Ai 29 punti di Kevin Durant risponde Brandon Ingram con il suo massimo in carriera (32) in un duello spesso diretto che ha entusiasmato il pubblico dello Staples Center. Ma con 13 dei suoi 28 punti messi a segno nel tempo supplementare, la firma alla vittoria di Golden State la mette Steph Curry
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I Golden State Warriors recuperano Steph Curry e Kevin Durant dopo la figuraccia rimediata in casa contro i Kings senza di loro e partono subito forte sul parquet dello Staples Center, tirando il 62% dal campo nel primo quarto e chiudendolo sul 30-20, con dieci punti di vantaggio. I Lakers invece di crollare rispondono però colpo su colpo, con una seconda frazione da 34-20 che li porta all’intervallo sopra di 4, grazie a 8 punti consecutivi di Lonzo Ball nel parziale. Il secondo tempo vive in un sostanziale equilibrio, e le due squadre apparecchiano la tavola per un finale davvero emozionante: sul 109-106 per i Lakers arriva una tripla di Kevin Durant a impattare la gara a 46 secondi dalla fine, anche se poi il n°35 degli Warriors manca il colpo del ko a sei secondi dalla fine, concedendo così l’ultimo tiro a Brandon Ingram, che a sua volta sbaglia l’appoggio al tabellone in entrata e regala al pubblico di Los Angeles cinque minuti di spettacolo supplementari. In serata non certo da ricordare fino a quel momento (1/8 da tre), nell’overtime si scatena Steph Curry: due triple nei primi due possessi offensivi all’interno di un parziale di 7-0 (firmato anche da un libero di Draymond Green): per il due volte MVP NBA 13 dei suoi 28 punti arrivano nell’extra time anche se un suo raro errore dalla lunetta (l’unico della serata, chiusa con 7/8) potrebbe dare ai Lakers il possesso decisivo sul -2 a 14 secondi dalla fine. I gialloviola però non riescono a controllare il rimbalzo difensivo grazie allo sforza di Draymond Green, che tiene vivo il possesso e con un tap out garantisce a Golden State il possesso palla decisivo, poi suggellato da altri due punti di Curry dalla lunetta.
Brandon Ingram come Magic e Kobe
Quando i “Big Three” offensivi di Golden State segnano tutti almeno 20 punti gli Warriors storicamente sono difficili da battere: succede anche contro i Lakers, con Durant (29 punti), Curry (28) e Thompson (20) che portano sulle proprie spalle gran parte del peso offensivo di squadra, aiutati anche da un Draymond Green a un passo dalla tripla doppia (15 punti, 11 rimbalzi, 9 assist e anche 4 recuperi per lui). Nessuna riserva degli Warriors tocca la doppia cifra, e ad andarci più vicino (9 con 3/5 al tiro) è l’ex Nick Young, fischiato dal pubblico dello Staples. Pubblico che invece ammira la partita della consacrazione di Brandon Ingram, che contro un giocatore per certi versi a lui simile (per conformazione fisica, braccia e gambe interminabili, e versatilità) come Kevin Durant manda a segno il suo massimo in carriera con 32 punti, frutto di un buon 12/21 dal campo e di alcune giocate importanti (anche se vanno limate le 7 palle perse). Negli ultimi 50 anni gli unici giocatori dei Lakers capaci di segnare 30 o più punti prima di compiere 21 anni rispondono ai nomi di Magic Johnson, Kobe Bryant e D'Angelo Russell, un bel biglietto da visita per un giocatore in grandissima crescita, spalleggiato in serata anche da un Kentavious Caldwell-Pope ispirato (21 punti per lui alla fine), dalla panchina guidata da Julius Randle (9/12 per 20 punti) e Jordan Clarkson (21 ma con 19 tiri) e anche da un positivo Lonzo Ball, che chiude in doppia doppia con 15 punti e 10 assist. Per i Lakers contro i campioni in carica NBA arriva sì una sconfitta ma non mancano i motivi per sorridere.