Il n°23 di Cleveland chiude il mese di febbraio in tripla doppia di media (il più vecchio di sempre a riuscirci) e diventa il primo giocatore di sempre a collezionare 30.000 punti, 8.000 rimbalzi e 8.000 assist in carriera. All-Star sugli scudi: Bradley Beal (21), Damian Lillard (26) e Kemba Walker (31) guidano alla vittoria Wizards, Blazers e Hornets
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Cleveland Cavaliers-Brooklyn Nets 129-123
Anche nel giorno in cui due dei nuovi arrivati in maglia Cavs recitano da protagonisti, a Cleveland si parla sempre di LeBron James. Rodney Hood completa un gioco da tre punti con 40 secondi sul cronometro che dà ai Cavs il vantaggio decisivo nel finale e George Hill fa segnare il suo massimo stagionale a quota 26 ma i riflettori ancora una volta sono per “The Chosen One”. Il perché è presto detto: James guida i suoi alla vittoria con una tripla doppia da 31 punti, 12 rimbalzi e soprattutto 11 assist, l’ultimo dei quali lo fa entrare dritto nella storia del gioco come l’unico giocatore di sempre a collezionare 30.000 punti, 8.000 rimbalzi e 8.000 assist. Per James si tratta della 12^ tripla doppia stagionale, la 25^ nell’ultimo biennio dopo averne messe a segno 42 nelle sue prime 13 stagioni NBA, per un totale che sale così a quota 67: il n°23 dei Cavs completa così l’intero mese di febbraio con una tripla doppia di media, diventando il più vecchio giocatore di sempre a riuscire in quest’impresa (Wilt Chamberlain nel 1968 ci era riuscito a 31 anni di età). “Non mi sono mai visto come un realizzatore, segnare punti è sempre stata l’ultima delle mie preoccupazioni”, dichiara a fine gara. “Con tutti i campioni che sono passati in questa lega, fa davvero piacere sapere di essere l’unico giocatore ad aver raggiunto il traguardo dei 30.000+8.000+8.000”. Per regalare a James la vittoria c’è voluto però più impegno del previsto, contro una squadra – i Nets – che ha perso nove delle ultime dieci gare: Cleveland e Brooklyn si sono infatti alternate al comando della gara la bellezza di 25 volte, con 9 parità. Alla fine l’hanno spuntata i padroni di casa, nonostante i 25 punti di D’Angelo Russell, i 18 di Caris LeVert e i 16 di DeMarre Carroll.
Milwaukee Bucks-Washington Wizards 104-107
Washington sembrava aver già vinto alla fine del primo quarto, un parziale dominato con un 14-0 di parziale, un vantaggio arrivato anche sul +21 e poi chiuso con 40 punti a tabellone, il massimo stagionale per gli Wizards ma anche il totale più alto mai concesso dai Bucks in tutto l’anno. E invece no: Eric Bledsoe segna 8 dei 17 punti in un parziale di 18-6 nel terzo quarto che riapre completamente la gara e gli uomini di coach Brooks sono bravi a riuscire a rivincerla, grazie alle giocate decisive nel finale di Bradley Beal, miglior marcatore dei suoi a quota 21 punti (suoi un tiro da tre fondamentale e i liberi che suggellano il successo) ma anche ai 17 punti di Otto Porter Jr. e ai 14 di Markieff Morris. “Le grandi squadre vincono in trasferta”, dice raggiante Beal dopo aver espugnato il Bradley Center e Washington in effetti centra la quarta vittoria consecutiva e la quinta nelle ultime sei lontani dalla Capitale. “Ancora non siamo dove vorremmo, ma vogliamo diventare una grande squadra”. Ci stanno riuscendo anche senza John Wall, operatosi il 31 gennaio al ginocchio sinistro e da allora lontano dai campi: gli Wizards sono 8-3 nelle 11 gare disputate. A Milwaukee non sono bastati i 23 punti con 13 rimbalzi, 8 assist, 6 stoppate e 3 recuperi del solito, immenso Giannis Antetokoummpo e neppure il massimo stagionale di Jabari Parker a quota 19, rientrato da pochissimo in rotazione. Altri 17 li segna Khris Middleton, ma i Bucks perdono la seconda in fila (la terza nelle ultime 4) scivolando al sesto posto a Est, con una sola vittoria di vantaggio su Philadelphia.
Portland Trail Blazers-Sacramento Kings 116-99
C’è marchiata a fuoco la firma di Damian Lillard sulla quarta vittoria consecutiva (la quinta nelle ultime sei) dei Portland Trail Blazers: la point guard agli ordini di coach Stotts chiude con 26 punti e 12 assist la gara contro Sacramento ma anche un mese di febbraio che lo ha visto tenere una media punti di 31.4, la più alta di sempre per un giocatore dei Blazers (battuto il marzo di Geoff Petrie nel 1971, chiuso a 30.4). Merito dell’esplosione offensiva delle ultime cinque gare, in cui il n°0 di Portland ha fatto totalizzare 197 punti, il massimo all-time nell’arco di cinque gare nella storia della franchigia. Grazie anche ai 17 con 9 rimbalzi di Jusuf Nurkic e ai 20 dalla panchina di Shabazz Napier, i Blazers ora hanno solo una partita di distanza dai San Antonio Spurs per il quarto posto a Ovest, che vorrebbe dire fattore campo al primo turno di playoff. Un fattore campo che contro Sacramento storicamente fa la differenza: sono 10, infatti, le vittorie consecutive di Portland al Moda Center contro i Kings, che hanno perso le ultime 5 gare e 9 delle ultime 11. Non sono bastati i 20 punti di un ex che in Oregon ha disputato sei stagioni, Zach Randolph, miglior marcatore dei suoi: i californiani registrano anche la doppia doppia di Willie Cauley-Stein con 17 e 10 rimbalzi e 14 di Bogdan Bogdanovic ma rientrati fino al -8 a inizio quarto quarto non riescono mai a infastidire realmente i padroni di casa, che riallungano nel finale.
Charlotte Hornets-Chicago Bulls 118-103
Probabilmente è ormai troppo tardi per rientrare nella corsa playoff, ma Charlotte non vuole comunque mollare: quella sui Chicago Bulls è infatti la quinta vittoria consecutiva della squadra di Steve Clifford, arrivata grazie ai 31 punti di Kemba Walker e i 24 di un Dwight Howard dominante soprattutto nel terzo quarto. Dopo essere uscito a inizio gara per un colpo alla costola (ma ha tenuto a specificare che non si trattava della schiena, “che non ha avuto nessun problema negli ultimi due anni”), il centro ha segnato 16 punti nel solo terzo quarto, chiudendo con 10/12 dal campo. Tutti gli Hornets hanno tirato molto bene, chiudendo con il 53% di squadra e il 43% da tre punti, spinti dal 6/10 di Walker e la tripla doppia sfiorata da Nicolas Batum (10 punti, 7 rimbalzi e 12 assist, suo massimo stagionale). Per i Bulls invece ci sono i 21 punti di Zach LaVine a guidare ben sette giocatori in doppia cifra, ma si tratta comunque della quinta sconfitta in fila (sempre tenendo Robin Lopez e Justin Holiday a riposo pur essendo in grado di scendere in campo).