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NBA, Brandon Roy è un coach liceale di successo

NBA

Lo sfortunato talento dei Portland Trail Blazers, costretto al ritiro a soli 29 anni a causa dei ripetuti infortuni alle ginocchia, ha iniziato come meglio non poteva la carriera da allenatore: 22-0 e primo titolo conquistato con la sua high school di Seattle

Nell’olimpo dei giocatori del “cosa sarebbe potuto diventare se…”, un posto speciale nel cuore degli appassionati è riservato a Brandon Roy, costretto ad abbandonare il parquet a soli 29 anni a causa dei cronici problemi alle ginocchia che ne hanno accorciato drasticamente la carriera. Scelto con la sesta chiamata al draft del 2006 dai (mai fortunati) Portland Trail Blazers, il numero 7 ha giocato cinque stagioni in Oregon prima di doversi fermare per colpa delle cartilagini che stavano via via scomparendo dalle sue giunture. “Non puoi farlo, non puoi continuare a giocare: rischi di non riuscire più neanche a camminare”: quando arriva questa indicazione da parte del suo medico di fiducia nel dicembre 2011, Roy è costretto ad abbandonare i Blazers e l’NBA. Ci sarà poi un cammeo di cinque partite in maglia T’wolves a due anni di distanza, ma i dolori continuano a non dare tregua e il talento nativo di Seattle resterà così per sempre uno dei più grandi rimpianti della storia recente NBA.

Incarico da coach a Seattle- E proprio da Seattle è ripartita la sua avventura personale con il basket, chiamato a vestire i panni del coach dalla Nathan Hale High School, assunto lo scorso giugno dopo che la squadra liceale ha archiviato una difficile stagione chiusa con tre sole vittorie a fronte di 18 sconfitte. Una scossa necessaria che ha portato non solo una ventata di novità nello spogliatoio, ma anche nuovi talenti su cui lavorare, attratti in parte anche dal carisma e dalla competenza di Roy. In estate infatti è arrivato Michael Porter Jr., uno dei cinque prospetti più interessanti dell’intera nazione (con tanto di fratello Jontay al seguito nel 2018, non male neanche lui), figli del nuovo assistente allenatore di Washington University, l'ateneo per cui Roy ha giocato prima di compiere il grande salto in NBA.

22-0 - Il mondo è piccolo quindi e lo stato federale di Washington lo è ancora di più; con un personale del genere a disposizione non si poteva che provare a scrivere una nuova pagina nella storia dell'istituto di Seattle. Nei giorni scorsi infatti la Nathan Hale High School ha conquistato il 22° successo stagionale a fronte di zero sconfitte, portando a casa la vittoria di gran lunga il più importante in questa cavalcata finora perfetta. Il successo che ha consegnato a Roy e ai suoi ragazzi il titolo cittadino che mancava alla scuola dal 1992 è arrivato vincendo in finale per 91-58 contro Garfield High School, quella dove l'ex All-Star NBA aveva giocato da adolescente (l’avevamo detto che il mondo era piccolo). Una partita che li colloca al vertice del ranking nazionale, attesa da un'intera comunità con tutti i biglietti andati venduti con largo anticipo rispetto alla palla e due e con Steve Ballmar, attuale proprietario dei Clippers, seduto in prima fila a godersi lo spettacolo. “Sono estremamente orgoglioso dei miei ragazzi – commenta il miglior rookie NBA del 2007 -, è una notte storica per la nostra scuola”. Un successo commentato anche dai suoi ex colleghi, uno in particolare. “Brandon è sempre stato una persona molto intelligente e appassionata di basket ben oltre il suo talento", ha commentato Isaiah Thomas, uno che Seattle la conosce bene, al termine del match dei suoi Celtics contro Portland della scorsa settimana. "Non sono per nulla sorpreso dai risultati che sta ottenendo da allenatore”. Una soddisfazione enorme anche per il diretto interessato: "Vincere le prime 22 partite da allenatore senza perderne neanche una è una sensazione molto piacevole. Volevo conquistare questo titolo a tutti i costi e i ragazzi sono stati fantastici. Sono un uomo felice". Un modo per tornare a sorridere grazie alla palla a spicchi.