Grazie al solito parziale nel terzo quarto, Golden State vince la sesta partita casalinga consecutiva battendo i Philadelphia 76ers per 135-114 (IL TABELLINO). Il rientrante Kevin Durant chiude con 29 punti, seguito dai 45 della coppia Curry-Thompson
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I Golden State Warriors sono quello che i Philadelphia 76ers aspirano a diventare: la squadra più forte della NBA, quella che segna il passo rispetto al resto della lega. Per questo il primo incontro tra i giovani Sixers di Joel Embiid e Ben Simmons e i campioni in carica era circondato da un certo carico di attesa, anche se poi la partita è andata esattamente come ci si poteva aspettare. Philadelphia è rimasta in gara per tutto il primo tempo andando all’intervallo solo sul -1 (65-64) e mandando a referto tutti i giocatori scesi sul parquet, ma sono stati travolti a metà terzo quarto dal classico parziale da 27-11 negli ultimi 7:29 con cui gli Warriors sono soliti chiudere i conti nelle partite di regular season. A fine gara sono 29 i punti per il rientrante Kevin Durant, tornato in quintetto dopo aver saltato la partita con Minnesota per una contusione alla gamba sinistra, a cui ha aggiunto la solita prova a tutto tondo con 11/18 dal campo, 5 rimbalzi, 4 assist, 2 recuperi e 2 stoppate in 28 minuti. A seguirlo anche gli Splash Brothers con 23 punti di Klay Thompson e 22 di Steph Curry, che con i 9 assist di serata ha toccato quota 4.000 passaggi vincenti in carriera, l’unico nella storia della franchigia insieme a Guy Rodgers (che ha raggiunto anche per numero di partite giocate in maglia Warriors a quota 587). Bene anche la coppia JaVale McGee & Nick Young, capaci di confezionare 23 punti dalla panchina combinando per 9/11 al tiro (3/4 dalla lunga distanza per il secondo). I Sixers alla fine hanno mandato tutto il quintetto in doppia cifra guidati dai 17 punti di J.J. Redick e altri due dalla panchina in Richaun Holmes (11) e Timothe Luwawu-Cabarrot (15 con 3 delle 12 triple a segno di squadra), ma come tanti altri non sono riusciti a resistere alla mareggiata del terzo quarto da parte dei padroni di casa. A farne le spese sono stati ovviamente i due giocatori più talentuosi e attesi, Simmons ed Embiid: il primo ha chiuso con 13 punti, 5 rimbalzi e 8 assist faticando con il tiro (6/17, il peggiore di squadra), ma anche il centro camerunense ha avuto i suoi problemi chiudendo con 12 punti e 7 rimbalzi, ma anche 4/11 al tiro e ben 7 palle perse contro la tremenda difesa degli Warriors, che nel secondo tempo ha tenuto la squadra di Brett Brown sotto i 94 punti su 100 possessi.
Joel Embiid contro il mondo e la promessa di Covington
La serata storta di Embiid non si è limitata solo al tabellino: arrivato alla Oracle Arena con la voglia di spaccare il mondo per dare seguito al trash talk estivo con Draymond Green (“Ti romperò il c…”), il centro dei Sixers ha finito per beccarsi verbalmente anche con Kevin Durant già nel primo quarto, con la terna arbitrale che ha deciso di rifilare un doppio tecnico a entrambi. “Dice un sacco di stro…e” ha detto l’MVP delle ultime Finals. “Avevo bisogno di un po’ di energia, perciò sapevo che se gli avessi detto un paio di parole, avrebbe finito per caricarmi”. Embiid nell’ultimo quarto ha dovuto fare i conti anche con Draymond Green, che gli ha segnato in faccia un canestro mancino per salire a quota 10 punti a cui ha aggiunto 10 rimbalzi, 7 assist, 5 stoppate e 2 recuperi. Il solito Green, i soliti Warriors: “Questa è una squadra che ha grande chimica, la stessa cosa che un giorno vogliamo raggiungere anche noi” ha dichiarato Robert Covington, una delle migliori firme dell’ex GM Sam Hinkie, presente sugli spalti della Oracle Arena. “Dobbiamo cercare di carpire certe cose da diversi tipi di squadre: Golden State è un ottimo esempio dal quale imparare. Arrivando qui sapevamo quali sfide ci avrebbero proposto, ma li vedremo di nuovo tra una settimana e saremo più preparati. Abbiamo un’idea di come giocheranno e cercheremo di avere un risultato differente”. La sfida è lanciata: appuntamento per sabato prossimo quando saranno gli Warriors a fare visita al Wells Fargo Center di Philly.