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NBA: Cleveland vince anche a Toronto, domenica il match point Cavs

NBA

LeBron James segna 35 punti, 13 dei quali arrivati nel decisivo quarto periodo in cui Kyrie Irving e Kevin Love restano in panchina a guardare. Cleveland vince 115-94 contro Toronto: ai Raptors, orfani di Kyle Lowry, non bastano invece i 37 punti di DeMar DeRozan, suo massimo in carriera ai playoff

Era già successo in gara-3 contro Indiana, è accaduto di nuovo stanotte contro Toronto, sempre al terzo atto della saga. Stavolta non c’erano 25 punti da recuperare, ma il concetto è lo stesso: un match tirato, da vincere nel finale e coach Tyronn Lue a quel punto prende la decisione che non ti aspetti, lasciando in panchina sia Kyrie Irving (16 punti e 4 assist) che Kevin Love (16 punti e 13 rimbalzi) nel quarto periodo, per dare spazio al quintetto delle meraviglie composto da LeBron James più la second-unit, in cui l’unica novità è Tristan Thompson al posto di Channing Frye a fare compagnia ai vari Shumpert, Korver e Williams. Nonostante il tiratore in meno sul perimetro, la sostanza per gli avversari non cambia: nei primi nove minuti della quarta frazione infatti, Cleveland piazza il parziale da 26-7, trascinata dalle triple di Kyle Korver (14 punti con 4/6 dall’arco) e soprattutto dai 35 con 8 rimbalzi e 7 assist di LeBron James, 13-5-2 arrivati in quel fatidico lasso di tempo del match. Il totale punti realizzati dal Re ha così raggiunto quota 240 nelle prime sette sfide di questi playoff, il massimo in NBA da quando Kobe Bryant mise a referto gli stessi punti nella post-season 2008: “Sapevamo benissimo che avrebbero provato a dare il tutto per tutto, era la loro ultima chance a prescindere dai giocatori scesi in campo – racconta il numero 23 dei Cavs a fine gara -. Dovevamo soltanto far passare la tempesta iniziale. Adesso non dobbiamo fare ragionamenti del tipo ‘dobbiamo fare il cappotto a tutti i costi’ o allo stesso tempo pensare ‘siamo qualificati, tiriamo un po’ il fiato’: l’importante è trovare la maniera migliore per eseguire in attacco e in difesa anche in gara-4”. Per riposare in fondo ci sarà tempo, visto che Cleveland sembra sempre più lanciata verso il sesto 4-0 raccolto ai playoff negli ultimi tre anni, in una Eastern Conference sempre più dominata.

DeRozan, solo contro tutti

Di attenuanti i Raptors in effetti ne avrebbero più di una, a partire dall’infortunio di Kyle Lowry che anche stringendo i denti non è riuscito a essere della partita. Troppo forte il dolore alla caviglia per provare a giocarci su, troppo importante la posta in palio per mettere a repentaglio tutto non essendo al 100%. Alla fine il cerino è rimasto in mano a DeMar DeRozan che dopo i cinque punti in gara-2, minimo in carriera ai playoff, ha pensato bene di farsi perdonare mettendone a referto 37, mai così tanti in post-season; tutti eccetto uno arrivati nei primi tre quarti, quando Toronto non è riuscita ad approfittare dei suoi canestri, non dando il giusto supporto alle sue doti realizzative, come dimostrato anche dall’emblematico 2/18 dall’arco raccolto di squadra. I canadesi non riescono quindi ad aprire la scatola difensiva avversaria, smettono di portare blocchi per il loro numero 10 in maniera tale da evitare il raddoppio su di lui, ma non riescono a lucrare sulle attenzioni che il nativo di Compton catalizza su di sé. Alla sirena sono 12 punti per Serge Ibaka, 19 per Jonas Valanciunas (partito in quintetto al posto di Lowry) e poco altro; troppo poco per impensierire un avversario così rodato. “Domenica sarà una partita da giocare per l’orgoglio - racconta coach Casey, provando a scuotere i suoi -; non abbiamo voglia di farci battere 4-0, a maggior ragione davanti al nostro pubblico”. Il problema è che contro LeBron James ad avere la meglio è spesso e volentieri il suo volere, non quello degli altri. Decide lui, proprio come un vero Re.