Segnare il primo e sbagliare volutamente il secondo: questo il compito di Manu Ginobili nel finale di partita contro Portland. Ma quando di mezzo si mettono gli Dei del Basket...
Nel finale in volata di San Antonio, con Portland avanti di tre punti, resta ancora il tempo agli Spurs di provare a inventare una rimessa vincente, una tripla che mandi all’overtime l’incontro. I Blazers però, forzano la palla persa che i texani riescono a evitare in extremis e Ginobili, ritrovatosi nuovamente con la palla in mano, viene mandato in lunetta per due tiri liberi. La matematica condanna l’argentino a fare una scelta obbligata: realizzare il primo libero per avvicinarsi sul -2 e poi sbagliare volutamente il secondo nella speranza di raccogliere il rimbalzo d’attacco e avere un’ultima chance. Il numero 20 quindi prepara al meglio il suo primo tentativo che balla un po’ sul ferro prima di uscire al termine di uno sfortunato flipper. Niente da fare, il punteggio resta sul -3. A quel punto diventa imperativo categorico sbagliare anche il secondo e andare forte a rimbalzo. Ginobili non guarda neanche il ferro, ma studia il piazzamento dei compagni ai bordi del pitturato. A quel punto scaglia volutamente in maniera piatta una conclusione con l’unico scopo di colpire il ferro, ma gli Dei del Basket, che non badano di certo all’aritmetica, disegnano una traiettoria tanto improbabile quanto vincente. La palla si impenna e finisce in fondo alla retina. “Ma come, quello di prima no e questo sì?”, avrà pensato Manu, amareggiato a fine partita.