Inizio stentato poi gran finale di stagione per John Wall e compagni, col fattore campo contro gli Hawks presenza fissa, da 10 anni, ai playoff. Quella tra Washington e Atlanta sembra una sfida che promette grande equilibrio
Tornare a riassaporare il gusto di stare in vetta, anche se parziale e dal valore relativo, fa sempre un certo effetto. Dopo ben 38 anni di attesa, Washington è riuscita a fare meglio delle altre squadra della Southeast Division, portando a casa un quarto posto a Est che li contrappone proprio ai rivali divisionali degli Atlanta Hawks, primo ostacolo di una post-season arrivata al termine di un processo di ricostruzione che può dirsi concluso. Discorso diverso per la squadra della Georgia invece, che dopo due anni di eccellenti risultati (che hanno fatto soltanto il solletico a LeBron James) ha deciso di rivoluzionare roster e stile di gioco, puntando su Dwight Howard e Dennis Schröder per rimpiazzare Al Horford e Jeff Teague. Partenze dolorose che, unite anche all'addio strada facendo di Kyle Korver, hanno messo inevitabilmente in difficoltà coach Budenholtzer, come dimostrato dall'andamento in continua altalena dei risultati. Gli infortuni poi (soprattutto quello di Paul Millsap, unico reduce del "quartetto storico") hanno fatto il resto, ma non hanno impedito agli Hawks di conquistare la decima qualificazione ai playoff consecutiva: nessuno nella Eastern Conference ha una striscia aperta più lunga.
Stato di forma delle squadre
Gli Wizards hanno imparato la lezione. La partenza lenta, a scoppio ritardato, dopo poco più di un mese di regular season sembrava aver tolto già dai giochi i capitolini (in quell'ormai lontano inizio di dicembre i Knicks avevano più del 50% di vittorie…), i quali invece da quel fatidico momento hanno letteralmente cambiato marcia: dalla vittoria contro Brooklyn in poi, infatti, Washington ha iniziato una lenta ma inesorabile risalita e il Verizon Center è diventato un fortino, espugnato soltanto dai Cleveland Cavaliers al termine di un'epica battaglia che ha posto fine a una striscia di 17 vittorie consecutive in casa, al culmine di quattro settimane in cui gli Wizards hanno raccolto 18 successi in 21 gare. Una risalita che aveva rimesso in corsa Washington addirittura per il secondo posto, sfuggito sia a loro che agli odiati Celtics ma per motivi diversi. Essere quarti nella griglia playoff non è poi così male: vuol dire avere evitato Cleveland (almeno fino alle teoriche finali di Conference) e soprattutto eventualmente può significare una semifinale contro Boston, la madre di tutte le rivalità all'interno della Eastern Conference odierna. Adesso però bisogna battere gli Atlanta Hawks, che non più di due settimane fa stavano lentamente scivolando ai margini della Eastern Conference, scavalcati dai Milwaukee Bucks al quinto posto e con Pacers e Bulls pericolosamente vicini, così come quella nona piazza sempre più prossima che avrebbe significato disastro. Negli ultimi giorni però, quando più contava, sono arrivate delle vittorie preziose non solo a livello di classifica, ma decisive nel ridare linfa a un ambiente assopito. Recuperare 26 punti nel quarto periodo ai Cavaliers è stata una scarica d'energia sommatasi alle conferme arrivate dopo i successi "di contorno" con Boston e nuovamente con Cleveland senza nessun titolare. Il messaggio arrivato dalla Philips Arena è stato chiaro: per Washington non sarà di certo una passeggiata.
I precedenti
Durante la regular season in realtà gli Wizards hanno vinto tre dei quattro incroci, battuti soltanto nella gara d'apertura della stagione, quella del 28 ottobre giocata ad Atlanta al termine di un quarto periodo che coach Mike Budenholtzer di sicuro farà rivedere più volte ai suoi ragazzi, il momento in cui gli Hawks sono riusciti a dominare il match: il quintetto formato da Delaney – Hardaway Jr. – Sefolosha – Millsap – Muscala infatti ha piazzato l'allungo prima contro le riserve e poi contro i titolari di Washington. Già una settimana dopo però, le cose erano cambiate, con gli Wizards bravi a prendersi a stretto giro la rivincita e soprattutto a regalare la prima vittoria in carriera a coach Brooks sulla panchina della squadra della capitale. Il 27 gennaio invece è stato un massacro per gli Hawks da parte di John Wall e compagni, nonostante si giocasse ad Atlanta e nonostante la panchina dei padroni di casa abbia chiuso il match con 25 punti in più rispetto a quella capitolina (33-8). Il 23 marzo poi, l'ultima sfida, conquistata sempre dagli Wizards nonostante le difficoltà al tiro di Wall, che nelle gare contro gli Hawks viaggia con un mediocre 32.9% dal campo. Costringerlo a prendersi più responsabilità al tiro potrebbe essere una chiave per limitare il suo impatto e la sua capacità di creare gioco per i compagni.
Punti forti & deboli
Il punto di forza (non da poco) degli Wizards è il quintetto titolare, il più utilizzato in NBA: un gruppo ben assortito e bilanciato che con il passare delle settimane ha trovato l'amalgama giusta. Coach Brooks non ha mai avuto dubbi (già nella prima sfida contro Atlanta i titolari erano Wall-Beal-Porter-Morris-Gortat), ma con l'andare avanti della regular season si è ritrovato per le mani una squadra che è andata ben oltre le sue più rosee aspettative, migliorata come per magia in ognuno dei suoi componenti. Wall infatti ha chiuso la sua miglior stagione in carriera per punti segnati (23.1) e per percentuale reale (54.1%), così come Beal e Porter, diventati nel frattempo tiratori mortiferi dall'arco (rispettivamente con il 40.4% e 43.4%). A loro si aggiunge poi il contributo di una coppia di lunghi come Morris e Gortat che si incastra al meglio, spaziando il campo e capitalizzando al massimo le opportunità giocando sugli scarichi di Wall. I ricambi non sono però all'altezza: il -3.4 di Net Rating generato della panchina descrive soltanto in parte quanto spesso sia stato dannoso l'impatto sulla partita delle riserve, al 23° posto e in netto miglioramento dopo gli arrivi di Bojan Bogdanovic e Brandon Jennings. Il campanello d’allarme per coach Brooks è la difesa, solo la 20^ su base stagionale e addirittura 27^ dopo la pausa per l’All-Star Game. Dall'altra parte invece, pregi e difetti degli Hawks appaiono ben evidenti anche all'osservatore più distratto: Atlanta infatti è la quarta difesa NBA per punti concessi (103.1 su 100 possessi), abile ad accoppiarsi in transizione e a sfruttare la forza di intimidazione garantita da Howard sotto canestro. A questo però fa da contraltare un attacco stagnante che in questa regular season ha perso lo smalto e la fluidità dello scorso biennio. Schröder e lo stesso Howard rendono claustrofobici gli spazi che Bazemore e Millsap contribuiscono soltanto in parte a dilatare: il risultato è il 27° posto in termini di rating offensivo (102.3) e soprattutto un -0.8 di Net Rating che rende Atlanta la squadra con il peggior differenziale tra quelle riuscite ad accedere alla post-season.
Matchup
Con dei quintetti e delle rotazioni così ben delineate, è facile chiudere gli occhi e immaginare Howard e Gortat battagliare sotto canestro provando a catturare un rimbalzo o Wall e Schröder sfidarsi di continuo in scorribande a tutta velocità dal palleggio. Proprio la rapidità del numero 2 degli Wizards potrebbe essere una delle chiavi della serie, come spesso è successo anche in regular season: le penetrazioni fulminanti di Wall come grimaldello per forzare le resistenze di Atlanta, costringe la difesa a collassare e avere tutto il tempo di riaprire per i tiratori sull'arco. Oppure in alternativa cavalcare il pick&roll tra Wall e Gortat, uno che dopo aver goduto dei servigi di Steve Nash, ha finalmente trovato un playmaker che non lo faccia rimpiangere più di tanto. Dall'altro lato Atlanta ha sempre sfruttato l'impatto di Tim Hardaway Jr. (18 punti di media e il 51.1% al tiro contro Washington), oltre alla capacità di vincere le partite decise negli ultimi minuti di gioco. Gli Hawks infatti, nonostante il -70 di plus/minus generale al termine della regular season (il peggiore tra le squadre playoff), hanno chiuso la stagione con un convincente 26-18 nelle gare cosiddette clutch, quelle nelle quali negli ultimi cinque minuti di gioco il punteggio ha avuto uno scarto inferiore ai cinque punti. Washington però è la squadra che più di tutte nell'intera NBA ha disputato sfide del genere, portandone a casa 32 su 55, due delle quali proprio contro Atlanta. Togliere anche quest'arma ai ragazzi di Budenholzer vorrebbe dire dare ragione al simulatore di ESPN, il quale assegna il 66% di possibilità di passaggio del turno a Washington e il restante 34 ad Atlanta. Potrebbe essere così, oppure diventare molto più complessa per i capitolini: da domenica sera alle 19 lo scopriremo.