I Raptors provano a cancellare la sconfitta con OKC facendo visita al difficile campo dei Pistons. Diretta a mezzanotte e mezza su Sky Sport 1
In una stagione lunga come quella della NBA, è normale attraversare momenti di forma, momenti di calo e momenti che si fermano lì nel mezzo: tanto i Toronto Raptors quanto i Detroit Pistons si trovano in un periodo interlocutorio delle loro stagioni, reduci entrambe da cinque vittorie e cinque sconfitte nelle ultime dieci partite ma in generale con più dubbi che certezze. I Pistons, dopo averne vinte due in fila contro Cleveland e New York, sono crollati in back-to-back contro Cavs e Jazz senza mai dare l’impressione di poter rimanere in partita e scatenando le ire di coach Stan Van Gundy; Toronto, dal canto suo, sta cercando di sopravvivere all’assenza del suo giocatore più prezioso, vale a dire Kyle Lowry, la cui assenza fino a fine regular season si sta facendo sentire in maniera maggiore di quanto preventivato, con una brutta sconfitta ieri notte in casa contro gli Oklahoma City Thunder senza mai andare in vantaggio. La partita di stanotte – diretta alle 00:30 su Sky Sport 1, replica su Sky Sport 3 alle 11 e alle 13:55 di sabato 18 marzo – rappresenta un’occasione per entrambe per invertire la rotta.
SVG furioso – Il cruccio di Van Gundy, in questa stagione, ha due volti e due nomi ben riconoscibili: quelli di Reggie Jackson e di Andre Drummond. Le due teoriche prime punte della squadra, l’asse portante dell’intero sistema offensivo dei Pistons con il loro pick and roll centrale, sta deludendo fortemente in questa stagione, tanto è vero che Van Gundy è scoppiato dopo la sconfitta coi Jazz mettendoli davanti alle loro responsabilità e di fatto non schierandoli per gran parte del secondo tempo. “Dopo l’All-Star Game abbiamo fatto partire in quintetto sei giocatori, di cui quattro consecutivamente” ha dichiarato SVG parlando di Jackson, Drummond, Kentavious Caldwell-Pope e Marcus Morris. “In tutto abbiamo avuto una sola buona partenza nel primo quarto [9 volte su 11 in svantaggio al primo intervallo lungo, ndr]. Per quale motivo hai un passo e mezzo di ritardo a inizio partita? Non conosco la risposta a questa domanda”. In realtà Van Gundy la conosce benissimo, ed è dovuto allo scarso impegno che Jackson e Drummond troppo spesso mostrano in campo, sembrando disinteressati e apatici per poi improvvisamente risvegliarsi, come successo a Jackson nel secondo tempo contro Chicago (24 punti con 10/10 al tiro). Di tutt’altro avviso è stato il secondo tempo della gara contro Utah, con Aron Baynes e Ish Smith a prenderne il posto: “Ho messo in panchina Reggie perché dopo due minuti e mezzo del secondo tempo era assolutamente esausto” ha dichiarato senza peli sulla lingua Van Gundy. “Completamente spompo, non riusciva a riprendere fiato. Per questo l’ho tolto in fretta”.
Vita senza Lowry – Anche i Toronto Raptors sono alla ricerca di un po’ di equilibrio, anche se la differenza tra la squadra che ha viaggiato a ritmo spedito nei primi mesi di stagione sembra essersi persa per strada. Complice l’infortunio di Lowry, certo, ma anche di un generale problema in attacco: i canadesi prima della pausa per l’All-Star Game producevano 110.9 punti su 100 possessi, il quarto miglior attacco della lega (ed è già compreso un brutto periodo da 11 sconfitte in 15 partite tra gennaio e febbraio), mentre ora sono crollati al 19° posto con 104.9. Coach Casey può consolarsi con un miglioramento generale della difesa (da 106 agli attuali 104.2, decima migliore in NBA dopo la pausa), ma il differenziale su 100 possessi risente soprattutto delle difficoltà offensive, testimoniando un passaggio dalla quinta miglior squadra NBA alla sedicesima. Come dire: dall’élite della NBA alla mediocrità, un peggioramento testimoniato anche dalla discesa in classifica dal secondo posto al quarto.
Il precedente – Tra le due squadre c’è un precedente molto recente a dare ancora più pepe alla sfida: nel loro ultimo incontro del 12 febbraio, i Pistons hanno rimontato 16 punti nel solo ultimo quarto sul campo di Toronto, la più grande rimonta nel quarto quarto nella storia della franchigia da oltre cinquant’anni, grazie a cinque punti nell’ultimo minuto di Caldwell-Pope. Una sconfitta cocente che i Raptors vorranno vendicare sul parquet degli avversari, che però ha fatto le fortune di Detroit in questa stagione: il loro record tra le mura amiche infatti è di 22-13 (contro il pessimo 11-22 in trasferta). Un fortino fondamentale per difendere fino all’ultimo l’ottavo posto a Est attualmente occupato da Drummond e soci, con la motivazione ulteriore di dare il degno saluto al Palace of Auburn Hills, che andrà in pensione (almeno per quanto riguarda la NBA) a fine stagione.