Guidati dai 26 punti a testa di Donovan Mitchell e Rudy Gobert, gli Utah Jazz battono dei Minnesota Timberwolves stanchi e nervosissimi, con due espulsioni per Karl-Anthony Towns e Jeff Teague. Non bastano i 27 punti di Andrew Wiggins: la corsa per i playoff a Ovest rimane apertissima.
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Utah Jazz-Minnesota Timberwolves 116-108
La corsa ai playoff della Western Conference promette di essere una delle più memorabili di sempre, con ben otto squadre a giocarsi i rimanenti sei posti alle spalle di Houston e Golden State nell’ultimo mese e mezzo di stagione. E se nessuno può dormire sonni tranquilli è merito della clamorosa rimonta degli Utah Jazz, che vincendo contro i Minnesota Timberwolves rimangono aggrappati al treno dei playoff forti di 13 vittorie nelle ultime 15 partite. Quella con la squadra di Tom Thibodeau è stata una partita pazza e intensissima, segnata da ben due espulsioni tra gli ospiti e perfino da dei tweet da bordo campo a partita in corso. Alla fine l’ha decisa la solita coppia dei Jazz, Donovan Mitchell e Rudy Gobert, che con 26 punti a testa hanno trascinato altri quattro compagni in doppia cifra al successo per 116-108, creando separazione sul finire del primo tempo (+11 all’intervallo) e infine nell’ultimo quarto con un parziale di 9-2. Per i T’Wolves non sono bastati sei giocatori in doppia cifra guidati dai 27 punti di Andrew Wiggins e i 25 di Jeff Teague, che nel finale di gara ha perso completamente la testa tirando una spallata all’ex Ricky Rubio, facendolo finire fuori dal campo e meritandosi l’espulsione, nonché accendendo una mezza rissa a bordo campo (con Thibodeau a gridare in faccia a Jae Crowder, prendendosi anche lui un tecnico). Teague non è stato l’unico a perdere la testa, perché già nel primo tempo Karl-Anthony Towns si era guadagnato la doccia anticipata, vedendosi fischiare due falli tecnici per lamentele nei confronti degli arbitri rei di non avergli fischiato un contatto - a suo dire falloso - di Rudy Gobert. Una protesta neanche così plateale (le parole colte dai microfoni a bordocampo riportano un semplice “Quello lo devi fischiare”), ma evidentemente abbastanza per meritarsi la prima espulsione in carriera, chiudendo con 13 punti in 20 minuti di gioco.
Il nervosismo dei T’Wolves e la tremenda corsa ai playoff
Un nervosismo che è sfociato anche sui social network e che si può spiegare, oltre che per la serratissima corsa ai playoff, anche per il calendario affrontato dai T’Wolves: i ragazzi di Thibodeau erano in back-to-back arrivando da Portland, dopo una sconfitta arrivata solamente nel finale di una gara andata per le lunghe complice la diretta in tv nazionale. Ad aggiungere ulteriore difficoltà ad una squadra che in questa stagione ha fatto fatica nelle seconde gare dei back-to-back in trasferta (1-7), bisogna sottolineare che i Jazz erano reduci da tre giorni completi di riposo, una discreta rarità nel calendario NBA soprattutto perché all’interno di 12 giorni consecutivi tra le mura amiche. Piccoli dettagli che diventano macigni in una corsa complicata come quella per i playoff a Ovest, che ora vede le otto squadre nel giro di sole quattro partite di distanza, con i T’Wolves che con questa sconfitta sono passati dal terzo al sesto posto in classifica e ora hanno solo due gare di vantaggio sul nono posto occupato dai Clippers.