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NBA, il riscatto di Emeka Okafor: i Pelicans lo confermano fino al termine della stagione

NBA

Dopo cinque anni trascorsi lontano dalla NBA alle prese con diversi infortuni, la seconda scelta al Draft 2004 è ritornata in campo più forte di prima. Tanto da conquistare a 35 anni la conferma fino a fine stagione con New Orleans: "Sapevo che avrei avuto un’altra occasione"

La vendetta è un piatto che va servito freddo. Ed Emeka Okafor la sua contro il destino ha deciso di prendersela con comodo, lottando per cinque anni con infortuni di ogni tipo (l’ernia al disco, i guai muscolari e i demoni di una riabilitazione che ogni volta trovava un intoppo). Alla fine però, la seconda scelta assoluta al Draft 2004 (non uno dei più fortunati, ma col senno di poi i vari Andre Iguodala, J.R. Smith e Tony Allen ad esempio avrebbero meritato una chiamata prima di lui) è riuscita a tornare sul parquet, conquistandosi il rinnovo contrattuale con i Pelicans. L’ultima apparizione in campo di Okafor era datata 15 aprile 2013: Washington-Brooklyn, nove minuti e 39 secondi sul parquet con la maglia degli Wizards e poi l’inizio di un nuovo lungo percorso di riabilitazione. Quattro anni in cui si erano definitivamente perse le sue tracce fino al ritorno a settembre 2017, al training camp dei Sixers, nonostante i 35 anni ormai alle porte. Dopo le gare di preseason però Philadelphia gli comunica che non ha spazio per lui nel roster e Okafor decide allora di lanciarsi nell’esperienza in G-League con i Delaware 87ers (con cui è sceso in campo anche con la maglietta ispirata a SpongeBob), in attesa che arrivasse il suo momento. Oltre quattro mesi di allenamento fino all’infortunio di DeMarcus Cousins, che termina la stagione a sorpresa in largo anticipo; l’occasione che stava aspettando da molto: i Pelicans infatti hanno bisogno di un lungo d’esperienza che garantisca presenza, difesa e solidità nei tanti minuti rimasti sguarniti vista l'assenza di Boogie. Sei gare, di cui quattro da titolare, due contratti da dieci giorni e infine la conferma fino al termine della stagione. Una sorpresa per molti, ma non per il diretto interessato, che non pensa sia un caso. “No, è nella natura dello sport. La mia mentalità è stata quella di pensare di dover essere sempre pronto. Sapevo a cosa sarei andato incontro prima o poi. Sono consapevole di quale sia il mio valore cestistico. Quest’anno, sin dai primi giorni passati in G-League in attesa della mia opportunità, il mio mantra è stato quello di dover dimostrare di essere ancora un giocatore. Adesso che sono tornato, tutto sembra normale e naturale. Ho intenzione di andare avanti fino a quando qualcuno non mi dirà di fare il contrario”.