L'allenatore dei Sacramento Kings si è accasciato a terra durante il primo quarto dopo un mancamento che lo ha costretto a rinunciare a proseguire la partita. Al suo posto in panchina l'assistente Turner: "Sta bene, è stato solo un giramento di testa"
Di solito siamo abituati a vedere crollare a terra i giocatori, esausti o peggio ancora infortunati in qualche scontro duro sotto canestro o in mischia. Più raro invece vedere accasciarsi a terra un allenatore nel bel mezzo della partita, come accaduto a coach Dave Joerger durante la sfida tra i suoi Sacramento Kings e i San Antonio Spurs. A pochi metri da lui l’arzillo Gregg Popovich, salutato da tutti per i suoi 69 anni, mentre il collega 26 anni più giovane non resiste neanche un quarto prima di avere un mancamento. Una breve vertigine, accasciandosi su un ginocchio prima di lasciare la panchina durante il primo quarto. “È stato un momento in cui mi è diventato tutto buio davanti agli occhi”, racconterà poi dopo essersi ripreso, senza però mettere più piede a bordocampo per ragioni precauzionali. “Sta bene comunque, è tutto ok”, ha commentato l’assistente Elston Turner, che ha preso il suo posto. “Alle volte quando ti alzi in piedi di botto dopo essere stato seduto ti manca per qualche istante la terra sotto i piedi. Questo è quello che è successo”. Ancora non è stato comunicato dalla società se la scelta sia quella di far restare Joerger con la squadra per la trasferta di New Orleans o rimandarlo a casa a riposare, in attesa del rientro dei Kings a Sacramento. “È un giovane coach in ottima salute, con un sacco di energia che riversa durante ogni partita in campo e a ogni allenamento. Quello di oggi è soltanto un incidente e sfortuna ha voluto che accadesse sotto i riflettori”. Nel momento in cui è crollato a terra, Joerger ha continuato a dare indicazioni ai suoi ragazzi, senza rendersi conto di quanto stesse succedendo. “Mi sono lanciato su di lui per evitare che si facesse male. Quando hai un blackout del genere rischi davvero di farti male. Ho evitato che battesse con la testa per terra”. In campo De’Aaron Fox, che ha chiuso con il suo massimo in carriera, non ne ha risentito molto: “Dal campo è stato strano voltarsi verso la panchina e vedere Turner in piedi mentre il coach camminava a fatica verso gli spogliatoi. Abbiamo scoperto soltanto all’intervallo cosa fosse successo, ma nessuno ne ha risentito in campo. Turner è in grado di fare il suo lavoro molto bene”. Negli spogliatoio poi le rassicurazioni: “Lo abbiamo incrociato a metà partita, ma lui non voleva che nessuno si distraesse dalla partita. Ha continuato a ripeterci che stava per riprendersi e ci ha invitato a pensare soltanto alla gara”.