Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, zero minuti per Jimmy Butler, l'All-Star stanco: “Meglio riposare”

NBA

Fa discutere la scelta della superstar di Minnesota che ha chiesto (e ottenuto) da coach D’Antoni di non scendere in campo neppure un minuto durante l’All-Star Game

Una cosa così non si era mai vista: di DNP-Rest — la sigla che viene comunemente utilizzata sui boxscore per indicare un giocatore a referto ma tenuto a riposo — nella storia recente dell’All-Star Game non se ne ricordano, mentre invece Jimmy Butler, la superstar di Minnesota selezionata tra le guardie della Western Conference e scelto da Curry nel suo Team Steph, ha chiesto e ottenuto dal suo allenatore di prendersi una giornata di riposo la domenica della partita delle stelle. “Non si è allenato e mi ha chiesto di poter non giocare: si sentiva stanco, non aveva gambe”, la spiegazione di coach D’Antoni, comprensivo nei confronti della star dei Timberwolves. “Credo vada rispettato, è un giocatore che gioca sempre duro, a volte il tuo corpo ti chiede un po’ di riposo”. Così Butler, regolarmente presentato all’introduzione dei giocatori e poi in panchina cambiato con il resto della squadra, ha finito per collezionare zero minuti, non mettendo mai piede in campo per tutto l’incontro. Una rarità in un All-Star Game, gara che per moltissimi giocatori resta un vero e proprio obiettivo stagionale, status spesso ricercato e poi esibito per consacrare la propria ascesa tra i big della lega. Ci sono stati in passato esempi di giocatori che non hanno fatto nulla per nascondere la propria scarsa propensione a una gara orientata molto di più allo spettacolo che non al risultato (Karl Malone restò in campo tre minuti alla partita delle stelle del 2000 e un solo minuto in più a quella dell’anno successivo) e altri che, per motivi diversi, hanno limitato fortemente la propria presenza in campo (neanche tre minuti per Kobe Bryant nel 2008, reduce da una distorsione al mignolo sinistro che avrebbe dovuto richiedere un’operazione e che invece il “Black Mamba” finì per trascinarsi fino alle finali NBA giocate e perse contro i Celtics, uno in meno l’anno scorso per DeMarcus Cousins, alle prese con il trasferimento di mercato da Sacramento a New Orleans).

Il riposo di Butler non piace a Lou Williams

Diversa, però, la decisione di Butler, da qualcuno fortemente contestata in nome di tutti quei giocatori — altrettanto meritevoli magari di una convocazione (da Lou Williams - che su Twitter sembra non crederci, chiedendo a Butler "ma fai sul serio?" - a Devin Booker, piuttosto che Chris Paul e Manu Ginobili, due che dai tifosi avevano ricevuto più voti dell’ala dei T’Wolves) — che avrebbero gradito tantissimo recitare da protagonisti tra le stelle NBA sul parquet dello Staples Center. Una scelta, quella dell’ex giocatore dei Chicago Bulls, che va però anche contestualizzata con lo sforzo fin qui richiesto al n°23 in stagione. Butler è primo nella NBA per minuti giocati ogni sera (37.1) e Minnesota è la squadra che ha giocato più gare di tutte le altre franchigie prima della pausa per l’All-Star Game (ben 61 delle 82 previste in stagione regolare). Che Butler volesse tirare un po’ il fiato, forse ci sta anche…