Il numero 0 di OKC pensava di essere stato scelto per ultimo da James e si è "vendicato" sul parquet segnando 46 punti in faccia a Wall: "Lo sapevo che ero stato selezionato per primo, non poteva che essere così". Anche Durant è finito con LeBron: "Steph, preparati alla sfida"
La mancata diretta TV delle scelte fatte da LeBron James e Steph Curry ha creato sicuramente confusione, almeno in Russell Westbrook. Contro gli Washington Wizards il numero 0 aveva il dente avvelenato, convinto com’era che il numero 23 dei Cavaliers lo avesse scelto per ultimo tra le riserve. Addirittura dopo John Wall, l’avversario di serata. Far ricredere il mondo intero è quindi diventato il suo obiettivo. Quarantasei punti e una vittoria dopo, quando gli chiedono a fine partita cosa pensa delle scelte fatte dai due capitani dell’All-Star Game, parte con la risposta standard: “Sono felice, finalmente sono venute fuori le due squadre”. Nel frattempo però, Carmelo Anthony poco più in là inizia a urlargli contro: “Dici la verità, racconta quello che pensi davvero!”. Dopo un sorriso, Westbrook prosegue, stavolta sincero: “Ho visto che sono stato l’ultima scelta presente nella lista di LeBron, sto solo cercando di capire…”. Ma a quel punto i giornalisti lo interrompono bruscamente, sottolineando come quello sia soltanto l’ordine alfabetico e non rappresentativo della reale sequenza delle chiamate. L’elenco pubblicato da James su Instagram infatti è stato redatto soltanto a giochi fatti. A quel punto la point guard di OKC comincia a urlare verso il suo compagno di squadra: “Hai visto, te lo avevo detto! Era tutto in ordine alfabetico! Per forza, io sono stato il primo – sottolinea ridendo -, sicuro, di che cosa stiamo parlando?”. Paul George non riesce a smettere di ridere: “Era solo una questione di ordine alfabetico: LeBron adora Russell, non penso ci fossero dubbi sul fatto che non lo avesse lasciato per ultimo”. Una partita durante la quale far vedere di cosa è capace quella del prossimo 18 febbraio, magari piazzando qualche altra schiacciata come quella che ha messo a dura prova la tenuta del ferro della Chesapeake Energy Arena: “È stata una giocata carina, si”, sorride poi finalmente rilassato. “È uno dei migliori della lega – rende merito coach Brooks, che lo ha allenato a lungo a Oklahoma City -. E continuerà a esserlo anche nei prossimi anni”.
Durant: “Finalmente sono stato scelto per primo, almeno questa volta”
In squadra con Westbrook c’è anche Kevin Durant, che a differenza dell’ex compagno (con cui dovrà condividere il parquet) ha ben chiaro come sono andate le cose durante la selezione: “Dobbiamo per forza continuare a far finta che non si sappia che sono stato il primo a essere scelto?”, racconta già prima della partita contro Minnesota. Lui è stato il primo tra i titolari chiamati da James (che aveva il diritto di iniziare dopo aver ricevuto più voti), lasciato da solo dai compagni degli Warriors tutti finiti assieme a Curry: “Steph mi ha aggiunto a una chat di gruppo assieme a lui, Draymond e Klay. Ci ha detto che loro tre sarebbero stati contro di me e hanno iniziato a prendermi in giro. Per quello ho preferito uscire, ma li conosco bene: non sanno cosa li aspetta”. Il clima è chiaramente molto ironico e così è lo stesso Durant che via Instagram si lascia andare, pubblicando una storia in cui riprende l’immagine della sua scelta di andare a Golden State pubblicata da The Players Tribune, aggiungendo al suo “prossimo capitolo” l’immagine di LeBron James sulla sua maglia e scrivendo: “La scelta numero uno, o almeno il mio ego così mi lascia immaginare. Sto venendo a sfidarti Steph!”. Una convinzione confermata poi anche al termine della gara contro i T’wolves ai microfoni dei giornalisti a bordocampo: “Bene, finalmente qualcuno sembra avermi scelto per primo. È una sensazione molto piacevole. Sarà molto divertente competere contro Steph, Klay e Draymond”. A rispondere è il profilo ufficiale dei Portland Trail Blazers, che al Draft gli preferirono Greg Oden e che vincono il premio di tweet più bello del giorno: “Colpa nostra”, aggiungono citando le dichiarazioni.