I losangelini travolgono la squadra di Marco Belinelli (4 punti e 1/7 al tiro) e interrompono la striscia di nove sconfitte in fila in casa. Nel post-partita coach Walton scherza sulle polemiche scatenate da LaVar Ball. “Ho tenuto fuori Lonzo perché suo padre dice c****…”
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Los Angeles Lakers-Atlanta Hawks 132-113
A dispetto del passato glorioso più o meno recente, Lakers-Hawks di questa notte appariva agli occhi di molti come uno scontro per dimostrare chi fosse meno peggio, condannando così la perdente al ruolo di pecora nera della lega. I giallo-viola giocavano in casa, certo, ma visto il filotto di nove sconfitte interne consecutive che stavano cavalcando non sembrava essere un gran vantaggio. Col senno di poi invece lo è stato, soprattutto guardando all’incapacità di Atlanta di restare in partita per più di 10 minuti, travolta senza appello dai Lakers. Brandon Ingram è il miglior realizzatore dei suoi e chiude a quota 20 punti, ma la serata realizzativa dei padroni di casa è scoppiettante: otto giocatori in doppia cifra, il 55.8% dal campo e il 44% abbondante dalla lunga distanza che regala ai Lakers ben 16 triple. Il record stagionale per la peggior squadra NBA per percentuale con i piedi oltre l’arco. “Tutti quanti eravamo concentrati sullo stesso scopo, ci siamo fidati uno dell’altro”, racconta Ingram a fine gara. Convincente la partita di Lonzo Ball chiusa mettendo a referto 13 punti, 10 rimbalzi, 6 assist e provando a lasciarsi alle spalle gli inutili polveroni e polemiche che la sua famiglia continua ad alzare. Un match dominato, in cui i Lakers sono volati anche sul +26 (il massimo vantaggio raccolto in questa regular season), mantenendo saldamente il controllo nonostante i 27 punti e 5 assist di Dennis Schröder, uno dei pochi a salvarsi. Il migliore degli Hawks in uscita dalla panchina invece è John Collins (15 punti con 5/7 al tiro), a differenza del solito Marco Belinelli per una volta inceppato e impreciso. Per il numero 3 azzurro solo 4 punti con 1/7 al tiro e un -17 di plus/minus che racconta come il suo ingresso in campo non abbia invertito la tendenza in favore degli Hawks. “Hanno giocato tutto il match correndo in transizione, tirando bene da tre punti o andando al ferro. Tutto parte sempre dalla difesa e dobbiamo impararlo anche noi”, commenta amareggiato coach Budenholzer.
La battuta di coach Walton su LaVar Ball
A far discutere nelle ultime ore erano state invece le parole di LaVar Ball (che non ha alcuna intenzione di starsene zitto) contro coach Walton, reo a detta del padre di Lonzo di aver perso il controllo del gruppo e vittima del fatto che molti giocatori non volessero più scendere in campo per lui. Stupidagginia cui l’allenatore dei Lakers ha trovato il mondo più intelligente e perspicace per rispondere. Imbeccato da un giornalista che gli ha chiesto come mai avesse scelto di sostituire la seconda scelta assoluta al Draft dopo meno di sei minuti nel primo quarto, Walton ha risposto: “Suo padre continua a dire soltanto c**** e io allora l’ho messo fuori”. Frase seguita poi da qualche istante di imbarazzato silenzio, prima che l’ex assistente degli Warriors iniziasse a ridere, sottolineando come il suo fosse uno scherzo (la prima parte della frase neanche tanto). "Ho già spiegato più volte a Lonzo di non doversi preoccupare di ciò che accade e di ciò che pensa la gente lì fuori. Poi prosegue con la spiegazione seria delle sue scelte e delle rotazioni: "Quello che stiamo provando a fare è dividere in gruppi la squadra, per far sì che tutti a ogni variazione lavorino al meglio. Per quello un giocatore come Kuz [Kyle Kuzma] spesso parte dalla panchina e poi si ritrova in campo con lui. Abbiamo parlato del suo utilizzo e di come alle volte sia meglio tenere Lonzo fuori prima nel primo quarto, per averlo poi a disposizione a inizio secondo. Oggi in particolare poi mi ha detto anche quanto fosse stanco e in parte affaticato. L’idea comunque resta quella di mescolare un po’ le carte e lasciarlo sul parquet più a lungo con la second-unit, con la quale l’intesa è ottima, e vedere cosa ne viene fuori".