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NBA, i risultati della notte: Ingram decisivo contro i 76ers, OKC perde ancora

NBA

Brandon Ingram è il protagonista del successo dei Lakers a Philadelphia: la sua tripla a 0.8 secondi dalla sirena interrompe una striscia di cinque sconfitte per i giallo-viola. OKC, è crisi profonda: Thunder battuti anche dai Nets nella sfida di Mexico City. Houston e Washington, vittorie in trasferta contro Jazz e Suns

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Philadelphia 76ers-Los Angeles Lakers 104-107

IL TABELLINO

I giovani forti, uniti, decisi e decisivi nel finale per una volta sono stati gli altri. L’amaro boccone che hanno dovuto ingoiare i Philadelphia 76ers gliel’ha spinto con forza all’interno delle mascelle Brandon Ingram; il numero 14 dei Lakers che sta diventando sempre più spesso protagonista per i losangelini, in grado di prevaricare anche un Ben Simmons alla terza tripla doppia in stagione (12 punti, 13 rimbalzi e 15 assist). Mancano poco più di 10 secondi al termine del match: i Sixers sbagliano un tiro dalla distanza e il rimbalzo lungo è quasi un involontario assist che lancia il contropiede degli ospiti. A guidarlo c’è Lonzo Ball, che occupa la fascia destra del campo e scambia due volte con Ingram in punta. La difesa in uscita sul perimetro di Embiid non è un granché e Lonzo a quel punto può prendere la linea di fondo per attaccare il ferro. Tutti e cinque i giocatori di Philadelphia allora collassano su di lui nel pitturato, lasciando libero Ingram con metri di spazio sul perimetro. Il movimento di tiro non sarà quello di Klay Thompson, ma quando la palla esce dalle sue mani è già chiaro a tutto il Wells Fargo Center che andrà dentro. “Penso che Lonzo abbia fatto una grande giocata, abbia trovato una grande linea di passaggio”. È schivo, anche nel momento della gloria, preferisce elogiare chi gli ha permesso di raggiungerla. Alla sirena finale infatti sono 21 punti, con 7 rimbalzi e 6 assist per Ingram, mentre Lonzo sfiora come d’usanza la tripla doppia (10-8-8). Dall’altra parte invece sono sei i giocatori a segno e tutti e sei in doppia cifra, in una rotazione che via via va stringendosi sempre di più in un cerchio attorno ai titolari o poco più. Dopo la partenza entusiasmante i Sixers stanno pagando lo scotto sia dell’inesperienza sia della fatica che inevitabilmente ha fatto scendere in parte il loro rendimento. Questo però non ha impedito ai due All-Star di Philadelphia (Joel Embiid ha chiuso con 33 punti, 7 rimbalzi e 6 assist) di continuare a brillare. Imparare a portare a casa il successo sarà il prossimo passo da fare.

Brooklyn Nets-Oklahoma City Thunder 100-95

IL TABELLINO

La partita di Città del Messico tra Nets e Thunder (era la squadra di Brooklyn a detenere il fantomatico fattore campo) è stata il pretesto per il commissioner Adam Silver di annunciare la nascita di una squadra di G-League proprio nella capitale messicana. Non solo, è stata il teatro perfetto per raccontare per l’ennesima volta tutte le difficoltà che gli Oklahoma City Thunder stanno attraversando in questa stagione – battuti dopo tre vittorie consecutive e incapaci di rendere positivo il proprio record di vittorie. Mancava Paul George (contusione al polpaccio), ma questa non può di certo essere la giustificazione di una sconfitta che ha seguito ormai il solito andamento: OKC avanti anche di 15 punti nel primo tempo, abili a limitare soprattutto in difesa gli avversari. Poi prima le difficoltà nel terzo periodo che rimettono in partita i Nets, precedente al crollo verticale degli ultimi 12 minuti di gara. Il risultato? 31 punti, 8 rimbalzi e 6 assist di Russell Westbrook sono totalmente inutili per conquistare il successo, in una partita in cui i Thunder hanno confermato tutte le loro difficoltà in attacco (38.8% al tiro dal campo di squadra). Dall’altra parte ai Nets è bastato non farsi prendere dal panico una volta sotto e lasciarsi trascinare da un sorprendente Caris LaVert da 21 punti e 10 assist in uscita dalla panchina.

Utah Jazz-Houston Rockets 101-112

IL TABELLINO

Gli Houston Rockets continua a macinare vittime, senza soluzione di continuità. La squadra di D’Antoni spazza via anche gli Utah Jazz a domicilio, grazie alla solita artiglieria pesante: 29 punti di James Harden, 23 con cinque triple di Ryan Anderson e 18, 13 assist e 9 rimbalzi per un Chris Paul che ancora non ha mai perso indossando la maglia dei texani (8-0 con lui in squadra). Merito di una partenza a razzo (scusate il banale gioco di parole), frutto di un attacco che tira 18/42 dalla lunga distanza con irrisoria facilità e che allo stesso tempo può permettersi isolamenti “redditizi” a livello di produzione di punti. La panchina inoltre, ridotta in parte dall'assenza di Nene questa notte, garantisce sempre il suo contributo. Dall’altra parte invece i Jazz di Donovan Mitchell (sì, verrebbe da chiamarli proprio così), hanno incassato il secondo ko consecutivo dopo un periodo positivo coinciso con l'assenza di Gobert e la contemporanea esplosione del numero 45. Il rookie dei Jazz è il primo dopo oltre 35 anni a Salt Lake City a mettere in fila ben quattro partite da almeno 20 punti. Quelli di stanotte sono 26 con 4 rimbalzi e 4 assist; l’opzione offensiva numero 1 di un attacco che sembra aver trovato il suo nuovo punto di riferimento.

Phoenix Suns-Washington Wizards 99-109

IL TABELLINO

Continua il momento magico per Bradley Beal, che dopo i 51 punti segnati a Portland ne ha messi a referto altri 34 nel successo di Washington a domicilio contro i Suns. Il conto totale dice 85 punti in due gare - agli Wizards, nessuno faceva così bene in due match dal 2006, quando Gilbert Arenas ne mise 85 tra il 22 e il 26 dicembre. "Non ho pensato di entrare in campo per segnarne altri 40 o 50”, ha detto Beal nel post partita. “Ho solo seguito il flusso della gara". Phoenix, condizionata dall’assenza causa infortunio di Devin Booker, ha risposto con i 23 punti di Tj Warren e, a dispetto di tutti i pronostici, è riuscita a rimanere in partita fino a cinque minuti dal termine. Alla fine però le forze sono venute meno e Washington ha chiuso i conti con un parziale di 11-3. "Negli ultimi minuti c’è bisogno di qualcuno che prenda la palla quando scotta", ha dichiarato Coach Triano cercando di spiegare la sconfitta. "Da una parte c’era Beal che segnava canestri decisivi, invece quello che di solito li mette per noi (Booker, ndr) non era a disposizione". Questa è la quattordicesima vittoria in stagione per Washington che a breve dovrebbe recuperare anche John Wall, out per la settima partita consecutiva. I Suns invece hanno perso quattro delle ultime cinque e dovranno rinunciare a Booker almeno per altre due settimane.