I Minnesota Timberwolves danno il via a una stagione carica di aspettative, con tanti volti nuovi e la possibilità di iniziare a vincere dopo un lungo periodo di astinenza
Se il Media Day dei Golden State Warriors è stato il momento in cui ritrovare un roster totalmente confermato rispetto alla passata stagione, in casa Timberwolves le cose non solo sono cambiate, ma totalmente rivoluzionate da un mercato che ha portato in Minnesota giocatori di primissimo livello come Jamal Crawford, Taj Gibson e Jeff Teague, oltre che una stella assoluta come Jimmy Butler; uno dei colpi più importanti dell’intero mercato NBA, un All-Star nel pieno della maturità su cui fondare la definitiva maturazione. Degli upgrade che sommati ai vari Karl-Anthony Towns e Andrew Wiggins portano finalmente i tifosi dei T’wolves a sognare una stagione diversa da quelle che negli ultimi anni li hanno sempre tenuti ben lontani dai playoff. “Avevamo tanti giocatori nel mirino, ma appena abbiamo capito di poter prendere Jimmy non abbiamo avuto dubbio sul fatto che sarebbe stato l’aggiunta ideale alla nostra squadra”, ha sottolineato coach Thibodeau, felice di poter riabbracciare quel talento tanto coccolato negli anni passati in Illinois e spremuto fino allo stremo ogni volta che ne ha avuto occasione. “La cosa importante è che lui continui a inseguire la perfezione; il suo potenziale, unito a quello di Karl e Andrew, può davvero portarci molto lontano”. E a chi chiede al neo-arrivato se assumerà anche il ruolo di leader vocale della squadra, lo stesso Butler risponde: “Ragazzi, dovete capire che qui noi sentiremo di continuo la voce di Thibs entrarci nelle orecchie tutto il tempo. Basta lui”.
Wiggins, questione rinnovo: “Non sono preoccupato”
Per uno che è stato per anni un riferimento allo United Center poi, non sarà così complesso prendere in mano le redini della squadra del Minnesota. Senza dimenticare ciò che si è lasciato alle spalle: “Guarderò con molta attenzione i Chicago Bulls, per vedere come andrà quest’anno la stagione dopo tutti questi cambiamenti”, è la stoccata che Butler lancia a chi gli chiede su chi concentrerà le sue attenzioni. Una risposta che in molti potrebbero fraintendere, così lui stesso sceglie poi di precisare: “Ho passato sei anni favolosi ai Bulls, non prendete per il verso sbagliato le mie parole. Io sono follemente innamorato di Chicago, per quei tifosi e per quella franchigia, come ho già più volte sottolineato in passato. Ma sono convinto che fosse giunto il momento di provare qualcosa di nuovo”. E i giovani ragazzi del Minnesota, in rampa di lancio e pronti a conquistare palcoscenici più importanti erano un’occasione da non lasciarsi sfuggire. A patto che il gruppo resti unito però, a partire da Andrew Wiggins, a cui è stato promesso un rinnovo quinquennale da 148 milioni di dollari su cui ancora non ha messo la firma: “Possiamo portare a termine la trattativa fino al giorno prima della palla a due”, racconta con tranquillità la prima scelta assoluta del 2014. “Per questo non c’è motivo per essere in apprensione o in ansia. Sono molto fiducioso sotto questo punto di vista. La dirigenza è sempre stata corretta e leale con me; dopo l’accordo che abbiamo raggiunto sono certo che loro vogliono che io resti qui e da parte mia c’è la volontà di continuare a giocare ancora a lungo in Minnesota”. E magari da quest’anno iniziare anche a vincere.