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NBA, Belinelli: "Il futuro? A febbraio vedremo dove sarò, se ad Atlanta o altrove"

NBA

Il giocatore numero 3 degli Hawks ci racconta in esclusiva del suo futuro, della stagione complessa di Atlanta, della sua “finta”, del lavoro che c’è dietro e del rapporto con coach Popovich: “Questa estate è importante trovare un contratto importante”

È fastidioso essere la peggior squadra NBA?

“Beh, sicuramente sì. È una cosa che rode. Abbiamo perso tante partite, abbiamo vinto soltanto dieci gare e sicuramente è qualcosa di molto fastidioso. Ti porta a pensare a tante cose. Va detto che il mondo NBA è così: alcuni anni ti ritrovi in una squadra che è intenzionata a crescere, che fa giocare tanti giovani per poi puntare a diventare forte tra tre o quattro anni e quindi bisogna aspettare. Bisogna avere pazienza. Dal mio punto di vista è importante restare aggressivo, cercare di portare a casa i miei punti anche perché questa estate sarò free agent e quindi spero che qualcosa di positivo possa esserci.”

Prima però c’è la deadline di febbraio e il tuo contratto fa comodo a molti: ci stai pensando?

“Essere scambiato è una cosa che può succedere, una trade nel mondo NBA è sempre dietro l’angolo. Ogni tanto ci pensi, però poi cerchi soltanto di fare il tuo, provando a fare il meglio possibile con Atlanta e di essere aggressivo. Poi vedremo dove sarò dopo la trade deadline, se sarò ancora ad Atlanta o in un’altra squadra. Ho letto che ci sono tante voci, tante squadre e questa sicuramente è una cosa positiva, io però resto concentrato soltanto su di me.”

Questa estate cercherai l'ultimo grande contratto della carriera: quali sono le tue priorità?

“È importante questa estate provare a firmare un buon contratto, per questo bisogna continuare a essere aggressivo. La NBA come ho già detto è un mondo strano e io devo solo restare tranquillo. Vedremo questa estate cosa offriranno le squadre; non voglio di certo nascondere che per me sarà un’estate decisiva”.

Quest’anno sei uno dei migliori in NBA ai liberi: è una cosa a cui fai caso?

“Dopo tanti anni in NBA, ho imparato a capire il mondo americano e so che si guarda molto alle statistiche. So che sono cose molto importanti ed è utile che io abbia quelle percentuali. Questo è anche frutto dell’allenamento, sia sui tiri liberi che nelle conclusioni da tre punti: sono cose che mi fanno piacere e penso che potranno incidere anche questa estate”.

Tanti imitano la tua "finta alla Belinelli": come è nata, chi te l’ha insegnata?

“Sono sempre stato un giocatore che ama segnare e cerco sempre ogni tipo di soluzione per riuscirci. È stato molto importante quando ero a San Antonio vedere Manu Ginobili che è un altro di quelli che sa usare molto bene questo tipo di finta e che riesce a superare così tanti avversari. Lui mi ha insegnato tanto, anche a muovermi lontano dal pallone: l’importante è cercare di migliorare anno dopo anno. A me non piace molto dare giudizi sul mio modo di giocare, preferisco ascoltare il parere degli altri. Io cerco soltanto di trasmettere la mia passione per la pallacanestro, provando a essere il miglior giocatore possibile”.

Sei molto legato a coach Popovich: che rapporto hai con lui, ti piacerebbe tornare agli Spurs?

“Con Popovich e anche con Ettore [Messina] ho sicuramente un grande rapporto, ci sentiamo spesso, ci facciamo gli auguri e questa è una cosa bellissima. È una persona che stimo ed avere la possibilità di poter parlare con lui, di chiedergli consigli è un aspetto molto importante per me”.

Quanto è cambiata la percezione che la gente ha di te da quando sei in NBA?

“Sono dieci anni che sono negli Stati Uniti: ho vinto la gara del tiro da tre punti, il titolo, ho fatto i playoff con Chicago, penso di essere migliorato anno dopo anno. Avere tutto questo alle spalle fa sì che tanti avversari oggi mi rispettano. È una cosa che cresce anno dopo anno, che sto notando e che ovviamente mi fa molto piacere”.

Quanto lavoro c’è dietro tutto questo? Quanto è importante la preparazione estiva?

“È fondamentale perché è l’unico momento in cui puoi pensare di migliorare, di poter lavorare su te stesso. Durante la stagione invece non c’è molto tempo per allenarsi con la squadra, quindi diventa molto importante farlo individualmente. Ritagliarsi un’ora per mettere a posto il tiro, oppure provare le situazioni che ti ritroverai davanti in partita: è una cosa su cui lavoro davvero tanto”.

A inizio anno avevi parlato di “playoff”: erano frasi di circostanza?

“No, in realtà vedevo qualcosa di positivo, anche perché quando vieni scambiato e arrivi in una squadra nuova cerchi sempre di puntare in alto e pensare in grande. Poi purtroppo la partenza non è stata delle migliori e non ha fatto altro che peggiorare. Adesso siamo ultimi per numero di partite vinte, però ti ripeto che la NBA è un mondo particolare: bisogna sempre cercare di essere positivi, pensare alla gara successiva e cercare di fare il meglio possibile”.

Chi sono i giocatori NBA che ti piace guardare?

“Io amo la pallacanestro in generale, mi piace un sacco guardarla e lo faccio sempre anche in televisione. Ce ne sono tanti che mi piacciono: Devin Booker ad esempio è uno di questi, uno di quelli che un giorno diventerà ancora più forte di quanto già non lo sia; Lonzo Ball anche, contro cui ho giocato qualche giorno [nella gara persa dagli Hawks allo Staples Center contro i Lakers, ndr] ed è un buonissimo giocatore che ha tanto margine di crescita. Ovviamente poi non posso non citare LeBron, Curry o Durant: è una lega piena zeppa di giocatori di talento”.

Chi vincerà nella Eastern Conference? E il titolo?

"Cleveland e Boston sono certamente le favorite. I Cavaliers hanno qualcosa in più, adesso hanno recuperato anche Isaiah Thomas e sono contento per lui perché è un bravissimo ragazzo. I Celtics invece hanno trovato finalmente un leader in Kyrie Irving, che sta giocando una stagione pazzesca. Per il titolo invece o Warriors o Cavaliers; immagino una finale come quella degli anni scorsi. Sarà dura per entrambe: Golden State ha sempre qualcosa in più, ma dopo la sconfitta delle ultime Finals i Cavaliers saranno certamente più motivati".

[Intervista di Zeno Pisani video di Sheyla Ornelas]