Sotto per tutta la partita fino anche al -15, i Pelicans di Anthony Davis hanno rimontato e vinto negli ultimi tre minuti, raccogliendo la settima vittoria consecutiva e salendo al quinto posto a Ovest. Settima sconfitta nelle ultime nove per San Antonio, che perde anche LaMarcus Aldridge per una distorsione alla caviglia.
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Dopo l’infortunio di DeMarcus Cousins, in pochi avrebbero pensato che i New Orleans Pelicans potessero rimanere tra le prime otto squadre a Ovest. E anche nello scenario migliore, nessuno comunque si sarebbe azzardato a prevedere addirittura una scalata in classifica. Eppure, dopo il settimo successo consecutivo arrivato nella notte, questa è la realtà: Anthony Davis e soci si sono portati al quinto posto nella Western Conference a solamente mezza partita di distanza dai San Antonio Spurs, rimontati e poi battuti nel loro fortino dell’AT&T Center grazie a un 13-3 di parziale negli ultimi tre minuti di gara. Il volto di copertina è quello come al solito di Anthony Davis, il quale però ha messo le mani sulla partita non tanto realizzando numeri mostruosi (pur essendo di tutto rispetto una doppia doppia da 26 punti e 15 rimbalzi), quanto con le piccole giocate — ad esempio un fondamentale rimbalzo d’attacco a 20 secondi dalla fine dopo due tiri liberi sbagliati da Jrue Holiday, spingendo poi i suoi dal +1 al +3 dalla lunetta. Con un ultimo possesso a disposizione, gli Spurs non sono riusciti a convertire due tiri da tre presi da Patty Mills e Rudy Gay, con Davis che ha potuto definitivamente chiudere la partita ai liberi e regalare la vittoria numero 7 in fila ai suoi. Oltre a lui hanno finito in doppia cifra altri sei compagni di squadra, con Jrue Holiday a quota 25 (settima partita in fila oltre quota 20), E’Twaun Moore da 17, Rajon Rondo in doppia coppia (13+12 assist), 13 punti per Nikola Mirotic, 11 per Darius Miller e 10 per Ian Clark, sopperendo con le poche palle perse (12) alla scarsa precisione dall’arco (9/26, 34.6%). Si tratta solamente della quinta vittoria a San Antonio nella storia della franchigia (decisamente poche se considerate che Pelicans e Spurs sono nella stessa division), nonché la prima dall’8 novembre 2014.
L’infortunio di Aldridge mette gli Spurs nei guai
Una statistica di Inpredictable ha stimato che, sopra di 5 lunghezze a meno di tre minuti dalla fine, le possibilità di vittoria degli Spurs si attestavano al 92%. Un’altra ci dice che nelle precedenti 211 partite casalinghe degli ultimi 10 anni in cui avevano avuto un vantaggio di 15 punti nel secondo tempo erano poi arrivate… 211 vittorie (tutte le altre franchigie ne hanno avute più di due in questo lasso di tempo). Nonostante questa sconfitta senza precedenti, aver costruito quel vantaggio contro una squadra in grande forma è già un risultato notevole se si considera che i texani erano privi (oltre ai soliti Kawhi Leonard e Pau Gasol) anche di LaMarcus Aldridge. L’All-Star degli Spurs ha subito una distorsione alla caviglia destra nel primo quarto e, dopo aver provato a rientrare un paio di volte, ha dovuto alzare bandiera bianca all’intervallo. Con soli 8 punti a referto si è quindi interrotta la sua striscia di 59 partite consecutive in doppia cifra e il resto dei compagni ne hanno pagato l’assenza specialmente nel finale, quando le sue doti realizzative in post basso avrebbero fatto comodo. Per il resto della gara era stata soprattutto la panchina a trascinare i nero-argento, con Rudy Gay miglior realizzatore a quota 19, 17 per Manu Ginobili, 14 per Joffrey Lauvergne e 10 per Tony Parker, superando quella dei Pelicans per 68-40 in una gara guidata quasi dall’inizio alla fine. Neanche i 18 con 9 rimbalzi di Dejounte Murray sono serviti però per evitare il crollo nel finale che ha decretato la loro settima sconfitta nelle ultime nove: gli Spurs sono ancora a una sola gara di distacco dal terzo posto dei Minnesota Timberwolves, ma ne mantengono solamente due e mezzo sul nono posto occupato dai Denver Nuggets. Un margine poco rassicurante se si considera che ora entrambe le stelle sono alle prese con infortuni (non è chiaro quanto rimarrà fuori Aldridge) e che il calendario prevede solamente cinque partite contro squadre con record perdente da qui alla fine. Per loro fortuna, le prossime due sono contro Los Angeles Lakers e Memphis Grizzlies: conviene portarsi a casa delle vittorie subito per invertire la rotta in vista di un terribile trittico in trasferta contro Golden State, Oklahoma City e Houston.