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NBA, Messina: “Rientro di Leonard? Spero tra due settimane, e non tra tre o quattro”

NBA

L'intervista all'assistente allenatore dei San Antonio Spurs sui temi del primo mese di regular season: "La preseason corta ha penalizzato tutti, le prima 10-15 partite sono servite per rodare la squadra"

Dopo la sconfitta incassata contro i Minnesota Timberwolves, coach Messina ci ha raccontato in un’intervista in esclusiva per Sky Sport del tema che più sta interessando i suoi San Antonio Spurs in questo inizio di stagione, gli infortuni. La squadra texana infatti è stata costretta a fare gli straordinari in queste settimane per cercare una soluzione in questa situazione d’emergenza: “Abbiamo iniziato questa stagione senza Leonard e Parker, ma non è da sottovalutare anche l’assenza di Lauvergne  che stava giocando molto bene nelle prime gare; un giocatore aggressivo sul pick&roll, una delle chiavi del nostro gioco. Stanno recuperando tutti, la speranza è quella di riaverli tra un paio di settimane in campo, senza doverne aspettare almeno altre tre o quattro”. Per gli standard comunicativi dei texani, una notizia vera e propria: la speranza dunque è quella di rivedere Kawhi Leonard già a fine mese, anche se indiscrezioni lo davano ormai per recuperato già dieci giorni fa. Tocca andare dunque con i piedi di piombo; la realtà al momento è una sola: i dettagli dell’infortunio li conoscono soltanto loro e non sono interessati in alcun modo a renderli noti. Nel frattempo a tenere saldamente in mano le redini della squadra ci pensano il vecchio Ginobili e il convincente Aldridge di questo primo mese: “Manu è stato sicuramente una presenza importantissima in spogliatoio e in campo, sta giocando bene e stiamo riuscendo a limitare i suoi minuti e le sue presenze nei back-to-back. LaMarcus invece, dopo i chiarimenti con Popovich in estate, sta percependo la fiducia attorno a sé e fino adesso è stato fantastico, sia in attacco che in difesa, ma anche a livello di leadership”. Una partenza ad ostacoli per gli Spurs, non molto diversa da quelle vissute anche da altre squadre che hanno balbettato in queste prime settimane: “A pesare sugli inizi della stagione delle varie squadre è stata di sicuro la preseason corta che ha portato il vantaggio di avere maggiore elasticità nel calendario, ma ha lasciato meno possibilità di prepararsi, di partire rodati. Le squadre sono quasi state costrette a usare le prime 10/15 partite come fosse ancora preseason. Dal Thanksgiving in poi si farà sul serio”. Nel frattempo però, c’è chi nella burrasca della prima settimana ha già perso la sua panchina, come successo a coach Watson a Phoenix: “Dopo un anno senza scossoni per gli allenatori, vedere una franchigia che cambia allenatore dopo tre partite ti lascia un po’ perplesso. Quando si arriva a queste situazioni, c’è sempre qualcosa che in realtà cova alle spalle già da molto tempo”.

[intervista di Riccardo Pratesi]