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Mercato NBA, Durant rinnova per due anni e fa lo sconto a Golden State

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Finirà per guadagnare meno di quanto incassato quest'anno l'MVP delle finali 2017: Kevin Durant si sarebbe infatti accordato per un biennale da 53 milioni di dollari che permette agli Warriors sia di rifirmare Iguodala e Livingston che di risparmiare quasi 20 milioni di dollari in luxuy tax

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Che fosse disposto a incassare meno di quanto il suo massimo salariale prevedesse, lo si sapeva. Che fosse disposto a incassare così tanto in meno, ha lasciato tutti sorpresi. Secondo quanto riportato da più fonti, l’MVP delle ultime finali NBA Kevin Durant si sarebbe accordato con i Golden State Warriors per un contratto biennale da 53 milioni di dollari, con player option sul secondo anno (Durant in pratica ritornerebbe free agent al termine della prossima stagione, per rinegoziare ulteriormente al rialzo il proprio accordo) e un salario base per il primo anno di soli 25.9 milioni di dollari. Il soli — da valutare sempre all’interno di un mercato che genera cifre enormi — si giustifica considerando che il n°35 degli Warriors avrebbe potuto chiedere fino a 34.7 milioni di dollari annuali (ma così facendo non avrebbe lasciato alla propria squadra altra scelta che lasciar andare giocatori chiave della panchina come Andre Iguodala e Shaun Livingston) oppure accettare di ridursi lo stipendio e accordarsi per uno stipendio annuale di 31.8 milioni di dollari, il salario massimo ottenibile senza Bird-rights. Invece no. Durant ha scelto la strada ancora più economica, scegliendo di giocare la prossima stagione a uno stipendio perfino inferiore a quello incassato nel 2016-17 (26.5 milioni di dollari) per permettere ai due suoi compagni di godere degli accordi raggiunti nei giorni scorsi con la franchigia (48 milioni per tre anni per Iguodala, 24 per la stessa durata per Livingston).

Come interpretare la generosità di Durant

La scelta di Durant è un assist tanto ai suoi due compagni quanto alla proprietà, permettendo sostanzialmente al duo Lacob-Guber di risparmiare una ventina di milioni di dollari in luxury tax, dovuta alla lega dalle squadre sopra il cap (una tassa che — partendo da 1.50 dollari per ogni dollaro speso, passa prima a 1.75 e poi aumenta di 50 centesimi su scaglioni di 5 milioni di dollari — e per chi come gli Warriors si ritrova 20 milioni sopra il limite vuol dire un ulteriore esborso di 3.75 dollari per ogni dollaro investito). Questo non faciliterà eventuali altre mosse di mercato di Golden State, che trovandosi sopra il limite della luxury tax non può offrire ad esempio la Mid Level Exception da 8.4 milioni di dollari ma solo quella da 5.2 (per cui si era fatto il nome di Nick Young, ma attenzione anche a un cavallo di ritorno sempre apprezzato nella Baia come Leandro Barbosa, recentemente liberato dai Phoenix Suns), ma sicuramente permette alla proprietà di risparmiare denaro che con ogni probabilità sarà poi reinvestito l’anno prossimo sul contratto a massimo salariale destinato proprio a Kevin Durant. Che ha dimostrato di meritarselo — e per più di un motivo.