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NBA, risultati della notte: OKC cade in casa contro Portland, vincono Lakers e Mavs

NBA

Russell Westbrook sfiora la tripla doppia ma è C.J. McCollum a uscire vincente dal duello a Oklahoma City: 27 punti e vittoria per i suoi Blazers. Lonzo Ball chiude con 11 rimbalzi, 11 assist, 5 recuperi ma solo 5 punti contro Sacramento; Dirk Nowitzki ne segna 20 nel successo dei Mavs su Orlando

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Oklahoma City Thunder-Portland Trail Blazers 106-117

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Il record dice che Portland gioca meglio lontano dal Moda Center che tra le mura amiche e i Thunder lo provano sulla propria pelle consegnando ai Blazers la dodicesima vittoria esterna stagionale, a fronte di solo otto ko (10-10 invece il record interno). Pur senza il loro leader Damian Lillard, fermato per la settima volta nelle ultime nove gare dal problema al polpaccio sinistro, la squadra di coach Stotts sfodera una prestazione molto solida affidandosi alla guida di un ispirato C.J. McCollum (27 punti e 7 assist per lui) e trovando ancora una volta punti e invenzioni dalla riserva di Lillard, Shabazz Napier, capace di chiudere con 21 punti. Altri 20 con 8 rimbalzi li porta in dote Jusuf Nurkic, in una serata che vede gli ospiti tirare con oltre il 53% dal campo (contro il 44% di OKC) e controllare più o meno agevolmente l’incontro dal secondo quarto in poi. I Thunder cercano di riportarsi vicini (a -7 sul finire del terzo quarto) ma arriva pronto il parziale dei Blazers a ricacciarli indietro: 13-1 il break e gara sostanzialmente chiusa. Ai padroni di casa – giunti alla quarta sconfitta nelle ultime sei, tre delle quali tra le mura amiche e una sul campo dei non proprio irresistibili Phoenix Suns – non basta il solito Russell Westbrook vicinissimo alla tripla doppia: il n°0 di OKC segna 22 punti, distribuisce 12 assist e cattura 9 rimbalzi, ma lascia anche l’arena senza parlare con i giornalisti, segno di un grado di insofferenza sicuramente crescente. Inutili anche i 22 punti di Paul George e i 19 di Carmelo Anthony, che ha una sua teoria per spiegare il ko: “Ci è mancata energia, abbiamo giocato solo a tratti”, dice, commentando la prestazione dei suoi, sicuramente insufficiente in difesa, visti i 117 punti concessi ai Blazers (oltre i 100 per la quinta volta in fila) e le percentuali di tiro concesse (oltre il 53% dal campo, più del 43% dall’arco).

Dallas Mavericks-Orlando Magic 114-99

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Dallas arriva alla sfida contro Orlando avendo perso le ultime tre gare, ma i Magic se la passano decisamente peggio, con 13 ko nelle ultime 14 uscite. Le sconfitte per la squadra della Florida diventano 14 (comprese le ultime 5 disputate) perché i Mavericks – sotto di 5 punti all’intervallo – nel secondo tempo escono dagli spogliatoi con una determinazione maggiore e grazie a 15 punti a testa di Dennis Smith Jr. e di Dirk Nowitzki (entrambi chiudono a quota 20) regalano a coach Carlisle la vittoria n°708 in carriera, una in più di John MacLeod per il 17° posto all-time tra gli allenatori. “La partita l’ha cambiata Yogi Ferrell dalla panchina con la sua energia”, dice Carlisle e in effetti gli 8 rimbalzi della piccola point guard dei Mavs, combinati ai 7 di Dennis Smith Jr. la dicono lunga sullo sforzo a 360° dei Mavericks, che hanno anche 16 punti da Wesley Matthews, 15 da Harrison Barnes e dallo stesso Ferrell e 12 con 8 assist da J.J. Barea. Per Orlando il top scorer è Aaron Gordon, autore di 19 punti nonostante una partenza punitiva dalla panchina (per aver infranto una regola di squadra), mentre 18 li aggiunge D.J. Augustin e 13 con 10 rimbalzi Marreese Speights. Al solito però è la difesa a tradire i Magic, che concedono 100 o più punti ai Mavs così come successo in quattro delle ultime cinque gare: un trend preoccupante per la squadra che vede solo Atlanta inseguirla nella classifica della Eastern Conference. 

Los Angeles Lakers-Sacramento Kings 99-86

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Dopo nove sconfitte consecutive, in casa Lakers anche solo mettere in fila due successi serve a tirare su il morale e allontanare un po’ di polemiche. Quelle nate in seguito alle dichiarazioni di LaVar Ball, sulla presunta inaffidabilità in panchina di Luke Walton, parole che hanno ancora una volta gettato involontariamente sotto i riflettori il figlio Lonzo. Che per l’ennesima gara dimostra di aver enormi problemi al tiro (2/10 dal campo con 1/7 da tre) ma allo stesso tempo di essere giocatore sopraffino in mille altri aspetti. Il suo tabellino finale riporta solo 5 punti ma 11 rimbalzi, 11 assist e 5 recuperi, e il ritmo impresso alla partita (35-8 i punti in contropiede a favore dei suoi) è quello scelto e dettato dal n°2 di Chino Hills. Attorno a lui tutto il quintetto gialloviola chiude invece in doppia cifra, così come fa anche Larry Nance Jr. (10 punti e 8 rimbalzi) dalla panchina. Per L.A. il migliore è Julius Randle con 22 punti e 14 rimbalzi, 16 li porta in dote Kentavious Caldwell-Pope ma decisivi sono anche i 18 con cinque triple a segno di Brook Lopez, che ne menda a bersaglio tre quasi consecutive nel terzo quarto, respingendo l’assalto dei Kings che con un parziale di 14-3 provavano a mettere le mani sulla partita. Proprio sul finire del terzo quarto, invece, arriva il break decisivo per i gialloviola, che chiudono la frazione con un parziale di 22-10 portando il loro vantaggio in doppia cifra. Ai Kings non bastano i 19 punti di Bogdan Bogdanovic, miglior marcatore dei suoi pur uscendo dalla panchina, i 15 di De’Aaron Fox e i 13 di Buddy Hield: per Sacramento è il quinto ko nelle ultime sei gare.