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NBA, chi è Rob Pelinka, il nuovo GM dei Lakers

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Il nuovo GM dei Lakers Rob Pelinka (a destra) alla presentazione ufficiale con Magic Johnson (foto Getty)
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Stella in campo al liceo, tre Final Four NCAA con Michigan University, ottimo studente e poi agente tra i più potenti di tutta la NBA. Andiamo alla scoperta di Rob Pelinka, il nuovo general manager a cui i Los Angeles Lakers hanno affidato il compito di tornare grandi

La foto di gruppo della cerimonia di consegna dei diplomi liceali della primavera 1988 alla Lake Forest High School — scuola di un sobborgo a nord di Chicago, sul lago Michigan — immortala centinaia di studenti all’’apparenza tutti uguali ma dove, per dirla alla George Orwell, tre “sono più uguali degli altri”. Almeno a vederli ora. Uno è lo scrittore Dave Eggers, esordio scoppiettante con L’opera struggente di un formidabile genio a inizio millennio e ora voce affermata della letteratura americanaUn altro è Vince Vaughn, attore ben conosciuto per i suoi ruoli in Old SchoolUna ragazza a Las Vegas o anche  Ti odio, ti lascio, ti…, dov’è protagonista al fianco di Jennifer Aniston. Un terzo è Rob Pelinka, fino a ieri “soltanto” uno degli agenti più potenti nei circoli NBA (capace di far firmare ai suoi assistiti contratti per un totale di oltre 380 milioni di dollari) e ora — in attesa della conferenza stampa prevista per domani a Los Angeles — niente meno che il nuovo general manager dei nuovi Los Angeles Lakers, quelli chiamati a risorgere sotto la guida di Jeanie Buss e Magic Johnson. Una scelta che ha fatto molto parlare, inizialmente solo abbozzata dai bene informati al momento del ribaltone andato in scena in casa Lakers, poi divenuta sempre più credibile e infine resa ufficiale dalla franchigia gialloviola. Pelinka — da anni molto vicino agli ambienti Lakers, nel suo ruolo di agente della leggenda Kobe Bryant — va a sedersi sulla poltrona di Mitch Kupchak, a sua volta associato alla franchigia da tre decenni (anche in campo al fianco di Magic e Jabbar) e da 17 stagioni in carica come loro general manager, quello più a lungo in sella in tutta la lega. Fino all’avvento di Rob Pelinka. 

Media voti & media punti — Dalla Lake Forest High School Pelinka si diploma come ottimo studente e giocatore di pallacanestro molto promettente, i fondamentali imparati da papà Robert Todd Sr., allenatore liceale nell’Illinois. Inizialmente alle sue doti di giocatore sono interessate solo università minori (William & Mary, Navy, Wisconsin-Green Bay) e quelle da secchioni della Ivy League; tutto cambia però nel suo anno da senior dopo le prestazioni record in un torneo scolastico invernale dell’Illinois, che Pelinka domina piazzando così di forza il suo nome sul taccuino degli scout dei college più prestigiosi. Vengono a bussare alla sua porta North Carolina, Notre Dame, Michigan e ovviamente Illinois: la scelta si riduce a questi ultimi due atenei ma alla fine la spuntano i Wolverines, in virtù di un programma accademico di primissimo piano, tanto nelle facoltà economiche che in quelle giuridiche. E il ragazzo, che ha voti eccellenti e un gran testa, allo studio ci tiene sul serio. La sua stagione da freshman a Michigan è il 1988-89, quella conclusa dai Wolverines con i liberi decisivi di Rumeal Robinson nella finalissima contro Seton Hall e il taglio dell’ultima retina alle Final Four di Seattle. Da predestinato — verrebbe da dire — vince già all’esordio, anche se quella è la squadra di cinque future scelte NBA (da Glen Rice in giù) mentre Pelinka è ricordato per una media voti (3.9 nel suo quadriennio universitario) ben più alta della sua media punti (solo 1.2, un totale di 29 in 24 gare disputate, di cui una sola in quintetto). Il suo nome torna alla ribalta nazionale, però, nell’autunno del 1991, con l’avvento in Michigan dei Fab Five capitanati da Chris Webber, Jalen Rose e Juwan Howard. Di quella squadra sulla bocca di tutta America — capace di raggiungere altre due Final Four, nel 1992 e nel 1993, senza però mai vincere — Pelinka è un comprimario prezioso, sesto uomo e co-capitano nella sua annata da senior, in cui si regala una partita da 18 punti quando coach Fisher lo promuove in quintetto. Ma solo per punire due suoi titolari. 

Una carriera alla Jerry Maguire — Uscito da Michigan, e abbandonata in fretta l’idea di cercare un contratto da professionista in Europa, Pelinka si iscrive alla prestigiosa Michigan Law School, lavorando allo stesso tempo come intern da Winston & Strawn, uno dei più quotati studi di avvocatura di tutto l'Illinois. Di quegli anni sono i primi contatti con Arm Tellen, a lungo l’agente più potente della NBA almeno fino a quando, nel 2015, sceglie di entrare nell’organizzazione dei Detroit Pistons. Tellen lo convince a unirsi come avvocato alla sua agenzia, la SFX, ma dopo solo due anni all’interno dell’organizzazione Pelinka diventa lui stesso un agente della scuderia, che al tempo può contare tra i propri clienti su giovani promesse come Eddy Curry e Kwame Brown ma soprattutto su campioni del calibro di Tracy McGrady e Kobe Bryant. È proprio Pelinka l'uomo che spinge il Black Mamba a firmare con Nike allo scadere dell’accordo — negoziato al tempo da Tellen — che legava la stella dei Lakers ad adidas fin dal suo sbarco nella lega. Sono proprio due momenti delicati nelle vite e nella carriere di due suoi giocatori — Kobe Bryant sotto processo per violenza sessuale nel Colorado e Carlos Boozer preso apertamente di mira da tifosi e opinione pubblica per la firma coi Jazz dopo un poco elegante voltafaccia ai Cavs — a diventare uno snodo chiave per il futuro di Pelinka. L’ex protetto di Tellen, infatti, sceglie di lasciare la SFX per fondare la propria agenzia, The Landmark Sports Agency, con la quale si impone in fretta tra i principali player del mercato. 

 

Il vuoto lasciato da Pelinka — Negli anni, infatti, Pelinka riesce a mettere sotto contratto più di una superstar NBA — da Kevin Durant fino a James Harden, passando per Chris Bosh — vari All-Star come Andre Iguodala e Andre Drummond, oltre a un mix equilibrato di veterani (Trevor Ariza ed Eric Gordon) e giovani promettenti (da Buddy Hield a Marquese Chriss). Motivo per cui la notizia del suo nuovo incarico nella dirigenza dei Lakers ha scatenato tutti i suoi (ormai) ex colleghi, che di colpo vedono la possibilità di accaparrarsi giocatori importanti, dai ricchi contratti e quindi dalle ricche provvigioni (solitamente attorno al 4% di quanto incassa il giocatore alla firma). “Ve lo assicuro, sarà una battaglia degna del far west”, ha fatto sapere un agente coinvolto. Vero, perché tra gli ex clienti di Pelinka ci sono giocatori destinati ad affrontare l’estate da free agent, com’è il caso di Andre Iguodala ma soprattutto di Dion Waiters e Derrick Williams. Sia la guardia degli Heat che l’ala oggi ai Cavs stanno sfruttando palcoscenici importanti per rivitalizzare carriere che sembravano in declino e innalzare così il proprio valore sul mercato in modo in vista del nuovo contratto a venire. Ancora più interessante il destino di un altro ex assistito di Pelinka, Chris Bosh, che se dovesse riguadagnare lo status di “active player” nella NBA sarebbe senz’altro al centro di interessanti offerte. 

Il futuro — Pelinka quindi lascia un’agenzia in salute — e si intensificano le voci di un possibile ingresso nella proprietà di Kobe Bryant, già decisivo nello spingere Buddy Hield a firmare per Landmark — per lanciarsi (come hanno già fatto prima di lui altri colleghi) nell’affascinante ma pericoloso compito di riportare i Lakers in vetta alla NBA. Pur continuando a percepire regolarmente la percentuale sugli accordi da lui fatti firmare fino alla loro naturale conclusione — e si parla di oltre 14 milioni di dollari — gli sforzi dell'ex studente di Michigan saranno ora concentrati solo e soltanto sui destini della franchigia gialloviola, un colosso oggi molto più forte fuori dal campo (stimato in 3 miliardi di dollari il valore dei Lakers) che sul parquet. “I Lakers sono sinonimo di eccellenza — le sue prime parole da 17° GM della storia del club — e la squadra è a lungo stata uno standard di riferimento nello sport mondiale. Oggi cade anche sulle mie spalle la responsabilità di riportare questa franchigia al ruolo che le spetta”. Scelto — ha dichiarato Jeanie Buss — “per la sua esperienza e per la conoscenza diretta e approfondita della lega e del business che le si muove attorno”, spetta ora a Rob Pelinka dimostrare di poter avere successo anche in un campo relativamente nuovo, di fronte a sfide mai affrontate prima. Per diventare l'alunno più famoso di quella curiosa classe 1988 della Lake Forest High School.