Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, Celtics-Lakers nel segno del ritorno di Magic

NBA
La stella del primo match-up del 2017 tra Celtics e Lakers è Isaiah Thomas (foto Getty)
GettyImages-633462194

I Boston Celtics hanno vinto 3.252 gare nella loro storia NBA, primatisti a pari merito con i Los Angeles Lakers. Questa notte (in diretta dalle 2 su Sky Sport 2) scenderanno in campo una contro l'altra, in quella che non potrà mai essere una semplice sfida di regular season

Boston Celtics contro Los Angeles Lakers non può essere una partita come le altre, mai. Neanche dopo le ultime claudicanti stagioni in cui il palcoscenico dei playoff è stato lasciato a vantaggio dei LeBron James e degli Steph Curry di questo mondo. Celtics contro Lakers vuol dire fascino, vuol dire storia, vuol dire rivalità. Uno scontro decennale che non farà altro che incendiare le motivazioni dei padroni di casa, che arrivano alla gara di questa notte (in onda su Sky Sport 2 dalle 2) forti del secondo posto a Est, consolidato nella sfida vinta contro i Toronto Raptors meno di 48 ore fa. Successo numero 3.252 nella storia NBA per Boston, la squadra più vincente della lega assieme proprio ai Lakers, che hanno conquistato lo stesso numero di gare. Uno stimolo aggiuntivo, da aggiungere a quello di provare a regalare a coach Brad Stevens la panchina dell’All-Star Game, visto che Tyronn Lue non potrà dirigere da bordo campo per due volte consecutive la squadra delle stelle dell’Est. “Sarebbe fantastico – commenta Isaiah Thomas, che invece ci sarà di sicuro il prossimo 19 febbraio -, riuscire in così poco tempo a passare dalla situazione in cui eravamo alla panchina dell’All-Star Game. Non credo che nessuno avrebbe scommesso che potesse succedere così velocemente”.

Thomas, nel bene e nel male – Se questo cambiamento è stato possibile, è anche merito del playmaker di Boston, il quale arriva al match avendo fatto registrare 33 gare consecutive con almeno 20 punti a referto, secondo nella storia dei Celtics soltanto alle 40 di John Havlicek (anno di grazie 1971-1972), in una regular season in cui il numero 4 si è fermato soltanto in un’occasione a quota 18. Ribattezzato The King of the Fourth”, il piccolo grande uomo dei Celtics è leader indiscusso nella classifica dei punti realizzati nell’ultima frazione. Ben 453, con quattro escursioni oltre quota 20 e tanti finali conclusi a braccia alzate. Non tutti però sono dello stesso parere. C’è anche chi come Matt Moore sottolinea come questo tipo di gioco possa essere disfunzionale e a tratti deteriore per una squadra come Boston che, dati alla mano, performa meglio quando Thomas resta seduto in panchina negli ultimi minuti. Non tanto per quanto prodotto in attacco (tra tutti quelli che hanno giocato minuti significativa, il numero 4 è il migliore per Offensive Rating con il suo 120.8, seguito a ruota da Horford, Bradley, Smart e Crowder), ma per il crollo difensivo che rende il suo Net Rating addirittura negativo (-0.4). Questa, a detta del giornalista di CBSSport.com, una delle ragioni per cui i Celtics fanno fatica a vincere partite contro squadre di prima fascia. Non sempre è tutto oro quel che luccica.

Bentornato Magic - Disfunzionale o meno, i Lakers di certo farebbero carte false per avere un giocatore di quello spesso e quella maturità, costretti per il quarto anno consecutivo a brancolare nei bassifondi della Western Conference, senza che la scossa positiva di inizio anno abbia poi avuto ricadute significative sulla stagione dei gialloviola. Cinque vittorie e ben 22 sconfitte in trasferta per i losangelini, undici delle quali consecutive. Le novità più rilevanti dunque sono tutte fuori dal parquet, con l’annuncio del ritorno in società di Magic Johnson. Purtroppo per coach Walton, non nelle vesti di playmaker, ma in quelle di consigliere della co-proprietaria e presidente dei Lakers Jeanie Buss. “Siamo intrigati e onorati dalla possibilità di avere all'interno della nostra dirigenza un uomo esperto e competente come Magic; la mia intenzione è quella di lavorare a lungo assieme a lui”, ha commentato l’ormai ex compagna di Phil Jackson. Dal canto suo l’ex giocatore dei Lakers ci ha tenuto a sottolineare come la squadra di Los Angeles sia sempre stata quella di cui è stato innamorato e di come abbia rifiutato in passato altre offerte perché lui si è sempre sentito parte della squadra gialloviola. Un matrimonio che cade a pennello, a poche ore dalla sfida che più di tutte ha contraddistinto la sua carriera. “Soltanto la sua semplice presenza nei corridoi è un motivo di stimolo”, commenta Nick Young, entusiasta del ritorno dell’Hall Of Famer. In un lungo pezzo di racconto su ESPN, Luke Walton confida come siano stati proprio i Celtics nei quali giocava suo padre ad insegnarli l'amore per il basket e di come il rebuilding portato avanti a Boston negli ultimi anni sia il modello da cui prendere spunto per provare a ripartire. Il mondo capovolto, insomma, con gli acerrimi rivali diventati fonti d'ispirazione. Magic Johnson magari non gradirà, ma al momento questa sembra essere davvero l’unica ricetta a disposizione per provare a ritornare grandi.