare disputate ne ha messe a segno 10 o più) e percentuale (39.8%), ma solo il 34% dei suoi punti arrivano da sotto, il dato peggiore di tutta la lega. Un attacco che appare sbilanciato ma che funziona, evidentemente (4° per efficienza offensiva, 110.5 per 100 possessi), così come funziona quello dei Celtics (nono), che però sfrutta forse maggiormente una dimensione dentro/fuori, che riflette perfettamente l’anima dei suoi due leader. Isaiah Thomas a comandare sul perimetro (insieme al suo “gemello” da Tacoma, Avery Bradley), Al Horford a stabilire una presenza dentro (15.5 punti e quasi 7 rimbalzi di media), ma entrambi capaci di far male ognuno nelle aree di operazione dell’altro — il piccolo grande uomo col n°4 con le sue incursioni al ferro (quasi 14 a sera, secondo solo a Goran Dragic in tutta la NBA), Al Horford colpendo anche da tre (più di 4 triple tentate a partita, realizzate col 31.2%). Per i Celtics — che hanno vinto sei delle ultime sette, l’unica sconfitta quella interna contro i Thunder — la sfida ai n°1 della conference arriva al momento giusto, “per misurarci contro i migliori e vedere dove siamo, oggi che finalmente il nostro roster è al completo”, dice Horford. Brad Stevens non si fida, “perché è raro che una squadra campione NBA abbia il lusso di viaggiare sottotraccia, e con tutte le attenzioni su Golden State, Cleveland è ancora più pericolosa”. Quanto lo dirà il campo, diretta Sky Sport 2 a partire dalle 2 di notte. “Beast of the East”, si dice in questi casi: vediamo chi la spunta.