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NBA, i compagni mettono Jabari Parker in panchina

NBA
16 punti in 32 minuti uscendo dalla panchina per Jabari Parker (Foto Getty)
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Momento no in casa Milwaukee Bucks: oltre alle cinque sconfitte consecutive, i compagni decidono di punire Jabari Parker per le sue parole alla stampa, costringendo Jason Kidd a farlo partire dalla panchina nella sconfitta contro Miami

Meno di venti giorni fa i Milwaukee Bucks vincevano al Madison Square Garden con un canestro allo scadere di Giannis Antetokounmpo e si proponevano come una delle storie più felici dell’intera NBA. Oggi, dopo sette sconfitte nelle ultime nove partite, le cose non si sono messe male solamente in campo ma anche nello spogliatoio, fino ad arrivare al caso che ha coinvolto la co-stella della squadra, Jabari Parker. Il numero 12 ha cominciato dalla panchina l’ultima partita con i Miami Heat per punizione decisa dai suoi stessi compagni, rimanendo seduto per tutto il primo quarto pur disputando poi 32 minuti e finendo con 16 punti. Una decisione inconsueta che nasce da ciò che il nativo di Chicago ha rivelato alla stampa, violando il regolamento interno dei Bucks che proibisce di rivelare ai media ciò di cui si è discusso nello spogliatoio. Il più classico dei "i panni sporchi si lavano in famiglia".

Il caso – Dopo la brutta sconfitta con gli Orlando Magic, la quarta consecutiva, i ragazzi di coach Jason Kidd avevano deciso di organizzare una riunione di spogliatoio a porte chiuse per parlarsi faccia a faccia e cercare di risolvere la situazione prima che diventasse troppo tardi. In quell’occasione Jabari Parker per la prima volta ha provato ad alzare la voce, ma secondo il suo stesso racconto “non mi è andata bene, visto che mi hanno massacrato. Però ehi, fintanto che ho dato la mia visione delle cose, ho fatto il mio lavoro”. Parole rilasciate al beat writer del giornale di Milwaukee (Charles F. Gardner del Milwaukee Journal Sentinel) e che hanno provocato la reazione dei compagni, i quali hanno deciso la sua punizione poi accordata da Jason Kidd. L’allenatore si è poi rifiutato di approfondire l’accaduto con la stampa, dicendo solo “è stata una sfida, ho cercato solamente di essere il più positivo possibile”.

Difficoltà – La situazione attorno a Jabari Parker è solo l’ultimo dei tanti problemi di Kidd in questo momento della stagione. I Bucks hanno perso un po’ della verve che li aveva accompagnati nel mese passato e contro Miami l’allenatore ha cercato di smuovere le acque inserendo di nuovo in quintetto Matthew Dellavedova, ricavandone 15 punti e 7 assist in 35 minuti ma provocando un contraccolpo nel rookie Malcolm Brogdon, che ha risposto solamente con 4 punti e 1/10 al tiro. I problemi della squadra, più che in attacco, sono soprattutto difensivi: nelle ultime nove i Bucks hanno la peggior difesa della NBA con 113.9 punti concessi su 100 possessi e in arrivo nel Wisconsin ci sono gli Houston Rockets di James Harden – non esattamente l’avversario migliore da affrontare in questo momento. Con le ultime cinque sconfitte in fila, i Bucks sono scivolati fuori dalle prime otto a est venendo superati dalle rivali di division Indiana, Chicago e Detroit. Ciò nonostante, Milwaukee è solamente a due partite di distanza dall’ottavo posto occupato dai Bulls, e in mezzo alla tempesta coach Kidd predica pazienza: “Ci sono ancora tante partite da disputare, perciò non c’è motivo di farsi prendere dal panico. Però dobbiamo riprenderci e iniziare a mostrare energia e impegno ad alto livello. Possiamo farcela”. Cose che succedono quando si ha una squadra giovane, ma che è meglio raddrizzare subito.