L’ex guardia dei Clippers ha raggiunto l’accordo con Philadelphia, incassando 23 milioni di dollari: “Questo è il posto dove voglio stare” . Preso dai 76ers anche Amir Johnson
J.J. Redick ha deciso: il prossimo anno sarà un giocatore dei Philadelphia 76ers, restando nella città dell’Amore Fraterno almeno per un anno, visto che il suo accordo durerà inizialmente soltanto fino a giugno 2018. Più che il numero di anni (che gli permetterà comunque di poter esplorare nuovamente la ricca free agency del 2018), a convincerlo sono state le cifre: 23 milioni di dollari pronti a essere versati su sul conto corrente, che lo renderanno il giocatore più pagato del roster dei Sixers. Rifiutate quindi sia l’offerta dei Brooklyn Nets che quella dei Minnesota Timberwolves, nonostante entrambe prevedessero accordi pluriennali; troppo forte la voglia e la curiosità di confrontarsi con un gruppo pieno zeppo di talento e pronto dopo anni difficili finalmente a sbocciare. Una fiducia con la scadenza posta a ridosso di 12 mesi, certo, ma che il numero 4 sarebbe pronto a rinnovare nel caso in cui le cose vadano per il verso giusto: “Questo è il posto dove voglio stare”, è stato uno dei pochi commenti rilasciati, assieme a quel “Trust The Process” twittato appena è iniziata a trapelare la notizia. A dargli il benvenuto sui social è stato anche Joel Embiid, che ha ironizzato sul fatto che ci saranno molti più assist a disposizione per lui con un giocatore come Redick sul parquet. Il quintetto di Philadelphia infatti sembra essere ormai completo: Fultz-Redick-Simmons-Saric-Embiid; il FEDS che diventa FREDS (la D è quella di Saric, chiamato da tutti Dario nello spogliatoio) è pronto a proporsi sin da subito in maniera competitiva in una Eastern Conference che per la prima volta in questa off-season riesce a battere un colpo e a spostare un giocatore di rilievo dalla costa pacifica a quella atlantica. Come rinforzo in uscita dalla panchina inoltre è arrivato anche Amir Johnson: un annuale da 11 milioni per quella che è un’altra aggiunta alla voce presenza nello spogliatoio, esperienza da playoff e non solo.