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NBA, LeBron James e il traguardo di 30.000-8.000-8.000: mai nessuno come lui

NBA

Fare l’elenco dei record è diventato quasi stucchevole, ma il numero 23 dei Cavaliers costringe tutti a dover fare i conti coni suoi record e il suo posto nella storia: a leggere i numeri non sembrano esserci termini di paragone. Un giocatore così in NBA non si è mai visto

Sembra incredibile, ma anche oggi, a 15 anni dal suo esordio, non si può fare a meno di scrivere ancora una volta di LeBron James. La gara da 31 punti, 12 rimbalzi e 11 assist vinta contro i Nets diventa l’ennesimo snodo cruciale di una carriera in cui battere record è diventata impresa all’ordine del giorno. La partita contro Brooklyn però ha inevitabilmente un sapore particolare, prima di tutto perché porta in dote la 926esima gara con almeno 20 punti a referto. Agganciato Michael Jordan che presto verrà scalzato anche da quel podio. Il numero 23 dei Cavaliers infatti è un asso pigliatutto, anche se si gioca a basket e non a carte. James chiude con la 12^ tripla doppia della stagione, a meno uno dal record della scorsa regular season e concludendo febbraio in tripla doppia di media (un mese particolarmente propizio per il Re, visto che è stato votato giocatore del mese ininterrottamente dal 2012 a oggi). Nelle ultime dieci partite infatti LeBron viaggia a 27 punti di media (con il 54.6% dal campo), 10.5 rimbalzi e 10.5 assist. Mai un giocatore così in là con gli anni era riuscito in un’impresa del genere (prima di lui il record apparteneva a un 31enne Wilt Chamberlain che ci riuscì nel marzo 1968). “Sto giocando un buon basket, certo, ma al momento la cosa che più mi preme è quella di essere disponibile con i miei nuovi compagni soprattutto fuori dal campo – racconta James, che prova a schivare chi vuole tesserne le lodi -. Loro mi lasciano lo spazio e la libertà per esprimermi e dare il massimo. Pensare che questo mese sia riuscito a tenere queste medie per la prima volta nella mia carriera significa che sono riuscito nel mio intento: attaccare il canestro, mettere in ritmo i compagni e essere presente a rimbalzo. Ho fatto questo e alla fine è stato un mese discreto anche a livello individuale”. Un fenomeno paranormale anche per il suo allenatore: “Non è un modo di dire: diventa sempre meglio con il trascorrere del tempo. Ha fatto un lavoro enorme nel trascinare il gruppo, nel caricarsi le difficoltà sulle sue spalle. Sta mostrando ai nuovi arrivati la strada da percorrere”.

Un giocatore completo, ben oltre il fisico e l'atletismo

Se tutto questo discorso riguardasse un giocatore normale, traguardi del genere rappresenterebbero la punta di diamante di un’intera carriera. In quella di James invece sono solo tappe accidentalmente raggiunte mentre prosegue lungo la strada dell’unicità. Nella serata del numero 23 dei Cavs infatti è un altro l’obiettivo di gran lunga più pregiato: essere diventato il primo nella storia NBA ad aver messo a referto 30.000 punti, 8.000 rimbalzi e 8.000 assist. Decine di migliaia di giocatori, vagonate di campioni, una manciata di leggende. Ma nessuno ha mai raggiunto cifre di questa dimensione in tutte tre le categorie: “Se leggo la lista di tutti i campioni che hanno fatto parte di questa lega e penso di essere l’unico ad avercela fatta, beh, è molto piacevole. Sono orgoglioso del mio modo di giocare, del fatto che riesca a incidere in ogni aspetto del gioco sin da quando ho iniziato a scendere in campo da ragazzino. Ho sempre voluto essere considerato un giocatore completo e ho spesso ricavato maggiore soddisfazione da un assist che da un canestro. Per riuscirci però devo ringraziare i miei compagni: sono loro che devono metterla dentro e senza il loro aiuto non avrei raggiunto cifre del genere. Andare a rimbalzo invece è una questione di istinto, non sono uno di quelli che fa a cazzotti sotto il ferro. Ho sempre capito prima degli altri dove fosse destinato il pallone, il modo in cui rimbalza e quale direzione prendere. Quello fa la differenza tanto quanto l’atletismo. La capacità di segnare canestri è stata l’ultima cosa su cui ho puntato la mia attenzione. Non mi sono mai visto come un realizzatore puro. È molto difficile confermarsi ad alti livelli, molto impegnativo ed è uno sforzo che richiede un sacco di energie. Te ne porta via parecchie, ma se sei destinato a fare tutto sul parquet, trovi il modo di dare continuità a prestazione complete sotto tutti i punti di vista”. Un traguardo celebrato anche via Instagram: "È surreale, pensando al punto da cui sono partito". E la scalata non è ancora terminata.