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Manu Ginobili, protagonista del match: “È tornato indietro nel tempo”

NBA

Alla fine ci ha pensato ancora una volta il playmaker argentino a regalare agli Spurs un successo fondamentale. E Popovich sottolinea: “È stato il nostro perno”

Nel primo anno dell’era post-Duncan e senza Tony Parker e Kawhi Leonard, entrambi fuori a causa di infortuni, toccava a Manu Ginobili mettere da parte la carta d’identità, non fare caso agli anni che passano e giocare una partita da trascinatore. Da leader. Da campione. “Manu ha giocato un match decisivo come quelli che ci ha regalato spesso negli anni passati. È stato il nostro perno”. Anche Popovich non può far altro che sciogliersi a fine partita, rendendo il giusto merito a un giocatore eterno, più forte dei 40 anni che compirà il prossimo 28 luglio. “Ci siamo affidati a lui quando Kawhi è stato costretto ad abbandonare il campo – prosegue nel racconto il coach degli Spurs -; gli abbiamo chiesto di generare qualcosa in attacco, di far si che accadesse qualcosa di buono. Ha fatto un ottimo lavoro sia nella gestione che come realizzatore. È stato enorme”. Ginobili infatti ha chiuso il match con la giocata più spettacolare di questa post-season, stoppando il tentativo da tre punti di James Harden che avrebbe potuto portare al pareggio dei Rockets, un anno e mezzo dopo l’ultima volta che era riuscito ad alterare il tentativo dalla lunga distanza di un avversario (su Kyrie Irving, il 14 gennaio 2016).

Una schiacciata che vale per tre

A prenderlo in giro durante il match ci avevano già pensato i compagni, meravigliati come tutto il pubblico dell’AT&T Center per la schiacciata piazzata sul finire di primo tempo, la terza in stagione e la prima nel 2017. “Ha realizzato una schiacciata di mano destro che vale per tre”, scherza Aldridge a fine partita, facendo riferimento alla scommessa fatta da Ginobili, Mills e Diaw su chi riuscirà a fare più schiacciate in stagione. Un gesto che ha lanciato un messaggio non solo agli avversari, ma anche ai compagni: “Da quel momento sapevo che era definitivamente entrato in partita”, racconta Danny Green, che con i suoi 7 punti nell’ultimo minuto è stato a suo modo determinante. “Sapevo che ci avrebbe dato un’impagabile scossa d’energia. Manu è un giocatore che non si preoccupa mai di quanti punti, assist o rimbalzi metta a referto; pensa soltanto a vincere la partita. E questa sera è ci è riuscito grazie alla stoppata piazzata nel finale su Harden: cosa sarebbe successo se gli avesse lasciato il tiro?”. Una domanda a cui gli Spurs per loro fortuna non daranno mai risposta, così come il diretto interessato evita le lusinghe. “Non credo di aver fatto una grande partita- risponde il playmaker argentino, schernendo in parte i complimenti che arrivano da più parti -. Certamente stavo meglio rispetto alle gare precedenti nella serie, ma inevitabilmente devo abbassare un po’ gli standard rispetto al passato”, prosegue sorridendo. “Sono molto soddisfatto di aver aiutato la squadra a vincere, un piacere di gran lunga maggiore rispetto alle statistiche messe a referto”. Alla sirena sono 12 punti, 7 rimbalzi e 5 assist, ma soprattutto 34 minuti di gioco. “Ho provato ad avvicinarmi il più possibile e quando ho visto che ero davvero a ridosso di Harden, ho tentato il colpo da dietro”, prosegue Ginobili. “È stata una giocata rischiosa, molto rischiosa. Ma anche lasciarlo tirare da tre sarebbe stato pericoloso per noi. Per questo alla fine ho deciso di provarci”. E, come spesso gli è successo in carriera, di riuscirci.