La stagione dei Bulls non è iniziata nel migliore dei modi, volgendo poi al peggio da quando il numero di sconfitte è lievitato come in molti avevano pronosticato. Il tutto immerso nella paradossale situazione creata dalla saga Portis-Mirotic, che nella notte si è arricchita di un’ulteriore puntata
Mancano le vittorie in Illinois, ma non di certo i colpi di scena. L’ultimo (e definitivo) sembrava essere arrivato quando Nikola Mirotic, rientrato in spogliatoio dopo 40 giorni di lontananza dal gruppo, aveva a sorpresa accettato (con un mese di ritardo) le scuse di Portis, sposando così in pieno la linea dettata dalla dirigenza. Una scelta secondo molti forzata, ma necessaria per il lungo spagnolo per sperare in una riconferma da 14.5 milioni di dollari la prossima stagione. A fine anno infatti Mirotic sarà già costretto a rinunciare a parte dei suoi guadagni dopo l’assenza forzata dall’infortunio al volto: il suo contratto prevedeva dei bonus da circa un milione di dollari legati al numero di presenze. Aver saltato le prime 23 gare però ha complicato non poco i suoi piani, rendendo impossibile per lui chiudere la regular season con almeno 60 presenze. La sua personale rivincita però è arrivata negli ultimi due giorni, coincisi con altrettante vittorie per i Bulls. Entrambe firmate sia in attacco che in difesa proprio da Mirotic. “È stato importante per noi in tutti e due i match. La notte scorsa non ha tirato benissimo, ma è riuscito a dare il suo contributo a livello difensivo. Sapeva sempre in quale posizione trovarsi”. Coach Hoiberg non nasconde la gioia di aver ritrovato un tassello importante sul parquet, con buona pace per chi vedeva nell’ascesa di Lauri Markkanen l’ennesimo segnale che avrebbe fatto fuori dalle rotazioni il numero 44. Contro Charlotte Mirotic non aveva reso al meglio, fermandosi a un modesto 2/7 al tiro in 15 minuti, ma risultando a suo modo decisivo in alcuni possessi difensivi. Ventiquattro ore dopo invece i suoi 19 punti (con cinque triple) in uscita dalla panchina hanno deciso il match contro i Knicks in favore dei padroni di casa, al secondo successo in fila. “Ho detto a Randy Brown prima della partita di Charlotte che avremmo vinto il match. Mi ha guardato e mi ha chiesto: ‘Perché?’. ‘Perché sono tornato’. E abbiamo conquistato un successo molto importante. Così anche oggi gli ho ripetuto ‘Vinceremo la seconda partita in fila’. Mi ha risposto: ‘Niko, credo in te’. Adesso siamo 2-0 e di certo non è una coincidenza”.
La miglior coppia sul parquet? Portis-Mirotic, ovviamente…
Parlare di imbattibilità dopo due partite giocate fa sorridere, ma vista la situazione in cui versano i Bulls non è un aspetto da poco. Mirotic ha dimostrato di aver acquisito la tranquillità tipica del veterano e la capacità di comprendere cosa fare in campo. Successi preziosi che raccontano di una squadra che ha voglia di battersi, nonostante tutto. Il rientro da Charlotte era stato molto complesso, con lunghe ore d’attesa a causa di problemi vari all’aeroporto che avevano costretto i Bulls ad atterrare in Illinois soltanto alla due di notte. Nonostante il mancato riposo (e l’overtime lasciato alle spalle poche ore prima), Chicago ha lottato e ha dimostrato maggiore brillantezza nel finale contro i Knicks. Anche grazie al contributo raccolto a gara in corso dalle riserve. “Credo che lui e Bobby sono stati fantastici insieme nel guidare la nostra panchina”, è il commento non casuale di Hoiberg, che mai si sarebbe sognato di pronunciare una frase del genere meno di una settimana fa. La coppia ha condiviso il parquet per 24 minuti, durante i quali i Bulls hanno dominato gli avversari mettendo a referto un convincente 115.6 di Offensive Rating unito a 103.8 di Defensive. Dati importanti considerando le difficoltà di Chicago. Nonostante i due non si rivolgano la parola una volta usciti dal parquet, Portis ha esultato e sorriso come tutti quando Mirotic ha infilato l’ennesima decisiva tripla contro i Knicks: “Segnare cinque volte dall’arco aiuta a fare gruppo”, commenta ironico Markkanen. “È una grande fortuna averlo di nuovo a disposizione”, chiosa salomonico il rookie finlandese senza sottolineare che la presenza dello spagnolo ridimensionerà il suo utilizzo. “Sono veramente orgoglioso di questo nuovo inizio: sono sempre stato un buon compagno e adesso voglio dimostrarlo”. Almeno fino alla prossima puntata.