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NBA, il ritorno di Steph Curry accende Golden State: 38 punti e 10 triple contro Memphis!

NBA

La stella degli Warriors festeggia al meglio il rientro dopo quasi un mese di assenza realizzando 38 punti in 26 minuti, grazie a 10 triple a segno che rappresentano la miglior prestazione dell'anno in NBA. Golden State ha vita facile contro Memphis nonostante l'espulsione di Draymond Green nel secondo quarto

IL TABELLINO

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Era da quasi un mese che lo speaker della Oracle Arena non poteva esplodere con il suo classico “STEPHEEEEEEN CUUUUUUUUURRRYYYYYYYY”, accompagnando l’urlo dei tifosi sugli spalti davanti all’ennesima prodezza del due volte MVP. Beh, stanotte si è potuto rifare del tempo perduto: il numero 30 ha festeggiato il suo ritorno segnando 38 punti e dominando i Memphis Grizzlies, affossati dal suo 13/17 al tiro di cui 10/13 dalla lunga distanza, firmando la miglior prestazione dall’arco di questa stagione in NBA e la nona gara in carriera con almeno 10 triple a segno (nessuno come lui nella storia). Un ritorno in grande stile che diventa ancora più incredibile se si considera che ci è riuscito in soli 26 minuti in campo, per via del minutaggio limitato dalla caviglia reduce da quasi un mese di riabilitazione, convincendo coach Steve Kerr a tenerlo in campo nel terzo quarto con un'occhiata che sapeva tanto di "Non provarci nemmeno a togliermi, mi sto divertendo troppo" ("Mi sembrava di essere al primo giorno di scuola" le sue parole nel post-gara). Il suo rientro ha permesso agli Warriors di salutare il 2017 con una prestazione offensiva eccellente: i 14 assist nel primo quarto si fermano a un solo passaggio vincente dal record di franchigia, e a metà tempo la point guard era già a quota 21 punti in 14 grazie a un 7/9 dal campo e 5/7 da tre, di cui una incredibile ricevendo un passaggio in mezzo alle gambe di Zaza Pachulia, anche lui galvanizzato dal ritorno del compagno e autore di 17 punti, 8 rimbalzi e 6 assist. Non a caso i 141 punti segnati — record contro i Grizzlies, che una volta erano considerati la loro bestia nera — sono superiori a qualsiasi delle 11 partite giocate senza di lui, così come le 18 triple mandate a segno propiziate dalla sua percentuale effettiva del 105.9%. Ovviamente anche gli altri Warriors si sono uniti alla festa di Steph, con Klay Thompson a quota 21 (5/11 per l’altro Splash Brother) e Kevin Durant a quota 20 con 5 rimbalzi e 9 assist. Una festa talmente ben riuscita che nemmeno il “Party Crasher” per antonomasia Draymond Green è riuscito a rovinarla: il numero 23 si è fatto infatti espellere a 9:45 dalla fine del secondo quarto per aver ricevuto il secondo fallo tecnico per proteste, alzando la mano destra per mandare a quel paese l’arbitro Nick Buchert e meritandosi di andare sotto la doccia prima del tempo.

Kerr: "Tutto sembra più bello con Curry: il cibo, mia moglie, i miei figli..."

Per i Grizzlies, tristemente sul fondo della Western Conference e proprietari del secondo peggior record della NBA, non c’era molto da poter fare: i 67 punti segnati nel primo tempo rappresentano il loro miglior dato stagionale, ma anche i 78 segnati da Golden State nei primi 24 minuti sono il massimo concesso nella loro storia. La difesa di Memphis è stata sotterrata da una serata di assoluta follia generale degli Warriors, capaci di tirare con il 59% dal campo e il 54.5% da tre commettendo solo 10 palle perse per un rating offensivo di 142.4. Impossibile cercare di tenere un passo del genere, neanche con un Marc Gasol da 27 punti con 10/13 al tiro e 4/4 da tre, un Tyreke Evans da 22 con 9 assist e 17 di Kobi Simmons dalla panchina. Gli Warriors quest’anno non hanno ancora perso dopo le 8 sconfitte raccolte finora, un record che diventa di 40-7 dalla stagione 2014-15, la prima con Kerr in panchina. Proprio coach Kerr ha avuto parole di elogio per la propria stella, tratteggiando perfettamente l’impatto che riesce avere su tutto ciò che entra in contatto con lui: “Quello che lui rappresenta è diverso da chiunque altro nella storia. Ci sono stati tanti giocatori che hanno dominato nei modi più diversi: Shaq sovrastava la gente, Michael Jordan possedeva una combinazione incredibile di potenza, tecnica e tenacia. Ma nessuno ha mai invertito il campo come fa Steph grazie al suo tiro e le sue capacità in palleggio. È pazzesco quello che scatena nelle difese: da allenatore cerchi sempre di trovare uno schema per forzare gli avversari verso certe zone di campo per ristringerlo, ma Steph fa saltare per aria qualsiasi cosa. Lui allarga lo spazio perimetrale da difendere oltre i 10 metri, mentre normalmente ci si può fermare a 7 e mezzo. Non ricordo nessuno che riesce ad avere questo tipo di impatto”. Il valore di uno come Curry però non si ferma solamente al campo: “A tutto questo dovete aggiungere il suo valore di intrattenimento. Si poteva sentire nel palazzo stasera: tutto sembra migliore, il cibo è più buono, mia moglie sembra ancora più bella di quanto già sia, i miei figli sono più felici. Steph ha questo tipo di impatto, è per questo che è un giocatore franchigia: dentro e fuori dal campo, quello che fa per questa organizzazione è semplicemente pazzesco”.